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Martedì, 23 Aprile 2024
La misura più attesa in estate

Assegno unico per ogni figlio da luglio 2021: chi ci guadagnerà davvero e chi avrà le maggiorazioni

"Oggi le famiglie più povere sono penalizzate perché gli incapienti non hanno detrazioni per i figli a carico - spiega il ministro Bonetti -  altri non accedono agli assegni familiari che sono riservati solo ai lavoratori dipendenti". Che cosa cambia da luglio? Solo con i decreti attuativi, ancora da scrivere, si sapranno gli importi

Due mesi e mezzo, poi si partirà in estate, a luglio, con l'assegno unico: A meno di imprevisti. Si è deciso di partire in estate per un motivo preciso: gli assegni al nucleo familiare e altre forme di sostegno che già molte famiglie ricevono hanno una sorta di scadenza di riferimento a luglio. Visto che l’assegno unico universale azzera tutti gli attuali strumenti e benefici, per evitare che questa fase di passaggio creasse criticità e sovrapposizioni difficilmente gestibili, si è evidentemente preferito portare a termine le misure già erogate e poi partire con la nuova misura proprio da luglio 2021.

L'assegno unico per ogni figlio da 250 euro: cosa cambia da luglio 2021

II ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti (renziana) oggi è intervenuta ai microfoni della trasmissione "Tutto in famiglia" su Radio Cusano Campus. Sull'assegno unico universale ha ribadito che è solo questione di (poco) tempo. Mancano i decreti attuativi. "Il Parlamento ha approvato, l'assegno universale è legge dello Stato e arriverà dal 1 luglio - ha affermato Bonetti - E' una buona notizia per le famiglie italiane ma per tutto il Paese. E' un investimento importantissimo, è la possibilità per le famiglie italiane di avere una cifra certa per la cura dei propri figli".

L'assegno unico universale ha carattere di universalità (significa che andrà a tutti) ma sarà commisurato in base al reddito familiare (vi rimandiamo alla fine dell'articolo per alcune simulazioni di importi). Il senso è che le famiglie più in difficoltà avranno di più. "Oggi le famiglie più povere sono penalizzate perché gli incapienti non hanno detrazioni per i figli a carico - spiega Bonetti -  altri non accedono agli assegni familiari che sono riservati solo ai lavoratori dipendenti. Questo anno ha messo in evidenza alcune fragilità strutturali, ma anche la ricchezza dei legami familiare, il Paese ha retto grazie alle famiglie. L'atteggiamento di insicurezza, la difficoltà di immaginare un progetto per il domani, dobbiamo contrapporre un messaggio di speranza e di coraggio dando degli strumenti completi".

"Con il Family Act abbiamo promosso politiche familiari che sono di investimento anche in progetti personali, penso al lavoro femminile perché anche questo puo' sostenere una scelta di maternità. Per fare questo servono anche altre misure come i congedi parentali per donne e uomini non solo per i lavoratori dipendenti, asili nido e finalmente un sistema di welfare che incentivi le scelte dei giovani sullo studio, sul lavoro, sull'autonomia abitativa. Non più assistenzialismo, ma investimento" conclude Bonetti.

In arrivo l'assegno unico universale per ogni figlio: le prossime tappe

L'assegno unico ha un cronoprogramma segnato. Dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 82 del 6 aprile 2021 della legge n. 46/2021 che delega il governo ad adottare uno o più decreti legislativi volti a "riordinare, semplificare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l’assegno unico e universale", la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro ha fatto il punto sulla nuova misura che dovrebbe entrare in vigore dal 1° luglio 2021.

"Il termine fissato non lascia dubbi: il 1 luglio deve partire l'assegno unico e universale per i figli. E deve partire bene, con un sistema semplice ed evitando che qualcuno ci possa perdere, rispetto a oggi. Per questo serve uno sforzo straordinario del Governo, sia sui decreti legislativi, che per trovare le risorse che ancora mancano" dichiara Stefano Lepri, deputato Pd estensore e relatore della legge delega recentemente approvata. Che i tempi siano particolarmente stretti non sfugge a nessuno.

A quanto ammonterà l'assegno unico per ogni figlio

Chi ci guadagnerà davvero rispetto a oggi? Il nuovo assegno mensile a tutte le famiglie che hanno un figlio fino a 21 anni ha un valore di 250 euro ed è composto da un valore fisso e uno variabile al variare del reddito complessivo della famiglia. Sono previste, per legge, le seguenti maggiorazioni, la cui entità andrà definita in fase attuativa:

- per i figli successivi al secondo (quindi che va a premiare le famiglie numerose);

- per le madri giovani, con meno di 21 anni;

- tra il 30 e il 50 per cento per i figli disabili under 21, graduata in base alla condizione di disabilità (al compimento del 21esimo anno di età, se il figlio disabile è ancora a carico, il nucleo percepirà ancora l’assegno ma senza maggiorazioni).

Inoltre l’assegno unico per i figli maggiorenni tra i 18 e i 21 anni avrà un importo inferiore e, su richiesta, potrà essere erogato direttamente al figlio, purché ancora a carico.

La cifra esatta dell'assegno unico per ogni figlio si saprà solo con i decreti attuativi, da scrivere e definire in due mesi. Bisogna andare di corsa. Secondo l’Istat la riforma dell’assegno unico determinerebbe un incremento di reddito per il 68% delle famiglie (in primis gli autononi che non percepiscono gli assegni familiari) e in genere per i redditi molto bassi. Per il 29,7% di nuclei ci sarebbe un peggioramento a livello di aiuti (nuclei con figli over 21 a carico, esclusi dalla norma, famiglie particolarmente numerose, coppie di fatto, chi possiede patrimoni mobiliari e immobiliari, anche se questo costituisce un onere, ad esempio il pagamento dell’Imu), per il restante 2,3% la situazione resterebbe di fatto identica.

I requisiti sono chiari, trattandosi di assegno universale. L’assegno unico spetterà a tutte le famiglie con figli (dal settimo mese di gravidanza a 21 anni di età), senza distinzione tra lavoratori dipendenti ed autonomi: l'ammontare del contributo economico mensile dipenderà dalla situazione economica del richiedente, così come risultante dall’indicatore Isee. Avrà una componente fissa. L’assegno sarà compatibile col reddito di cittadinanza, e verrà riconosciuto sotto forma di credito di imposta o erogazione diretta.

Le misure cancellate dall'assegno unico figli 2021

L’assegno unico sostituirà "in toto" ben sei misure di sostegno attualmente in vigore. In particolare verranno eliminati:

  • L’assegno ai nuclei con almeno tre figli minori, di cui all’articolo 65 della legge n. 448 del 23 dicembre 1998. Tale misura, introdotta nel 1999, prevede l’assegnazione di un importo mensile alle famiglie con tre figli minori di 18 anni a carico. Nel 2020 la misura massima di tale assegno era di 145,14 euro mensili per 13 mensilità, spettante alle famiglie con ISEE inferiore a 8.788,99 euro (per 5 componenti);
  • L’assegno di natalità, di cui all’articolo 1, comma 125, della legge n. 190 del 23 dicembre 2014, all’articolo 23-quater, commi 1 e 2, del decreto legge n. 119 del 23 ottobre 2018 convertito con modificazioni dalla legge n. 136 del 17 dicembre 2018, e all’articolo 1, comma 340, della legge n. 160 del 27 dicembre 2019. Introdotto dalla legge di Stabilità 2015, riconosciuto per ogni figlio adottato o nato entro l’anno considerato e corrisposto fino al primo anno di età o fino al primo anno di adozione. Il contributo previsto è scaglionato per fasce di reddito; nel 2020 era pari a 1.920 euro annui per famiglie con ISEE non superiore a 7.000 euro, di importo pari a 1.440 euro per un valore dell’ISEE superiore a 7.000 euro ma inferiore a 40.000 euro, pari a 960 euro per le famiglie con ISEE superiore a 40.000 euro. A partire dal 2019, inoltre, per i figli successivi al primo l’importo viene aumentato del 20%;
  • Il premio alla nascita o all’adozione, di cui all’articolo 1, comma 353, della legge n. 232 dell’11 dicembre 2016. Introdotto con legge di Stabilità 2017, la misura consiste in un contributo una tantum per un importo pari a 800 euro, erogato in unica soluzione e spettante al compimento del settimo mese di gravidanza o all’atto dell’adozione;
  • Il fondo di sostegno alla natalità. Previsto dall’articolo 1, commi 348 e 349, della legge n. 232 dell’11 dicembre 2016. Istituito con legge di Bilancio 2017 e con una dotazione di 13 milioni di euro per il 2020 e 6 milioni di euro a decorrere dal 2021. Il fondo è diretto a favorire l’accesso al credito alle famiglie con uno o più figli fino a tre anni (o fino a tre anni di adozione) tramite il rilascio di garanzie a banche e intermediari. Nel quadro di una più ampia riforma del sistema fiscale, inoltre, le seguenti misure verranno gradualmente superate o soppresse:
  • Le detrazioni IRPEF per figli a carico, previste dall’articolo 12, commi 1, lettera c), e 1- bis, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 22 dicembre 1986. Esse spettano in misura inversamente proporzionale al proprio reddito e si annullano per redditi pari o superiori a 95.000 euro;
  • L’assegno per il nucleo familiare, previsto dall’articolo 2 del decreto legge n. 69 del 13 marzo 1988, convertito con modificazioni dalla legge n. 153 del 13 maggio 1988, nonché gli assegni familiari previsti dal testo unico delle norme concernenti gli assegni familiari, di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 797 del 30 maggio 1955. Introdotto APPROFONDIMENTO pag 3 nel 1988 e spettante per un importo che dipende dal reddito e dal numero dei componenti del nucleo.

Queste misure ammontano a circa 15 miliardi di euro secondo una stima dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio e corrispondono alla quasi totalità delle spese per le famiglie, identificata dall’Istat in 16,7 miliardi nel 2019. Le misure di sostegno escluse dalla "sostituzione", che ammontano a circa 2 miliardi, sono: i Bonus asili nido, i Congedi parentali e relative indennità, la Carta famiglia (attivata solo nel 2020) e il Fondo politiche per la famiglia (le cui risorse vengono utilizzate sia a livello centrale sia a livello locale). L’assegno unico coprirebbe grandissima parte delle misure esistenti ad oggi. Senza i dettagli dei decreti attuativi, è impossibile stabilire con certezza quanto spetterà a ciascuna famiglia. Si può però ipotizzare un quadro di massima. La previsione prevede l’universalismo dei beneficiari con un moderato grado di selettività: si dovrebbe avere un importo dell’assegno costante pari a 1.930 euro l’anno (161 euro al mese) per ciascun figlio minorenne e a 1.158 euro all’anno (97 euro al mese) per ciascun figlio maggiorenne fino adun livello di Isee pari a 30mila euro (oltre alle maggiorazioni). A partire dai 30mila euro di Isee il valore dell’assegno decresce in modo non lineare sino a 52mila, tutelando maggiormente i nuclei con Isee meno elevato. Sopra i 52mila di Isee l’assegno resta costante a 800 euro l’anno (67 euro al mese) per ciascun figlio minorenne a carico e a 480 euro l’anno (40 euro al mese) per ciascun figlio con più di 18 anni.

Di seguito alcune simulazioni degli importi spettanti:

Assegno Unico: quanto spetterà a ogni famiglia

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