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Sabato, 20 Aprile 2024
Domani il via libera del Senato

L'assegno unico per ogni figlio: 250 euro da luglio 2021 (ma c'è il rischio beffa)

Domani il via libera del Senato, ma la coperta è corta e bisogna correre con i decreti attuativi per partire davvero in estate. Le nuove scelte sul bonus figli penalizzano poi i lavoratori dipendenti a favore di autonomi e incapienti (bisognerà metterci mano). Prevista una maggiorazione per i disabili

Sarà di importo fino a 250 euro circa (con una maggiorazione per i disabili), ha assicurato Mario Draghi. Dopo mesi e mesi di tentennamenti (il primo ok della Camera risale all'estate 2020), il Senato inizierà l’esame del disegno di legge sull'assegno unico per ogni figlio. Si dovrebbe partire da luglio, ma il condizionale è d'obbligo. Il sostegno spetta a tutte le famiglie che hanno un figlio fino a 21 anni a carico: avrà un valore massimo di 250 euro, con una parte fissa e una variabile legata al reddito. Previsti aumenti se si hanno più figli o in caso di figli disabili. Dalla maggiore età può essere dato direttamente ai ragazzi "per favorirne l'autonomia", se il figlio è iscritto all’università, a un altro corso di formazione oppure svolge un lavoro a basso reddito.

L'assegno unico per ogni figlio fino a 21 anni di età

Il calcolo della cifra esatta dell'assegno unico per ogni figlio si basa su calcoli fatti a partire dall’ammontare del fondo di 15 miliardi stanziato ad hoc nel 2019, cui si aggiungono altri 3 miliardi destinati dalla legge di bilancio del 2021 che diventeranno 6 a partire dal 2022 quando l’assegno unico sarà a regime. L’importo sarà modulato in base all'Isee e diviso in parti uguali tra i genitori. È prevista una maggiorazione a partire dal secondo figlio e un aumento tra il 30% e il 50% in caso di figli disabili.

E' una piccola rivoluzione - di metodo più che di contenuto - per quel che riguarda le politiche di sostegno alle famiglie. In attesa dei decreti attuativi, si può prevedere con un certo grado di certezza che l'assegno unico per ogni figlio sarà previsto a partire dal settimo mese di gravidanza e fino al compimento del 21esimo anno di età. Circa 12,5 milioni di bambini e ragazzi, di cui 10,1 milioni minori. Oggi invece in Italia 12 milioni di contribuenti godono delle detrazioni fiscali per familiari a carico, ma sono solo 4,2 milioni le famiglie raggiunte dagli assegni (Anf), il principale contributo attivo per chi ha figli fino ai 18 anni. Gli assegni familiari oggi come oggi spettano però a solo a dipendenti privati, agricoli, domestici, iscritti alla gestione separata Inps e ai titolari di prestazioni previdenziali. Il nuovo assegno unico per ogni figlio fino a 21 anni di età andrà a tutte le famiglie, compresi incapienti e partite Iva (finora escluse perché gran parte dei sostegni alle famiglie sono legati al contratto di lavoro dipendente o a detrazioni che non si percepiscono con livelli di reddito sotto la no tax area).

Il piano è partire in estate proprio perché gli assegni al nucleo familiare che già molte famiglie ricevono, ma non tutte, hanno una sorta di scadenza di riferimento a luglio. Visto che l’assegno unico universale azzera tutti gli attuali strumenti e benefici e li fa convogliare nel nuovo assegno, per evitare che questa fase di passaggio creasse criticità e sovrapposizioni difficilmente gestibili, si è evidentemente preferito portare a termine le misure già erogate e poi partire con la nuova misura da luglio 2021.

Assegno unico figli: perché c'è il rischio beffa

Le nuove scelte penalizzano i lavoratori dipendenti a favore di autonomi e incapienti. Non si può non notare come i 20 miliardi o poco più complessivi, non sembrano bastare per estendere l'assegno alle partite Iva, e allo stesso tempo - attraverso una specifica clausola di salvaguardia - tutelare i redditi medio e medio-alti dal rischio di perdere qualcosa rispetto all’attuale regime. Secondo alcune stime 1,3 milioni di famiglie riceveranno di meno rispetto a oggi (rischiano di essere penalizzati quelli che già pagano le tasse con ritenute alla fonte, cioè i lavoratori dipendenti). Ma sono stime, per l'appunto. Non nuove, peraltro. "Dalla semplificazione dell'attuale "giungla" di misure che aboliremo - spiega Stefano Lepri, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera - e con l'introduzione dell'assegno unico ci sarebbe oltre un milione di famiglie che perderebbe qualcosa, anche solo pochi euro. Il MEF ci impose di togliere la clausola di salvaguardia prevista in legge, che avrebbe garantito tutti. Solo dopo i maggiori fondi ottenuti con la legge di bilancio 2021 l'avremmo potuta reinserire, ma è meglio ormai prevederla nei decreti o in fase attuativa. Con ulteriori 800 milioni (oltre ai 20 miliardi di già stanziati) nessuno ci perderà. È chiaro che dovremo aggiungerli perché nessuno deve rimetterci, mentre la grandissima parte delle famiglie avrà vantaggi". Insomma, tutto dipenderà dai decreti attuativi da scrivere in 90 giorni o poco più. Visti i tempi molto "rilassati" dell'iter dell'assegno unico per ogni figlio fino a oggi, è lecito andarci coi piedi di piombo. Staremo a vedere.

E poi i tempi sono molto, molto stretti. E' una legge delega, quindi devono essere scritti di concerto tra vari mionistri (Tesoro, Famiglia e Welfare), i decreti legislativi, i quali devono tornare nelle commissioni competenti di Camera e Senato, che dovranno esprimere un parere entro 30 giorni. Solo dopo questo complesso iter l’assegno unico diventerà realtà. Se il voto finale arriva domani 30 marzo, ci sono 94 giorni di tempo fino all’entrata in vigore della riforma. Pochi.

Assegno unico 2021 per ogni figlio: chi può richiederlo

Semplificare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l'assegno unico e universale: questo l'obiettivo del governo. L’assegno unico, ricapitolando, sarà pagato ogni singolo mese. Possono farne richiesta i genitori che hanno questi requisiti (ma ripetiamo, bisogna attendere i decreti attuativi per averne certezza): 

  • cittadinanza italiana o di uno Stato membro dell’Unione europea titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente o esser suo familiare. Cittadinanza di uno Stato non appartenente all’Unione europea, titolari di permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o del permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno annuale;
  • imposte sul reddito pagate in Italia;
  • vivere con i figli a carico in Italia;
  • residenza in Italia per almeno due anni, anche non continuativi, o aver sottoscritto un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di due anni.

In base a stime preliminari l'assegno unico per ogni figlio 2021 dovrebbe riguardare circa 12,5 milioni di ragazzi italiani, di cui 10 milioni minori d'età. In aumento - questo è certo -  il numero di famiglie interessate dal sostegno, rispetto al passato, visto il nuovo inserimento di autonomi e disoccupati tra i beneficiari. Complessivamente le famiglie interessate dal nuovo assegno unico familiare dovrebbero essere 11 milioni circa.

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