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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Niente direttore e sedi fatiscenti: ombre sull'Agenzia per la cooperazione allo sviluppo

Grido d'allarme dei sindacati: "A quattro anni dalla sua istituzione, l'Aics vive in uno stato di totale dismissione". I lavoratori dopo aver tentato inutilmente di avviare un confronto con il titolare della Farnesina "costretti" a denunciare pubblicamente la situazione

Il quadro, così come raccontato dalle organizzazioni sindacali, non è molto promettente. "A quattro anni dalla sua istituzione, l'Agenzia italiana cooperazione allo sviluppo (Aics) vive in uno stato di totale dismissione: siamo al punto di non ritorno, è ora che il ministro Moavero batta un colpo". A denunciarlo sono Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Pa, Confsal Unsa e Flp-Cse, nel sottolineare come "i lavoratori dell'Agenzia, insieme con i sindacati, dopo aver tentato inutilmente di avviare un confronto con il titolare della Farnesina, e dopo aver a lungo atteso che la politica assumesse decisioni, sono costretti a denunciare pubblicamente la situazione in cui viene tenuta l'Aics".

Aics senza direttore e con sedi fatiscenti

L'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (in acronimo Aics) è l'agenzia pubblica che si occupa di promozione dello sviluppo internazionale, aiuto pubblico ed emergenze umanitarie. Da un anno, comunicano i sindacati, "l'Agenzia è priva della figura del direttore mentre i dipendenti sono obbligati a lavorare in una sede fatiscente (Roma) o a rischio dismissione (Firenze); i dirigenti sono un quarto di quelli previsti; il contratto collettivo nazionale di lavoro è disapplicato e le progressioni di carriera appena definite sono state immediatamente dopo annullate; per il terzo anno consecutivo l'Aics è in esercizio provvisorio perché il bilancio di previsione non è stato approvato nei tempi previsti; la carenze di personale non vengono colmate, anche se dal 2017 è vigente l'autorizzazione a bandire concorsi ed assumere; non è mai stato attuato il modello organizzativo previsto dal regolamento; si assiste al sistematico ricorso a consulenze esterne, i cui costi sono incomprensibili, e al rifiuto di utilizzare il personale in servizio, obbligando così l'Agenzia a far ricorso a contratti di natura privata".

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Aics, il grido d'allarme dei sindacati: "La misura è colma"

Non è certo rosea la situazione raccontata dai sindacati, che aggiungono: "E' solo la punta dell'iceberg dei mille problemi con i quali l'Aics deve quotidianamente misurarsi, mentre è chiamata a gestire gli investimenti che la legge prevede le siano affidati per raggiungere gli obiettivi di progettazione, finanziamento, gestione e controllo delle iniziative di cooperazione internazionale".

"La misura è colma: diciamo basta", è il grido d'allarme delle organizzazioni sindacali, che annunciano le prossime mosse. "Da questo momento, in assenza di una immediata convocazione del vertice politico del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e di una svolta nelle relazioni sindacali da parte dell'Aics, saremo costretti a rappresentare alla giustizia amministrativa la situazione denunciata, le cui cause non sono ascrivibili al personale che, nonostante tutto, in questi tre anni ha operato ed opera con abnegazione, impegno e professionalità. Ormai siamo ad un punto di non ritorno, che il Ministero degli Affari Esteri sembra non vedere, restando in silenzio davanti alle nostre sollecitazioni. È una situazione inaccettabile - concludono - attiveremo tutte le iniziative utili per consentire all'Agenzia, a quattro anni dalla sua istituzione, di poter finalmente funzionare a pieno regime". 

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