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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Chi, come e quando può ricevere l’anticipo pensionistico dell’Ape social

Per chi vale l'anticipo pensionistico? Ecco tutte le informazioni

Chi non ha ancora l’età per andare in pensione può chiedere la pensione anticipata, attraverso l’Ape, l’anticipo pensionistico, che nella versione Ape social, è gratuito e a carico dello Stato (nella versione Ape volontaria, invece, l’anticipo viene finanziato da un istituto di credito che preleverà poi quanto anticipato sulla pensione ordinaria, una volta che il beneficiario abbia iniziato a riceverla). L’Ape social vale per chi ha svolto lavori gravosi o è in situazione svantaggiata, vale a dire rispettivamente da impiegati nel settore edile, insegnanti della scuola dell’infanzia, infermieri, macchinisti, facchini, scavatori, autisti di mezzi pesanti e marittimi e da disoccupati di lungo corso, disabili, invalidi e persone che assistono un familiare disabile.

L’Ape social è riservata a chi non lavori più e non abbia altra pensione, a condizione naturalmente che sia iscritto presso l’assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti (o una sua forma sostitutiva), alla Gestione separata o a una delle gestioni speciali dei lavoratori autonomi. In realtà, L’Ape social è compatibile con attività lavoro subordinato o parasubordinato se tali attività non fruttano un reddito di più di 8.000 euro lordi all’anno e con attività di lavoro autonomo, se da queste non si ricavano più di 4.800 euro lordi all’anno. Se si ha un reddito maggiore rispetto alla soglia limite di 1.500 euro lordi al mese ma si possiedono i requisiti di età e contribuzione richiesti, si può comunque accedere all’Ape social, il cui importo viene ridotta fino a pareggiare questo tetto.

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Può richiedere l’Ape social chi ha compiuto almeno 63 anni di età ed è disoccupato, caregiver (cioè presta cure ad altri), invalido o lavoratore che svolgeva una mansione usurante. Per le prime 3 categorie è richiesto di aver maturato almeno 30 anni di contributi, per la quarta 36 anni di anzianità contributiva. L’Ape social per disoccupati è riconosciuta a chi non sta ricevendo l’assegno di disoccupazione da almeno 3 mesi purché lo stato di disoccupazione sia dovuto a licenziamento (individuale o collettivo); dimissioni per giusta causa; risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, nell’ambito della procedura obbligatoria di conciliazione prevista per i licenziamenti per giustificato motivo oggettivo; scadenza del termine del rapporto di lavoro a tempo determinato (se nei 36 mesi precedenti la cessazione del rapporto, si abbiano avuti periodi di lavoro dipendente per almeno 18 mesi e non si percepisca l’indennità di disoccupazione da almeno 3 mesi).

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L’Ape social per caregiver è riconosciuta a chi assiste il coniuge (o il partner di un’unione civile), un parente di primo grado affetto da grave handicap (ai sensi della legge 104/96) un parente di secondo grado o un affine entro il secondo grado affetto da grave handicap (ai sensi della legge 104/96). L’assistenza a propri cari deve essere in corso da almeno 6 mesi al momento della richiesta dell’Ape social (e occorrono naturalmente anche avere almeno 63 anni di età e 30 anni di contributi); la circolare n. 34/2018 dell’INPS specifica che per richiedere il beneficio è necessario che il coniuge o i genitori conviventi per l’assistito abbiano compiuto almeno 70 anni, siano affetti da patologie invalidanti, siano mancanti o deceduti.

L’Ape social per invalidi è riconosciuta a chi ha un’invalidità pari o superiore al 74%, ha compiuto 63 anni e ha maturato almeno 30 anni di anzianità contributiva. L’Ape social per chi ha svolto lavori usuranti richiede, oltre ai 63 anni di età e 36 anni di contributi, lo svolgere in maniera continuativa da almeno 6 anni una delle mansioni gravose individuate nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 88/2017, cioè una delle seguenti 11:

  • operai edili, addetti alla manutenzione degli edifici e operai dell’industria estrattiva;
  • conduttori di gru e di macchinati usati per la perforazione nelle costruzioni;
  • conciatori di pelle e di pellicce;
  • personale ferroviario;
  • conduttori di mezzi pesanti e di camion;
  • infermieri e ostetriche che hanno svolto lavori organizzati su turni;
  • attività di assistenza a persone non autosufficienti;
  • educatori di asilo nido e insegnanti di scuola dell’infanzia;
  • facchini e addetti allo spostamento delle merci;
  • addetti alle pulizie;
  • operatori ecologici e personale impegnato nella raccolta dei rifiuti.

L’Ape rosa per le donne con figli prevede uno sconto sugli anni di contribuzione necessari per accedere al beneficio. Lo sconto riconosciuto dalla legge è di un anno per le donne che hanno avuto un figlio e di 2 anni per chi ha avuto 2 o più figli. L’Ape social va chiesta per via telematica all’ufficio territoriale dell’Inps, entro il 15 luglio e il 30 novembre. L’esito delle domande sarà comunicato entro il 15 ottobre ed il 31 dicembre. Trattandosi di un anticipo pensionistico totalmente a carico dello Stato, le domande saranno accolte solo fino all’esaurimento dei fondi messi a disposizione. Chi riceve una risposta positiva da parte dell’Inps inizierà a percepire l’assegno mensile a partire dal mese successivo a quello in cui ha maturato i requisiti richiesti dalla legge. L’APE sociale viene riconosciuta per 12 mensilità, fino a quando non si maturano i requisiti per il pensionamento. L’importo dell’APE social è uguale alla pensione a cui si avrà diritto al termine del periodo di pensionamento anticipato. L’importo massimo dell’indennità è di 1.500 euro.

Dal blog "Asso di denari" di Carlo Sala

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