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Mercoledì, 24 Aprile 2024
La nuova misura per le famiglie

Assegno unico per ogni figlio da luglio 2021 per lavoratori autonomi e i disoccupati

"L'assegno unico familiare universale partirà a luglio, in una forma ponte, solo la parte che riguarda le detrazioni fiscali verrà rimandata a gennaio. Le famiglie devono essere tranquille" dice il ministro per la Famiglia, Elena Bonetti. Mario Draghi: "E' una di quelle trasformazioni epocali su cui non ci si ripensa l'anno dopo"

La rivoluzione dell'assegno unico è dietro l'angolo. "L'assegno unico familiare partirà a luglio, in una forma ponte, solo la parte che riguarda le detrazioni fiscali verrà rimandata a gennaio. Le famiglie devono essere tranquille" ha detto a Radio Anch’io su Rai Radio 1 il ministro per la Famiglia, Elena Bonetti.

Assegno unico 2021: come funziona e cosa cambia

"L'assegno unico raccoglierà in sé tutte le forme di sostegno, comprese le detrazioni fiscali. Siccome a luglio vuol dire partire a metà anno - ha spiegato Bonetti - solamente la parte che riguarda le detrazioni fiscali viene rimandata a gennaio. Quindi a gennaio arriverà un assegno più alto a tutte le famiglie, perché comprenderà anche le detrazioni fiscali, mentre da luglio arriverà tutti i mesi una cifra per ogni figlio, maggiorata dal terzo figlio e nel caso di figli disabili. Parliamo di almeno 2.200.000 nuclei familiari - ha sottolineato la ministra - che oggi non ricevono gli assegni al nucleo familiare e lo riceveranno, e una maggiorazione di questo assegno per tutti".

"Si può star tranquilli anche per gli anni a venire l'assegno unico è una di quelle trasformazioni epocali su cui non ci si ripensa l'anno dopo" ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi intervenendo agli Stati generali della natalità. "Il Governo si sta impegnando su molti fronti per aiutare le coppie e le giovani donne - ha detto -. Al sostegno economico diretto delle famiglie con figli è dedicato l'assegno unico universale. Dal luglio di quest'anno la misura entrerà in vigore per i lavoratori autonomi e i disoccupati, che oggi non hanno accesso agli assegni familiari. Nel 2022, la estenderemo a tutti gli altri lavoratori, che nell'immediato vedranno un aumento degli assegni esistenti. Le risorse complessivamente a bilancio ammontano ad oltre 21 miliardi di euro, di cui almeno sei aggiuntivi rispetto agli attuali strumenti di sostegno per le famiglie".

Stefano Lepri, deputato Pd, commenta così: "Il forte impegno espresso oggi da Mario Draghi, che ha definito l’assegno unico una riforma epocale, spinge per far partire presto e bene la misura. Non possiamo più far attendere le famiglie italiane, che tanti sacrifici hanno fatto e stanno facendo".

"Apprezzabili e condivisibili gli impegni dell’attuale governo sulla natalità e il sostegno ai giovani - dice la deputata Laura Ravetto, responsabile dipartimento Pari Opportunità della Lega - la Lega lo auspica da anni, ma la chiave è che le donne non debbano più scegliere tra lavoro o figli. Questo si può superare solo intervenendo sul sostegno alla maternità. È necessario considerarla una riforma strutturale cui dedicare fondi del PNNR e impegni di spesa pluriennali e non misure spot come finora è stato fatto. Puntare a un riequilibrio del gap salariale e a un sistema di welfare che permetta alle donne di dedicarsi alla loro carriera superando la scelta tra l’essere madre o lavoratrice. Solo così sarà possibile incrementare la natalità nel nostro Paese".

A chi spetta l'assegno unico e a quanto ammonta

Quali sono i requisiti? L'assegno unico spetta a tutte le famiglie con figli (dal settimo mese di gravidanza a 21 anni), e non fa distinzione tra lavoratori dipendenti ed autonomi. Il contributo economico mensile dipenderà dalla situazione economica del richiedente, in base all'Isee. Sarà compatibile con altre forme di sostegno e si potrà ottenere un massimo 250 euro al mese.

Mancano ancora i provvedimenti attuativi ma in base ad alcune simulazioni da parte dei consulenti del lavoro, ci sarà una scala di valori. Chi ha un importo dell’assegno costante pari a 1.930 euro l’anno (ovvero 161 euro al mese) per ciascun figlio minorenne, chi percepisce 1.158 euro all’anno (ovvero 97 euro al mese) per ciascun figlio maggiorenne. A partire dai 30mila euro di Isee il valore dell’assegno decresce in modo non lineare sino a 52mila. Oltre 52mila di Isee l’assegno resta costante a 800 euro l’anno (67 euro al mese) per ciascun figlio minorenne a carico e a 480 euro l’anno (40 euro al mese) per ciascun figlio maggiorenne.

Chi ci guadagnerà davvero rispetto a oggi? Il nuovo assegno mensile a tutte le famiglie che hanno un figlio fino a 21 anni ha un valore di 250 euro ed è composto da un valore fisso e uno variabile al variare del reddito complessivo della famiglia. Sono previste, per legge, le seguenti maggiorazioni, la cui entità andrà definita in fase attuativa:

- per i figli successivi al secondo (quindi che va a premiare le famiglie numerose);

- per le madri giovani, con meno di 21 anni;

- tra il 30 e il 50 per cento per i figli disabili under 21, graduata in base alla condizione di disabilità (al compimento del 21esimo anno di età, se il figlio disabile è ancora a carico, il nucleo percepirà ancora l’assegno ma senza maggiorazioni).

Inoltre l’assegno unico per i figli maggiorenni tra i 18 e i 21 anni avrà un importo inferiore e, su richiesta, potrà essere erogato direttamente al figlio, purché ancora a carico.

La cifra esatta dell'assegno unico per ogni figlio si saprà solo con i decreti attuativi, da scrivere e definire.

Quali misure saranno cancellate dall'assegno unico

L'assegno unico consentirà di eliminare quello ai nuclei con almeno tre figli minori, l’assegno di natalità, il premio alla nascita o all’adozione (l’una tantum di 800 euro), il fondo di sostegno alla natalità. E poi ci sono altre due misure gradualmente superate o soppresse, ovvero le detrazioni Irpef per figli a carico e l’assegno per il nucleo familiare. 

Ecco tutte le misure di sostegno che verranno eliminate:

  • L’assegno ai nuclei con almeno tre figli minori, di cui all’articolo 65 della legge n. 448 del 23 dicembre 1998. Tale misura, introdotta nel 1999, prevede l’assegnazione di un importo mensile alle famiglie con tre figli minori di 18 anni a carico. Nel 2020 la misura massima di tale assegno era di 145,14 euro mensili per 13 mensilità, spettante alle famiglie con ISEE inferiore a 8.788,99 euro (per 5 componenti);
  • L’assegno di natalità, di cui all’articolo 1, comma 125, della legge n. 190 del 23 dicembre 2014, all’articolo 23-quater, commi 1 e 2, del decreto legge n. 119 del 23 ottobre 2018 convertito con modificazioni dalla legge n. 136 del 17 dicembre 2018, e all’articolo 1, comma 340, della legge n. 160 del 27 dicembre 2019. Introdotto dalla legge di Stabilità 2015, riconosciuto per ogni figlio adottato o nato entro l’anno considerato e corrisposto fino al primo anno di età o fino al primo anno di adozione. Il contributo previsto è scaglionato per fasce di reddito; nel 2020 era pari a 1.920 euro annui per famiglie con ISEE non superiore a 7.000 euro, di importo pari a 1.440 euro per un valore dell’ISEE superiore a 7.000 euro ma inferiore a 40.000 euro, pari a 960 euro per le famiglie con ISEE superiore a 40.000 euro. A partire dal 2019, inoltre, per i figli successivi al primo l’importo viene aumentato del 20%;
  • Il premio alla nascita o all’adozione, di cui all’articolo 1, comma 353, della legge n. 232 dell’11 dicembre 2016. Introdotto con legge di Stabilità 2017, la misura consiste in un contributo una tantum per un importo pari a 800 euro, erogato in unica soluzione e spettante al compimento del settimo mese di gravidanza o all’atto dell’adozione;
  • Il fondo di sostegno alla natalità. Previsto dall’articolo 1, commi 348 e 349, della legge n. 232 dell’11 dicembre 2016. Istituito con legge di Bilancio 2017 e con una dotazione di 13 milioni di euro per il 2020 e 6 milioni di euro a decorrere dal 2021. Il fondo è diretto a favorire l’accesso al credito alle famiglie con uno o più figli fino a tre anni (o fino a tre anni di adozione) tramite il rilascio di garanzie a banche e intermediari. Nel quadro di una più ampia riforma del sistema fiscale, inoltre, le seguenti misure verranno gradualmente superate o soppresse:
  • Le detrazioni IRPEF per figli a carico, previste dall’articolo 12, commi 1, lettera c), e 1- bis, del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 22 dicembre 1986. Esse spettano in misura inversamente proporzionale al proprio reddito e si annullano per redditi pari o superiori a 95.000 euro;
  • L’assegno per il nucleo familiare, previsto dall’articolo 2 del decreto legge n. 69 del 13 marzo 1988, convertito con modificazioni dalla legge n. 153 del 13 maggio 1988, nonché gli assegni familiari previsti dal testo unico delle norme concernenti gli assegni familiari, di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 797 del 30 maggio 1955. Introdotto APPROFONDIMENTO pag 3 nel 1988 e spettante per un importo che dipende dal reddito e dal numero dei componenti del nucleo.

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