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Venerdì, 19 Aprile 2024
La misura

L'assegno unico per ogni figlio non è automatico: le 2 cose da sapere e chi sarà penalizzato

Primo, le case di proprietà e il saldo sui conti correnti incideranno sull’importo. Secondo, non arriverà automaticamente ma andrà fatta domanda sul sito dedicato con lo Spid)

Assegno unico dietro l'angolo. Si parte a settimane con le domande. Nell'ambito "dell'impianto di sicurezza sociale l'assegno unico familiare è un passo straordinaro nell'assistenza alla famiglia" ha detto ieri il premier Mario Draghi nel corso della conferenza stampa di fine anno rispondendo a una domanda sul crollo della natalità nel nostro paese. Il premier ha ammesso che "sono stati fatti progressi notevoli in direzione della famiglia, però resta un'insoddisfazione di fondo".

Assegno unico per ogni figlio: cosa cambia in concreto

L'assegno unico è un passo avanti per quasi tutti: il 77 per cento delle famiglie italiane avrà vantaggi rispetto a oggi. Da marzo 2022 l'assegno unico per ogni figlio entrerà in vigore a pieno regime. Un mese fa il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo attuativo. Attenzione: la nuova misura andrà ad inglobare tutti i vari benefici dello stesso tipo già esistenti. Il sussidio economico verrà erogato in favore di chi ha figli, a partire dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età.

Arriva fino a 175 euro, che scenderà a 85 per i figli maggiorenni tra i 18 e i 21 anni. L'importo pieno andrà a chi ha un Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) fino a 15mila euro. Per chi ha redditi superiori, l'assegno scenderà progressivamente, fino al minimo di 50 euro (25 per i figli maggiorenni) per Isee oltre 40mila o per chi non presenta la dichiarazione. Maggiorazioni previste in caso di figli disabili, giovani madri e famiglie numerose. Se entrambi i genitori lavorano e l’Isee è basso, inoltre, si avranno altri 30 euro in più, che si azzerano oltre i 40mila euro di Isee. Nel novero delle tutele entrano poi le giovani madri fino a 21 anni, che riceveranno circa 20 euro al mese in più.

Le cose da sapere

Ci sono alcune cose da tenere bene a mente: le case di proprietà e il saldo sui conti correnti incideranno sull’importo del nuovo assegno unico per i figli. Infatti sarà modulato in base all’Isee della famiglia, indicatore della situazione economica che tiene conto del reddito, ma anche dei patrimoni mobiliari e immobiliari. Una prima stima della Fondazione studi dei consulenti del lavoro rivela che a parità di reddito da lavoro, ma con Isee diversi del nucleo, l’assegno può infatti variare sensibilmente. I genitori conviventi, poi, non potranno più ancorare il beneficio (come accade oggi con gli Anf) al lavoratore con il reddito più basso. Diventeranno decisivi gli immobili posseduti dai genitori, con effetti diretti sull’Isee, così come i patrimoni e i risparmi in banca finora non rilevanti nell’attuale sistema di detrazioni per carichi familiari e assegni al nucleo.

La novità non è di poco conto, non si tratta di dettagli maerginali. Le "vecchie" detrazioni Irpef per i familiari a carico e gli assegni al nucleo erano calibrati sul reddito, quello individuale per gli sgravi fiscali e quello complessivo del nucleo per gli Anf (che spettano solo se deriva per almeno il 70% da lavoro dipendente). La fotografia della situazione economica della famiglia basata sull’Isee, invece, considera il reddito ma anche il patrimonio, mobiliare e immobiliare, e l’indicatore diminuisce all’aumentare del numero dei figli. Si mettono nel calderone Isee anche le giacenze medie dei conti correnti, eventuali conti di deposito, buoni fruttiferi, premi assicurativi e auto possedute.

Va chiarita poi la modalità di erogazione: l'assegno unico per ogni figlio non è attivo in automatico. Ci saranno più o meno due mesi di tempo nel 2022 (gennaio e febbraio) per ottenere l’Isee aggiornato in corso di validità su cui definire gli importi. Serve l'Isee, altrimenti da marzo in molti si troveranno in busta paga il taglio degli assegni familiari e delle detrazioni per i figli. Se non si vuole fare l’Isee, c'è comunque un’autodichiarazione nella domanda da presentare all'Inps. Ma a quel punto si riceverà sul conto corrente - nella domanda bisogna infatti indicare le proprie coordinate bancarie - la cifra minima possibile: 50 euro al mese a figlio, anziché al massimo 175 euro.

Dove chiedere l'assegno unico a gennaio 2022 (serve lo Spid?)

Dove si fa domanda? Il sito web dove presentare domanda non è ancora online. Nelle prime settimane dell'anno dovrebbe debuttare. La domanda per l’assegno unico potrà essere presentata annualmente a partire dal mese di gennaio 2022, spiegava il presidente dell'Inps Tridico, sulla base di un format semplificato limitando al massimo l’inserimento delle informazioni utili per procedere alla erogazione delle somme spettanti a partire dalla fine del mese di marzo 2022: verrà accreditato direttamente sul conto corrente del beneficiario oppure mediante bonifico domiciliato. Fanno eccezione i percettori del Reddito di Cittadinanza i quali ricevono l’importo con le stesse modalità di erogazione del RdC. L’assegno è riconosciuto a decorrere dal mese successivo a quello di presentazione della domanda. Se la domanda è presentata entro il 30 giugno dell’anno di riferimento, l’assegno è riconosciuto a decorrere dal mese di marzo del medesimo anno. Per i nuovi nati l’assegno parte invece dal settimo mese di gravidanza.

C'è attesa per le istruzioni operative dall'Inps per inviare le domande. La norma prevede che l'importo sia attribuito al 50% ad entrambi i genitori . Dovrebbe servire lo Spid. Si procederà probabilmente così: il genitore che si colleghera per fare la domanda  riceverà il 50% e l'Inps invierà contestualmente un SMS  di avviso , all'altro genitore: quest'ultimo potrà rispondere inviando i suoi dati per ricevere il restante 50% dell'inporto  oppure attribuire il versamento del 100% al genitore richiedente. Per le famiglie poco digitalizzate non sarà la cosa più semplice del mondo.

Qualcosa potrà ovviamente cambiare in futuro. Nella valutazione dell'Upb il costo complessivo dell'introduzione dell'assegno unico per i figli si attesta a poco più di 18 miliardi, di cui circa 6 di risorse aggiuntive rispetto a quelle attualmente erogate, in linea con quanto indicato nella Relazione tecnica del provvedimento. La misura riguarda quasi 7,3 milioni di nuclei familiari e 10,8 milioni di figli e apporta un beneficio medio per nucleo di poco più di 1.000 euro (quasi 700 per figlio). Il 92% dei nuclei familiari coinvolti risultano avvantaggiati o indifferenti rispetto al regime vigente, in relazione al carattere universale dell'assegno unico e, soprattutto, all'impiego di risorse aggiuntive. Lo ha detto in audizione in commissione Affari sociali della Camera il consigliere dell'Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) Alberto Zanardi sul decreto attuativo della misura che entrerà in vigore a gennaio.

Chi sarà penalizzato

Tra i diversi risultati della simulazione, l'upb ha evidenziato "l'elevata quota di famiglie avvantaggiate e il rilevante ammontare del beneficio tra quelle che oggi sono escluse da qualsiasi misura di sostegno, a conferma del carattere universale dell'assegno unico". Inoltre, "emerge un beneficio relativamente generoso a favore delle famiglie numerose (con più di tre figli). In senso opposto, si rileva la penalizzazione in termini relativi per i nuclei con patrimonio al di sopra delle franchigie rilevanti per le Isee".

Alla luce dei risultati, ha detto Zanardi, emergono due considerazioni generali. In primo luogo, "sarebbe opportuna una riflessione su un'eventuale riduzione del peso del patrimonio immobiliare nella definizione dell'Isee ai fini della determinazione dell'assegno unico. A parità di reddito familiare, la sola presenza di un'abitazione di residenza di proprietà con valori superiori alle franchigie dell'Isee può ridurre anche sensibilmente l'assegno unico rispetto a chi non la possiede. Tale riflessione diviene ancora più rilevante se si considerano l'attuale stato del catasto e le forti disomogeneità territoriali negli estimi catastali che si rifletterebbero in importi dell'assegno unico differenziati territorialmente e anche all'interno del singolo Comune a parità di altre condizioni". In secondo luogo, "considerato il numero marginale di nuclei familiari svantaggiati dall'introduzione dell'assegno unico (circa l'8% del totale in presenza della clausola di salvaguardia pari a due terzi) e il contenuto importo medio della perdita (circa 300 euro annui), sarebbe altresì opportuno valutare di prolungare temporalmente ed estendere oltre i 25.000 euro di Isee la clausola di salvaguardia totale prevista per il 2022. I costi annuali ammonterebbero a poche centinaia i milioni".

Infine, l'introduzione dell'assegno unico richiede di affrontare due questioni che pongono problemi di coerenza nel sistema tax-benefit. Da un lato, "il mantenimento del Cuaf a carico dei soli lavoratori dipendenti appare incoerente con un assegno di tipo universale e pone pertanto l'opzione di una sua cancellazione e ricorso alla fiscalità generale oppure di una sua estensione a tutte le categorie di contribuenti che beneficiano dell'assegno unico. Dall'altro, la permanenza dell'attuale regime per i figli maggiori di 21 anni a carico (detrazioni Irpef) determina una discontinuità nel trattamento tra i figli con meno e quelli con più di 21 anni che potrebbe essere superata estendendo anche a questi ultimi (entro una certa età) l'assegno unico ma con ammontari decrescenti al crescere degli anni del figlio a carico", ha concluso.

Secondo i deputati dem Chiara Gribaudo e Luca Rizzo Nervo "sarebbe opportuno anche escludere dal computo Isee le somme ricevute a titolo risarcitorio e il patrimonio destinato al ‘dopo di noi’. Manteniamo alta l’attenzione per evitare penalizzazioni a nuclei con figli disabili nel passaggio tra il vecchio Anf e l’assegno unico, in particolare chiediamo il mantenimento delle clausole di salvaguardia temporanea in attesa di una misura strutturale". Staremo a vedere.

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