rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Aiuti

Assegno unico, si cambia: cosa succede dopo il 30 giugno

Al momento Il 23% delle famiglie prende la quota minima da 50 euro al mese. La prima data spartiacque è il 30 giugno: da quella data in poi non si avrà più diritto agli arretrati dei mesi primaverili. Tutti i chiarimenti

L'assegno unico è scattato a gennaio, ma si può dire a ragion veduta che è il 30 giugno 2022 la prima data limite, quella che segnerà la fine del periodo "di prova". Dal 30 giugno l'assegno diventa "solo" quello mensile, non si avrà più diritto a un solo euro di arretrati. Procediamo con ordine, ecco le cose da sapere.

Assegno unico, quanti euro si ricevono

A inizio anno è stato introdotto l'assegno unico e universale, il nuovo sussidio varato dal governo a sostegno delle famiglie che unifica assegni familiari, detrazioni Irpef e bonus vari. Le famiglie con Isee fino a 15 mila euro (potenzialmente il 50% della platea) percepiscono il valore massimo dell'assegno: 175 euro al mese per ogni figlio minorenne e per i nuovi nati, a decorrere dal settimo mese di gravidanza. Questo importo segue l'incremento del livello del reddito e si riduce gradualmente raggiungendo il minimo di 50 euro a figlio in corrispondenza di un Isee pari o superiore a 40 mila euro. Sono previste integrazioni per le mamme under 21 e i nuclei numerosi.

I figli maggiorenni e fino a 21 anni (sempre con Isee inferiore a 15 mila euro) ricevono un aiuto di 85 euro se studiano, sono disoccupati o hanno un lavoro con reddito inferiore agli 8 mila euro annui. Finora sono state presentate all'Inps 5 milioni di domande (equivalenti a 8 milioni di figli) per beneficiare dell'assegno unico. A quanto risulta dai primi versamenti, una famiglia su quattro (il 23%) prende la quota minima, ovvero 50 euro al mese per ogni figlio.

Da marzo tutti coloro che hanno fatto domanda di assegno unico si sono trovati a perdere le misure precedentemente in vigore, percepite in busta paga dai lavoratori dipendenti (detrazioni fiscali per i figli a carico e assegni al nucleo familiare). Scompaiono, tutte, con l'arrivo dell'assegno unico. L’Assegno è invece compatibile con la fruizione di altre misure in denaro a favore dei figli a carico erogate dalle regioni, province autonome di Trento e di Bolzano e dagli enti locali, ed è compatibile con il Reddito di Cittadinanza. È compatibile anche con il bonus asilo nido.. 

Il chiarimento sugli arretrati

Chi farà domanda entro il mese di giugno (incluso, dunque fino al 30 del mese) avrà sempre diritto agli arretrati accumulati a decorrere dal mese di marzo. E l’Inps, in tutti i casi, provvederà - si legge nella circolare n. 23 del 9 febbraio scorso - al riconoscimento dell’assegno entro 60 giorni dalla domanda. Qualora, invece, la presentazione dell’istanza avvenga dal 1° luglio in poi, la misura decorrerà dal mese successivo a quello della domanda stessa, senza arretrati. In questo scenario rileva anche la tempistica con cui viene elaborato l’Isee che, se successivo al momento della domanda, renderà necessario attendere fine anno per gli eventuali conguagli degli importi spettanti.

E' bene ribadirlo: solo la presentazione della domanda entro il 30 giugno 2022, permette di ottenere i pagamenti anche per le mensilità arretrate dal mese di marzo (data di entrata in vigore dell’assegno unico). Superata tale scadenza l’Inps non riconoscerà più gli arretrati. Infatti, una volta presentata la domanda, i pagamenti riguarderanno solo i mesi a partire da quello di presentazione della domanda di assegno unico. Occhio dunque alla scadenza del 30 giugno.

Per le domande presentate dal 1° marzo in poi, il pagamento viene effettuato alla fine del mese successivo a quello di presentazione della domanda. La normativa prevede infatti che l'assegno unico e universale venga pagato nel mese successivo a quello in cui è stata inoltrata richiesta all'Inps. 

L'Isee non serve necessariamente per forza per ricevere la cifra minima, 50 euro al mese. Si può fare domanda di assegno unico per ogni figlio senza avere ancora un Isee 2022 e caricarlo poi successivamente sulla piattaforma, o anche non caricarlo proprio. La domanda si compila rapidamente, un quarto d'ora di tempo, online. La domanda può essere presentata attraverso: il sito internet www.inps.it (con accesso diretto al servizio in evidenza tramite Spid, Carta di Identità Elettronica 3.0 (Cie) o Carta Nazionale dei Servizi (Cns); il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06 164.164 (da rete mobile, con la tariffa applicata dal gestore telefonico); gli enti di patronato; le sedi Inps più vicine.

Altri chiarimenti

Il bonus di 30 euro in più per figlio dell’assegno unico universale, se entrambi i genitori sono titolari di redditi da lavoro dipendente o assimilato, da pensione o da lavoro autonomo o d’impresa, spetta anche se si fruisce della Naspi o della Dis-coll, purché percepita al momento della domanda e per un periodo prevalente nel corso dell’anno. Per l’Inps, ai fini della maggiorazione vale pure il reddito del genitore che lavora all’estero con residenza fiscale in Italia. Sono interessati dal beneficio, inoltre, i nuclei di genitori lavoratori autonomi agricoli.

Inoltre la maggiorazione "famiglie numerose", ovvero 85 euro per ciascun figlio successivo al secondo, e quella forfettaria di 100 euro per i nuclei con quattro o più figli di cui al comma 10 dello stesso articolo, nel caso in cui alcuni di essi abbiano genitori diversi, spetta solo ai soggetti per i quali è accertato il rapporto di genitorialità: se ad esempio in un nucleo Isee due genitori hanno in comune solo tre dei quattro figli dichiarati nella Dsu la maggiorazione spetta al 100% solo al padre o alla madre di tutti e quattro.

Infine, se i genitori sono separati, l’assegno unico per ogni figlio solitamente è erogato in uguale misura tra coloro che esercitano la responsabilità genitoriale o hanno l’affidamento condiviso dei figli. Ci sono alcuni casi però in cui può spettare a un solo genitore: un provvedimento del giudice o un accordo scritto tra le parti da cui risulta che quel genitore ha l’esercizio esclusivo della responsabilità genitoriale o l’affidamento esclusivo. Ultima eventualità, l'assegno unico può andare a uno solo dei genitori, se il magistrato, nel provvedimento che disciplina la separazione o il divorzio, ha espressamente disposto che dei contributi pubblici usufruisca solo la madre o il padre.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Assegno unico, si cambia: cosa succede dopo il 30 giugno

Today è in caricamento