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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Anticipo pensionistico, rivoluzione 2018: cosa cambia per Ape social e volontaria

Dopo l'ondata di rifiuti da parte dell'Inps, sono diverse le modifiche che verranno attuate sul tema: criteri meno stringenti per l'Ape social e chi riuscirà a maturare i requisiti necessari entro il 2019 potrà andare in pensione a 63 anni

Anticipo pensionistico, che caos. Dopo che l'Inps ha fatto sapere di aver rifiutato circa il 70% delle richieste di Ape Social e Ape volontaria, il tema resta di grande attualità, con la legge di Bilancio che dovrà intervenire per cambiare alcuni criteri per avere accesso all'anticipo pensionistico. 

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Ape Social: cosa cambierà

Per quanto riguarda l'Ape Social, a cambiare saranno i criteri per le mamme lavoratrici: il requisito contributivo verrà ridotto di sei mesi per ogni figlio, fino ad un massimo di due anni. Inoltre, chi sarà rimasto senza lavoro a seguito della scadenza di un contratto a termine, verrà riconosciuto come disoccupato e quindi facente parte di una delle categorie che può richiedere l'indennità. Una serie di modifiche che porteranno ad un consistente aumento di platea nel prossimo anno, con la speranza che l'Inps attui il riesame promesso negli ultimi mesi e sia disposto a concedere qualche '' in più.

Come funziona e a chi spetta 

L’anticipo spetta ai lavoratori pubblici e privati con almeno 63 anni di età purché siano disoccupati che hanno esaurito gli ammortizzatori da almeno tre mesi; soggetti che assistono il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap grave; invalidi civili con un grado di invalidità pari o superiore al 74%; dipendenti che svolgono da almeno sei anni in via continuativa un lavoro particolarmente difficoltoso o rischioso (tra i quali operai edili, operatori ecologici, facchini, insegnanti di scuola dell’infanzia, infermieri organizzati su turni ecc). I sei anni si possono calcolare nell’ambito degli ultimi sette.
 
L’indennità è corrisposta per dodici mensilità nell’anno, fino all’età prevista per il conseguimento della pensione di vecchiaia o comunque fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione anticipata. Nel caso in cui le risorse finanziarie stanziate siano insufficienti rispetto al numero degli aventi diritto, la decorrenza dell’indennità e’ differita dando priorità ai richiedenti più anziani.

Ape Social: tutto quello che c'è da sapere

L’indennità è pari all’importo della rata mensile di pensione calcolata al momento dell’accesso alla prestazione (se inferiore a 1.500 euro) o pari a 1.500 euro se la pensione è pari o maggiore di questo importo. L’importo dell’indennità non è rivalutato. Viene erogato per 12 mesi. Per ottenere l’indennità è necessario avere almeno 63 anni di età e almeno 30 anni di anzianità contributiva per disoccupati e disabili. Per i lavoratori che svolgono attività difficoltose o rischiose l’anzianità contributiva minima richiesta è di 36 anni; maturare il diritto alla pensione di vecchiaia entro tre anni e sette mesi; non essere titolari di pensione diretta. L’assegno è compatibile con lo svolgimento di lavoro dipendente soltanto nel caso in cui i relativi redditi non superino gli 8.000 euro annui e con lo svolgimento di attività di lavoro autonomo nel limite di reddito di 4.800 euro.

Ape volontaria: cosa cambierà

Chi riuscirà a maturate i requisiti necessari entro il 2019 potrà andare in pensione a 63 anni. Una proroga che ha l'aria di un atto dovuto visto il ritardo nella pubblicazione del decreto sull'anticipo pensionistico, 'comparso' sulla Gazzetta Ufficiale soltanto la scorsa settimana. Il prolungamento di un anni, fino al 2019, sarà il primo correttivo, mentre per  l’avvio della procedura con valenza retroattiva al maggio 2017 bisognerà attendere ancora. Manca infatti la chiusura della convenzione tra banche e assicurazioni, che se non dovesse concretizzarsi per il mese di dicembre, dovrà slittare a gennaio del 2018. 

Ape volontaria: 5 cose da sapere

Ape volontaria, a chi è rivolta

Ecco le cose da sapere su cos’è e a chi è rivolta: 

  • L’Ape volontaria è un prestito commisurato e garantito dalla pensione di vecchiaia, erogato da una banca o un’assicurazione in quote mensili per 12 mensilità, che il beneficiario otterrà alla maturazione del diritto.
  • L’Anticipo finanziario a garanzia pensionistica può essere richiesto dai lavoratori dipendenti pubblici e privati, dai lavoratori autonomi e dagli iscritti alla Gestione Separata. Sono esclusi i liberi professionisti iscritti alle casse professionali. 
  •  Il prestito è erogato da soggetti finanziatori e imprese assicurative scelti tra quelli che aderiscono agli accordi quadro e viene restituito in 260 rate in un periodo di 20 anni mediante una trattenuta che viene effettuata dall’INPS all’atto del pagamento di ciascun rateo pensionistico, inclusa la tredicesima. La restituzione del prestito inizia dal primo pagamento della futura pensione e si completa dopo 20 anni dal pensionamento. Completata la restituzione la pensione sarà corrisposta per intero, senza ulteriori riduzioni per l’Ape. Il prestito è coperto da una polizza assicurativa obbligatoria per il rischio di premorienza. In caso di decesso dell’interessato prima dell’intera restituzione del debito l’assicurazione versa alla banca il debito residuo. L’eventuale pensione ai superstiti viene corrisposta senza decurtazioni. Il prestito è erogato per un periodo minimo di sei mesi e fino alla maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia. Il prestito decorre entro 30 giorni lavorativi dal perfezionamento del contratto. 
  •  Per accedere al prestito è necessario, al momento della richiesta: avere almeno 63 anni di età e 20 anni di contributi; maturare il diritto alla pensione di vecchiaia entro tre anni e sette mesi; avere un importo della futura pensione mensile, al netto della rata di ammortamento per il rimborso del prestito richiesto, pari o superiore a 1,4 volte il trattamento minimo dell’Assicurazione Generale Obbligatoria; non essere titolare di pensione diretta o di assegno ordinario di invalidità. 

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