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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia Italia

Aperti per Pasqua: negozi e musei non conoscono festività

Domenica 1 e lunedì 2 aprile in occasione delle feste di Pasqua e del Lunedì dell'Angelo i principali musei e monumenti resteranno aperti, così come molti esercizi commerciali. Monta la polemica contro la legge "Salva Italia" di Monti che ha liberalizzato le aperture

Aperti per Pasqua e Pasquetta? Domenica 1 e lunedì 2 aprile in occasione delle festività di Pasqua e del Lunedì dell'Angelo i principali musei, parchi archeologici, monumenti e luoghi della cultura statali resteranno aperti. Così lo saranno migliaia di esercizi commerciali da ristoranti ai centri commerciali che non si faranno scappare il ricco piatto del business dei "super rossi". 

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Pasqua, musei gratis per #domenicalmuseo

Domenica 1 aprile, giornata di Pasqua, l'ingresso ai musei statali sarà gratuito in occasione della "Domenica al Museo". Inoltre a Pasqua prende il via la campagna social dei musei italiani per il mese di aprile dedicata ai fiori nell'arte, con l`invito ai visitatori a fotografare e condividere sui social immagini di opere d'arte presenti nelle collezioni raffiguranti le bellezze del regno vegetale.

Uffizi e giardino di Boboli gratis per Pasqua

Quello di Pasqua e Pasquetta si appresta ad essere un lungo fine settimana all`insegna della cultura in cui cittadini e turisti potranno visitare le vaste collezioni dei principali musei italiani: dagli Scavi di Ercolano alla Pinacoteca Brera, dal Castello di Miramare di Trieste al Museo di Capodimonte a Napoli, da Paestum agli Uffizi, dal Parco Archeologico di Ostia Antica al Cenacolo Vinciano, dalla Reggia di Caserta alle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Palazzo Barberini e Palazzo Corsini, dai Musei Reali di Torino alla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma, dalle Gallerie dell`Accademia di Venezia a Castel Sant'Angelo, dal Museo Archeologico Nazionale di Taranto a quello di Reggio Calabria. 

A Pasqua musei gratis a Roma: tutti i siti aperti domenica 1 aprile

Su beniculturali.it l'elenco completo e tutte le informazioni delle aperture straordinarie.

Aperti per Pasqua

Non solo musei, anche gli esercizi commerciali resteranno aperti. D'altronde le festività pasquali quest'anno si apprestano a diventare un business fenomenale. Secondo i calcoli del Centro studi CNA si attendono dodici milioni di turisti tra italiani e stranieri per un indotto pari a tre miliardi circa di movimento economico tra viaggi, pernottamenti, pasti, acquisti di prodotti tipici e di souvenir.

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Secondo l'analisi del portale culinario The Fork dal 29 marzo al 2 aprile solo l'8% dei ristoranti analizzati saranno chiusi per le festività pasquali, mentre il restante 92% resterà aperto. Di questi sono circa 300 i ristoranti che propongono un menù di Pasqua, il cui prezzo medio a livello nazionale si aggira intorno ai 43 euro a coperto.

Negozi aperti per Pasqua, ma a rischio sciopero

Tutto bello? Non proprio perché chi lavora nei giorni "rossi" non sempre lo fa di buon grado e da più parti arrivano appelli a introdurre limitazioni alle liberalizzazione delle aperture introdotte dal Governo Monti con la famigerata legge "Salva Italia".

Se la cronaca economica ha portato sulle pagine dei quotidiani il caso di Mediaworld dove i sindacati hanno indetto un pacchetto di scioperi proprio per protestare contro il mancato riconoscimento dei "bonus festivi", la Regione del Veneto ripropone in maniera forte la battaglia per modificare in Italia la disciplina degli orari e delle giornate di apertura degli esercizi commerciali. Lo ha annunciato l'assessore regionale allo sviluppo economico e al commercio Roberto Marcato.

"Le prossime festività pasquali sono l'occasione per rimettere al centro dell'attenzione la questione delle aperture senza nessun criterio di ragionevolezza".

La Regione del Veneto si era assunta l'onere di individuare strategie idonee a superare la delicata problematica della liberalizzazione degli orari di vendita e dei giorni di apertura domenicale e festiva degli esercizi commerciali, competenza di cui le Regioni sono state espropriate.

"Per questo - rimarca Mercato - abbiamo dato vita ad un tavolo regionale, che abbiamo voluto chiamare in modo esplicito "etico" per la sua valenza sotto questo profilo, aperto a comitati, associazioni di categoria, parti sociali, ANCI Veneto".

Dello stesso avviso il Governatore della Toscana Enrico Rossi, esponente di Leu che appoggia le rimostranze dei lavoratori e critica la liberalizzazione introdotta dal governo Monti "che ha calpestato i diritti".

"La legge del governo Monti ha calpestato i diritti di centinaia di migliaia di lavoratori e ha messo in difficoltà i piccoli esercizi commerciali gestiti a livello familiare, favorendo soltanto la grande distribuzione. È anche una falsità dire che si fa così in tutta Europa. La Toscana fece una legge regionale per stabilire ragionevoli regole che la Corte Costituzionale cancellò ritenendo la materia non di nostra competenza".

"Ricordo che allora il professor Monti dichiarò con sicumera che il Salva Italia e le liberalizzazioni avrebbero prodotto una crescita del Pil del 10 percento che stiamo ancora aspettando. Il diritto di fare la spesa a qualsiasi ora e in qualsiasi giorno non valeva gli effetti negativi che abbiamo registrato: il degrado del lavoro e della qualità della vita sociale, sempre dominata dal consumo, il processo di desertificazione del centri urbani".

Sciopero per le prossime festività di Pasqua e Pasquetta

Ma se in Emilia Romagna la protesta riguarda in particolare i centri commerciali, in Toscana e nel Lazio tutto il commercio, dai supermercati ai negozi di abbigliamento. "La festa non si vende. Il commercio non è un servizio essenziale", si legge nel volantino preparato dalle tre sigle sindacali toscane Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UilTucs."Le aperture indiscriminate hanno solo aumentato la precarietà" protestano i sindacati che chiedono che "si riattivi" la discussione in Parlamento per una nuova regolamentazione delle aperture commerciali".

"Le liberalizzazioni non aiutano la crescita, né creano nuova occupazione, ma al contrario «producono dumping tra piccola e grande distribuzione".

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