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Sabato, 20 Aprile 2024
L'annuncio

Amazon: azione legale contro i (presunti) "truffatori di recensioni false"

La multinazionale fa causa agli amministratori di oltre 10.000 gruppi Facebook che tenterebbero di orchestrare false recensioni sul popolare sito di e-commerce

Amazon ha annunciato di avere avviato oggi un'azione legale contro gli amministratori di oltre 10.000 gruppi Facebook che tenterebbero di orchestrare false recensioni sul popolare sito di e-commerce in cambio di denaro o prodotti gratuiti. "Questi gruppi - si legge sul sito dell'azienda - sono stati creati per reclutare persone disposte a pubblicare, dietro ricompensa, recensioni fuorvianti sugli store di Amazon negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Germania, Francia, Italia, Spagna e Giappone". Amazon, si legge ancora, "utilizzerà le informazioni emerse da questa azione legale per identificare i malintenzionati e rimuovere le recensioni false commissionate da questi truffatori e non ancora rilevate dalla tecnologia avanzata di Amazon, dai suoi investigatori esperti e dal monitoraggio continuo".

"I nostri team bloccano milioni di recensioni sospette prima che vengano viste dai clienti e questa azione legale rappresenta un ulteriore passo avanti per smascherare i colpevoli che operano sui social media", ha dichiarato Dharmesh Mehta, Vice president Selling Partner Services di Amazon. "L'azione legale proattiva contro i malintenzionati è uno dei tanti modi in cui proteggiamo i clienti, individuando questi soggetti come responsabili di attività illecite".  

I presunti truffatori che si celano dietro questi gruppi commissionerebbero di fatto recensioni false per centinaia di prodotti in vendita su Amazon, come ad esempio autoradio e treppiedi per macchine fotografiche. Uno dei gruppi identificati nella causa, spiega l'azienda, è "Amazon Product Review", che contava oltre 43.000 membri fino a quando, su richiesta di Amazon, all'inizio di quest'anno Meta ha eliminato il gruppo. Le indagini di Amazon hanno rivelato che gli amministratori dei gruppi tentavano di nascondere la loro attività e di eludere il rilevamento di Facebook, in parte offuscando le lettere nelle frasi problematiche.

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