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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cosa cambia

Assegno unico, occhio all'Isee: le nuove regole per non perdere nemmeno un euro nel 2023

Da marzo l'importo sarà determinato in base all'Isee del nuovo anno: tutte le novità sugli importi e sulle modalità per presentare o tenere aggiornata la domanda

L'assegno unico diventa leggermente più sostanzioso. Ci sono novità in vista nel 2023 appena iniziato: rimodulazione (con rivalutazione). L'Inps pagherà dal mese prossimo l'assegno unico e universale con gli importi aggiornati: è diretta conseguenza delle novità introdotte dalla prima manovra del governo Meloni, ma anche dell'adeguamento dell'importo dell'assegno all'inflazione galoppante. Ci sono anche altre cose da tenere a mente, come il nuovo Isee. Procediamo con ordine.

Assegno unico: gli aumenti

La legge di bilancio 2023 apporta significative modifiche agli importi spettanti alle famiglie beneficiarie di assegno Unico e universale con figli di età inferiore a un anno e per i nuclei familiari numerosi, con tre o più figli a carico, con la presenza di almeno un figlio in età compresa tra uno e tre anni. In particolare, per l'anno incominciato da due settimane è sancito ufficialmente quanto segue:

  • l'aumento del 50% della maggiorazione forfettaria, per i nuclei con almeno 4 figli, che sale a 150 euro mensili a nucleo, 50 euro in più dell'importo attuale (100 euro).
  • l'aumento del 50% dell'assegno per i nuclei familiari numerosi, con tre o più figli a carico, limitatamente ai figli di età compresa tra uno e tre anni per i quali l'importo spettante per ogni figlio aumenta del 50%, per livelli di ISEE fino a 40.000 euro;
  • l'aumento del 50% dell'assegno, da applicare agli importi spettanti secondo le fasce Isee di riferimento, per i nuclei familiari con figli di età inferiore a 1 anno.

In questi due ultimi casi, quindi, l'importo dell'assegno, a valori attuali, anziché oscillare tra 50 e 175 euro, avrà come minimo 75 e come massimo 262,50 euro (perché a un Isee di 40mila euro corrisponde oggi l'importo di 50 euro per il figlio minorenne). La legge di bilancio interviene anche in favore dei nuclei con figli disabili, disponendo la corresponsione a regime degli aumenti che erano stati riconosciuti nel corso del 2022.

Le novità del 2023

Da marzo a novembre 2022 sono stati erogati complessivamente alle famiglie assegni per 11,6 miliardi di euro. La spesa relativa ai nuclei non percettori di RdC risulta pari a 11,1 miliardi di euro, in riferimento a una platea di circa 5,6 milioni di richiedenti e 9,1 milioni di figli beneficiari di almeno una mensilità; gli importi medi mensili sono risultati pari a 233 euro per richiedente e a 146 euro per figlio.

I nuclei percettori di reddito di cittadinanza con almeno una mensilità della prestazione integrata dall`assegno unico sono 493mila, con riferimento a circa 835mila figli a carico, di cui circa 480mila appartenenti in via esclusiva a nuclei percettori di RdC. Per essi si è proceduto al calcolo dell`integrazione dell'assegno sottraendo, dall'importo teorico dell'assegno spettante, la quota di Reddito di cittadinanza relativa ai figli che fanno parte del nucleo familiare; l'importo medio mensile di tale integrazione è risultato pari a 166 euro per nucleo.

Per i nuclei non percettori di RdC, circa il 47% degli assegni pagati per figlio si riferisce a beneficiari appartenenti a nuclei con Isee inferiore ai 15mila euro; circa il 23% dei figli, invece, appartiene a nuclei familiari che non hanno presentato Isee. Per essi, con riferimento al mese di novembre, l'importo medio per figlio, comprensivo delle maggiorazioni applicabili, va da poco meno di 50 euro (per chi non presenta Isee o supera i 40mila euro) a 195 euro per le classi di Isee fino a 15mila euro. L'importo base dell'assegno per ciascun figlio minore, in assenza di maggiorazioni, va da un minimo di 50 euro, in assenza di Isee o con Isee pari o superiore a 40mila euro, ad un massimo di 175 euro per Isee fino a 15mila euro.

Occhio all'Isee

Passiamo alle nuove regole. A partire dal primo marzo 2023, sarà più semplice ricevere l'assegno unico e universale per i figli a carico. Infatti, l'Inps proseguirà in automatico il pagamento per chi già ne usufruisce. Solo chi richiede l'assegno per la prima volta dovrà presentare domanda, mentre chi deve segnalare variazioni potrà aggiornare l'istanza in corso, tramite la procedura on line disponibile sul sito www.inps.it. Le prossime mensilità di gennaio e febbraio 2023 saranno calcolate in base all'Isee 2022, oppure facendo riferimento ad Isee 2023 se già presente.

Da marzo, l'importo sarà determinato in base all'Isee 2023 ovvero, in mancanza di Isee 2023, l’assegno sarà calcolato con riferimento ai valori minimi previsti dalla norma, salvo conguaglio con tutti gli arretrati in caso di presentazione dell'Isee entro il 30 giugno. Si ricorda che attraverso il sito ufficiale dell'istituto pensionistico è possibile accedere all'Isee precompilato, completo delle informazioni riferite ai familiari maggiorenni che, con la propria identità digitale, potranno autorizzare il dichiarante all'uso dei propri dati.

Lo ripetiamo: non è obbligatorio presentare una nuova domanda di assegno unico, chi già riceve l'assegno riceverà in automatico la nuova annualità, che scatta da marzo 2023 a marzo 2024. Ma per non perdere nemmeno un euro le regole sono molto precise.

Chi deve rinnovare l'Isee

C’è tempo infatti fino al 28 di febbraio per inviare la Dsu (Dichiarazione sostitutiva unica) all'Inps e ottenere l'aggiornamento dell'indicatore, altrimenti a partire dalla mensilità di marzo verrà erogata solamente la quota minima di 50 euro per ciascun figlio. Al 20 per cento circa dei beneficiari, al momento, l'assegno unico viene riconosciuto in assenza di un Isee. In pratica molte famiglie non hanno presentato Isee e dunque prendono l'importo minimo. Sorprende che l'Isee non sia stato presentato, ad esempio, per ben 42.899 figli disabili, per cui si avrebbe in teoria diritto a un importo un po' più alto. Forse la burocrazia va snellita o forse la comunicazione non è stata chiara in merito.

La stessa scadenza di fine febbraio deve essere rispettata anche dai circa 350mila nuclei a cui gli importi vengono riconosciuti insieme al reddito di cittadinanza, per cui il rinnovo dell'Isee si rende doppiamente necessario per mantenere entrambi gli aiuti. Ovviamente devono tenere aggiornata la domanda di assegno unico, con l'Isee nuovo, tutti coloro che nell'anno appena trascorso hanno affrontato nascita di figli, variazione/inserimento della condizione di disabilità, separazione, variazioni dell'Iban, o uno dei figli diventato maggiorenne.

Aumenti assegno unico: gli importi

"L'Inps è già pronta a riconoscere le maggiorazioni e la rivalutazione degli assegni" ha annunciato qualche giorno fa Vincenzo Caridi, che dell'Inps è direttore generale. Ma quali sono le cifre ufficiali che spetteranno alle famiglie? Gli importi definitivi saranno comunicati nelle prossime settimane con una successiva circolare dell'Inps, anche per tenere conto della rivalutazione legata all'aumento del costo della vita, rivalutazione che sarà resa nota con decreto ministeriale entro la metà di gennaio.

Gli aumenti spettanti, rivalutati a norma di legge, saranno conseguentemente erogati a partire dalla mensilità di febbraio 2023, fatto salvo il diritto ad eventuali conguagli spettanti a decorrere da gennaio 2023. Se bisogna attendere il decreto ministeriale entro la metà di gennaio, la relazione tecnica al disegno di legge di bilancio già fornisce un'indicazione sull'importo preciso, perché ipotizza la cifra massima della maggiorazione in circa 94 euro mensili. A tale importo si arriva applicando una rivalutazione del 7,3% (la stessa già usata per le pensioni) a 87,5 euro (l'incremento del 50% sulla base del valore massimo di Auu attuale). Stabilizzato, infine, l'incremento di 120 euro (finora applicabile solo nel 2022) della maggiorazione che viene riconosciuta alle famiglie che hanno Isee non superiore a 25mila euro che nel 2021 hanno percepito l'assegno per il nucleo familiare.

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