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Giovedì, 25 Aprile 2024
Tasse di soggiorno / Belgio

Airbnb dovrà trasmettere i dati sugli affitti dei suoi clienti al fisco

Lo stabilisce una sentenza della Corte Ue che si riferisce al Belgio, ma che potrebbe avere conseguenze anche in altre nazioni

La Corte di giustizia dell’Ue ha stabilito che Airbnb dovrà comunicare alle autorità tributarie di Bruxelles alcuni dati relativi agli affitti delle sue strutture. La compagnia aveva fatto ricorso presso la Corte costituzionale belga in seguito alla richiesta, da parte delle autorità tributarie della regione di Bruxelles-Capitale, di comunicare le informazioni delle transazioni turistiche effettuate nel 2017, chiedendo l’annullamento della disposizione in questione.

A sua volta, la Corte suprema del Belgio aveva adito la Corte Ue per chiedere un parere circa l’ammissibilità della norma controversa, che secondo Airbnb violerebbe le regole europee sulla libera prestazione dei servizi. Ma il tribunale di Lussemburgo ha risposto che la legge belga (il cui obiettivo è stabilire con esattezza le tasse di soggiorno da prelevare dalle strutture ricettive) non è contraria al diritto comunitario. La sentenza potrebbe avere conseguenze anche in altre nazioni del blocco in quanto nel diritto dell’Ue la direttiva sul commercio elettronico non si applica alle norme fiscali, che sono invece quelle coinvolte nelle vicenda di Airbnb. Né l’obbligo di trasmettere all’amministrazione tributaria regionale i dati relativi alle strutture turistiche ostacola la libera circolazione dei servizi.

Secondo i giudici di Lussemburgo, dunque, anche se i servizi telematici d’intermediazione immobiliare come quelli offerti da Airbnb rientrerebbero nell’ambito di applicazione della direttiva sul commercio elettronico, la disposizione in questione della legge regionale belga costituisce tuttavia una normativa tributaria, espressamente esclusa dalla direttiva suddetta.

Per quanto riguarda la compatibilità della norma regionale con il divieto di limitare la libera circolazione dei servizi nell’Ue, la Corte di giustizia ha rilevato che l’obbligo di fornire determinate informazioni sulle transazioni effettuate nelle strutture turistiche riguarda tutti i soggetti che prestano servizi di intermediazione immobiliare (indipendentemente dal luogo in cui essi operano), e non può quindi costituire una posizione discriminatoria nei confronti di Airbnb.

Il meccanismo del rinvio pregiudiziale, attivato dal tribunale costituzionale belga, consente ai giudici nazionali di interpellare la Corte di Lussemburgo in merito all’interpretazione del diritto dell’Unione o alla validità di un atto dell’Ue. Ma la Corte europea non risolve la causa: questo spetta ora al giudice belga, conformemente alla decisione della Corte Ue, che vincola anche i giudici degli altri Stati membri ai quali dovesse venire sottoposto un quesito simile.

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