Incidenti, banca dati per le assicurazioni contro i furbetti e i falsi testimoni
E' nato l'archivio informatico integrato dell'Ivass, l'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, con lo scopo di arginare i vari tentativi di frode
I furbetti delle assicurazioni da oggi hanno un nemico in più: una grande banca dati contro i falsi incidenti e i testimoni fasulli. Lo scorso 10 giugno è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il regolamento dell'Ivass - l'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni - che disciplina la banca dati sinistri, la banca dati anagrafe testimoni e quella dei danneggiati (articolo 135 del decreto legislativo 209/2005, codice delle assicurazioni private). Come scrive Italia Oggi, il regolamento si occupa in particolare dei dati personali.
COME FUNZIONANO LE BANCHE DATI - I dati di tutti i sinistri vengono caricati nelle banche dati: estremi dell'incidente, nomi di testimoni e danneggiati, quelli dei professionisti incaricati di seguire il sinistro e delle carrozzerie/officine di riparazione, insieme a tutti gli elementi di valutazione del danno, compresi quelli sanitari, le somme pagate e i nomi di chi ha incassato.
A CHE COSA SERVONO - Le assicurazioni - che hanno l'obbligo di comunicare i dati necessari circa il sinistro entro sette giorni dalla richiesta di risarcimento o dalla denuncia - potranno consultare le banche dati per tentare di arginare i vari tentativi di frode e per controllare le dichiarazioni sostitutive, scrive ricorda Italia Oggi. Alle banche dati hanno accesso anche l'autorità giudiziaria, le forze dell'ordine e le pubbliche aministrazione competenti in materia di prevenzione e contrasto di comportamenti fraudolenti nel settore delle assicurazioni obbligatorie per i veicoli.
PRIVACY - Il regolamento si occupa in particolare della protezione dei dati personali. Le assicurazioni devono assumere misure preventive e idonee al fine di assicurare la riservatezza, la sicurezza e l' integrità dei dati e delle comunicazioni. I dati vengono registrati nelle banche dati per cinque anni dalla data di definizione di ciascun sinistro. Dopo quell'intervallo, vengono caricati su un supporto gestito dall'Istituto di vigilanza, che li mette a disposizione dell'autorità giudiziaria penali oppure degli interessati. Passati infine altri cinque anni, i dati delle persone fisiche e giuridiche coinvolte vengono cancellati. Quelli che rimangono finiscono su un altro supporto informatico in forma anonima e non pososno essere utilizzati per identificare gli interessati. Tutti gli accessi alle banche dati sono tracciati dall'Ivass e in caso di consultazione illeggittima scatta la sospensione. Essendo un obbligo di legge comunicati i dati relativi ai sinistri, non c'è bisogno del consenso degli interessati.