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Venerdì, 29 Marzo 2024
ECONOMIA

L'azienda sposta la produzione in Finlandia, 123 lavoratori rischiano il posto

I dipendenti della Abb di Vittuone in corteo a Milano. Secondo i sindacati la multinazionale avrebbe deciso di spostare la produzione a Helsinki

È a rischio il futuro di 123 operai della Abb di Vittuone (Milano), multinazionale svizzera che nel 2017 ha chiuso il bilancio con un fatturato di 34 miliardi di dollari. I problemi sono iniziati a metà gennaio, quando la società ha annunciato il nuovo piano industriale con cui - avevano spiegato dalla Fim Cisl - "procederà alla riorganizzazione del settore motori e generatori a livello Europa". 

Secondo i sindacati l'azienda avrebbe deciso di spostare la produzione di motori e generatori dallo stabilimento alle porte di Milano a quello di Helsinki, in Finlandia, e - successivamente - in India. Già nel 2016 l'azienda aveva tagliato 150 posti di lavoro. E ora il futuro dei 65 operai e 58 impiegati che lavorano ancora nello stabilimento è sempre più in bilico. 

Come racconta MilanoToday, giovedì duecento operai dell'impianto milanese si sono dati appuntamento fuori dalla metro Zara e hanno poi marciato in corteo fino al palazzo di regione, dove una delegazione di sindacalisti Cgil, Cisl e Uil ha incontrato l'assessore regionale al lavoro, Melania Rizzoli. 

Il sindacato Fim Cisl: "I posti di lavoro devono restare qui"

"Le abbiamo spiegato che si tratta di una multinazionale che fa sviluppo, innovazione e profitto e sarebbe una gravissima perdita se decidesse di disinvestire in Italia, su una linea di motori come questi", ha spiegato Christian Gambarelli, segretario generale Fim Cisl Milano Metropoli. "I posti di lavoro - ha concluso - devono restare qui". 

"Esprimiamo ancora una volta una forte preoccupazione unitamente a solidarietà e vicinanza alle lavoratrici e ai lavoratori di Abb di Vittuone, le cui prospettive di lavoro versano in un grave stato di incertezza", il commento di Fabio Pizzul, capogruppo del Pd in consiglio regionale, e Silvia Roggiani, segretaria del Pd metropolitano, che hanno anche fatto sottolineato come la "realtà produttiva" dell'azienda sia stata "fino ad ora pienamente attiva". 

"123 le famiglie coinvolte, oltre al tessuto produttivo e sociale del territorio che interagisce con l’azienda e che potrebbe risentirne a sua volta le conseguenze. Non si possono ignorare situazioni come questa ormai, purtroppo, diffuse e che contribuiscono ad impoverire e a desertificare aree con una tradizione ed una vitalità importante. Occorre senza dubbio intervenire a tutti i livelli istituzionali e trovare soluzioni, misure e politiche, che non lascino soli i lavoratori e le loro famiglie nell’incertezza, nell’incapacità di arrivare a fine mese e nella mancanza di prospettive".
 

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