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Adi e Sda: due sussidi al posto del reddito di cittadinanza, chi può fare domanda e come funzionano

Cosa cambierà rispetto a ora? L'assegno di inclusione è per le famiglie "non occupabili" con minori, disabili, over 60. Lo strumento di attivazione è per gli occupabili: adulti tra 18 e 59 anni

Reddito di cittadinanza addio, arrivano l'assegno di inclusione (Adi) e lo strumento di attivazione (Sda). Nella bozza del decreto lavoro, che fino a lunedì compreso potrebbe subire ancora modifiche (e pure di rilievo, in teoria), ci sono trenta articoli, tra cui quelli relativi al nuovo assegno che dal 1 gennaio 2024 prenderà in tutto e per tutto il posto del sussidio simbolo della scorsa legislatura, il reddito di cittadinanza.

Il primo, l'assegno di inclusione, è per le famiglie "non occupabili" con minori, disabili, over 60. Il secondo, lo strumento di attivazione, spetterà invece agli occupabili ovvero adulti tra 18 e 59 anni senza figli minori, disabili, over 60 in famiglia.

Come funziona l'Adi (assegno di inclusione)

Reddito di cittadinanza in pensione, dunque, dal 1 gennaio 2024 arriva l'assegno di inclusione, "quale misura nazionale di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale delle fasce deboli attraverso percorsi di inserimento sociale, nonché di formazione, di lavoro e di politica attiva del lavoro". Misura che, viene specificato, è "condizionata alla prova dei mezzi e all'adesione a un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa". Il beneficio "è composto da una integrazione del reddito familiare" da un minimo di 480 euro fino alla soglia di euro 6.000 annui moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza ed è "altresì, composto da una integrazione del reddito dei nuclei familiari residenti in abitazione concessa in locazione con contratto ritualmente registrato, per un importo pari all’ammontare del canone annuo previsto nel contratto in locazione, come dichiarato a fini ISEE, fino a un massimo di euro 3.360 annui". La durata è così stabilita: l'assegno viene erogato mensilmente per massimo 18 mesi e può essere rinnovato per altri 12 mesi, ma con sospensione di un mese nel quale non si riceve un euro.

Dopo forti critiche, l'esecutivo dovrebbe a riportare l'Isee a 9.360 euro, come requisito di accesso, contro i 7.200 euro ipotizzati. La scala di equivalenza viene resa più generosa per i disabili, meno per i minori (che però hanno l'assegno unico), ma dà un peso nullo ai figli maggiorenni. Ciò ha un impatto sull’assegno e soprattutto sull'accesso stesso alla misura. Per fare un esempio: una famiglia di quattro persone (due adulti, un figlio minore e uno maggiorenne) oggi può fare domanda per il sussidio anche se ha un reddito familiare fino a 12 mila euro all’anno. I nuovi requisiti abbassano il valore soglia a 9.300 euro.

Chi riceve un assegno di inclusione è tenuto ad accettare un contratto di lavoro "senza limiti di distanza, nell'ambito del territorio nazionale, se si riferisce a un contratto di lavoro a tempo pieno e indeterminato o a tempo determinato di durata superiore a dodici mesi". Se il contratto è fino a 12 mesi c'è l'obbligo di accettazione se il luogo di lavoro non dista più di 80 chilometri dal domicilio del percettore.

Come funziona lo Sda (strumento di attivazione)

Per le persone tra i 18 e i 59 anni non disabili e non impegnate in attività di cura in situazione di povertà, quindi, arriva a partire dal primo settembre 2023 lo "Strumento di attivazione" (Sda), la misura che sostituirà il Reddito di cittadinanza per le persone occupabili. Per le famiglie con figli minori, anziani o disabili il Reddito, come detto, sarà sostituito invece dall'assegno di inclusione.

Lo Sda, si legge ancora nella bozza del decreto, sarà pari a 350 euro ma sarà erogato solo nel caso di partecipazione ad attività formative o a progetti utili alla collettività, per tutta la loro durata e comunque per un periodo massimo di dodici mensilità. Il beneficio economico è considerato come una sorta di indennità di partecipazione alle misure di attivazione lavorativa. Lo Sda sostituisce quello che fino a qualche giorno fa era la Gal, la Garanzia di attivazione al lavoro per gli occupabili. La durata viene lasciata a 12 mesi non prorogabili in nessun caso, come pure il requisito Isee di accesso a 6.000 euro e l’importo a 350 euro al mese. Diventa, di fatto, una specie di indennità, un rimborso spese che dura il tempo dell'attivazione speso in un corso di formazione, un lavoro socialmente utile, anche il servizio civile. Impegni spesso sotto i 12 mesi.

In conclusione, la stretta per gli occupabili c'è perché il sussidio viene praticamente dimezzato e diventa temporaneo. Ma non ci sarà, almeno nell'immediato, il risparmio preventivato dal centrodestra e promesso in campagna elettorale, perché per l'anno prossimo le coperture necessarie si attestano intorno agli 8 miliardi, visto che solo le 426 mila famiglie con all'interno gli "occupabili" costeranno allo Stato oltre 2 miliardi. Tra le altre norme spiccano le sanzioni: i furbetti che percepiranno il sussidio senza averne diritto rischiano il carcere fino a sei anni.

Per tutti i dettagli definitivi, conviene in ogni caso attendere il testo definitivo del decreto che uscirà dal consiglio dei ministri del primo maggio.

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