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Sabato, 20 Aprile 2024
L'intervista

Assonautica chiede a Draghi "il Ministero del Mare"

La blue economy è stata pesantemente danneggiata dalla pandemia di coronavirus, ma il paradosso è che il danno economico può essere ribaltato e diventare una possibilità imprenditoriale per il turismo e l'economia italiana. Giovanni Acampora a Today.it: "Il caso Ever Given nel canale di Suez è esempio di come l'uomo dipenda dalle risorse del mare"

"Abbiamo lavorato molto con la task force di Conte e a Draghi chiediamo continuità con le richieste fatte. In primis il rinnovo delle concessioni demaniali (prorogate fino sino al 31 dicembre 2033) che non viene applicato da tutti i Comuni; decontribuzione fiscale a chi cambia i motori endotermici per gli elettrici o ibridi; la costituzione del Ministero del Mare nel prossimo governo; una task force blu di promozione univoca in giro per il mondo del nostro turismo costiero e la formazione di un tavolo unico di dialogo ministeriale di tutte le attività economiche e ambientali marine, costiere e dell'immediato entroterra". Sono queste le principali richieste avanzate al Governo Draghi da parte di Assonautica, rappresentata dal neo presidente nazionale Giovanni Acampora. Proprio lui, in una intervista esclusiva a Today.itracconta le condizioni in cui si trova la nautica italiana in questo momento di crisi dovuto alla pandemia, rimarcando un paradosso: nautica come settore ferito dallo stato di emergenza, ma che vive del mare, luogo sicuro dal covid come pochi e volano per l’economia di un Paese bagnato da quasi 8mila chilometri di costa. "Una risorsa da mettere a reddito in modo sostenibile - rimarca il consigliere di Assonautica Gianni Gargano - Per questo noi di Assonautica, come braccio operativo della Camera di Commercio vogliamo essere riferimento dei comparti della nautica delle verie associazioni di categoria per formare un fronte comune e difendere l'economia blu del mare, evitando errori fatti in passato". Un mare da “conquistare” dunque, come ha detto Acampora durante il suo insediamento a presidente di Assonautica, "ma anche risorsa da tutelare perché dal mare l’uomo ricava costantemente alimenti, materie prime e anche energia".

Ma allora presidente lei come guarda l'incidente avvenuto nel canale di Suez? Non è forse la prova che è difficile coniugare i due interessi?
"Direi di no, anzi. L'incidente di Suez sta proprio a significare che l'uomo dipende dalle risorse del mare e dello shipping. Basti pensare che il danno economico creato dalla Ever Given al traffico marittimo mondiale é di 400 milioni di dollari di merci ferme all'ora. La sfida quindi rimane. Tutelare la risorsa ittica rimane essenziale per il settore primario da una parte e per esigenze di sopravvivenza dell'umanità dall’altra: il mare sarà l'unica fonte alimentare incrementabile quando l'agricoltura, a fronte del costante incremento demografico mondiale, non sarà più in grado di dare i risultati attuali".

Il 2020 è stato un anno durissimo per tutti i settori, ma in particolare tutto ciò che è legato all'indotto turistico è stato davvero messo in ginocchio, a partire dall'occupazione. Fatturati, ricavi: quali sono i numeri del "sistema mare" finora conosciuti del 2020? Ci sono comparti che hanno resistito meglio di altri?
"Stando agli ultimi dati disponibili, l’economia del mare è arrivata a produrre 46,7 miliardi di valore aggiunto, pari al 3% del totale dell’economia italiana. Come accade per tutte le attività economiche, per lo svolgimento del processo produttivo, i diversi settori dell’economia del mare hanno bisogno di relazionarsi a monte con settori fornitori (produttori di beni e servizi di input come materie prime, semilavorati, ecc.) e, a valle, con l’insieme delle attività che garantiscono la distribuzione commerciale, quali servizi di marketing, trasporti, logistica. Gli effetti sull’economia del “Sistema mare” non si limitano quindi alle attività economiche, ma si estendono ad altre attività indirette, tanto a monte quanto a valle. In pratica, esiste un moltiplicatore per cui per ogni euro prodotto da un’attività della blue economy, se ne attivano altri sul resto dell’economia, generati da tutte quelle attività che contribuiscono alla sua realizzazione, secondo una dinamica di filiera. Nel 2018, i 46,7 miliardi di euro di valore aggiunto prodotti dalle attività dell’economia del mare hanno attivato 87,8 miliardi di euro di valore aggiunto sul resto dell’economia, per un ammontare produttivo complessivo pari a 134,5 miliardi di euro (ovvero l’8,5% del valore aggiunto prodotto dall’intera economia nazionale). In altre parole, per ogni euro prodotto dalla blue economy se ne attivano sul resto dell’economia altri 1,9 euro". Assonautica ha chiesto ed ottenuto dal Governo Conte l'inserimento dei codici Ateco delle seguenti attività fin dal primo Dpcm: Porti Turistici, cantieri nautici, officine nautiche e navali, gru a servizio di porti, sorveglianza e soccorso in mare. Sostanzialmente abbiamo salvato la continuità del lavoro per gli addetti al settore. Poi però serviva fare arrivare i clienti nei porti e quindi abbiamo lavorato sulle Regioni per permettere di andare a fare attività sportiva dilettantistica (e quindi non amatoriale) tipo pesca, subacquea e vela fuori dal comune di residenza. Tutto difficile ma siamo arrivati ai primi di giugno quando è arrivato il liberi tutti. A quel punto é stato un assalto alle marine. Purtroppo non é andato tutto bene: il charter è stato fermo fino ad agosto e ha perso tutti i clienti stranieri che non potevano venire in Italia. In compenso molte attività si sono riprese, quando si è cominciato a capire che andare in barca era il miglior modo per isolarsi: la vendita di barche ha ricominciato a correre per tutto l'anno e anche adesso non si trovano barche nuove da comprare. Il mercato dell'usato di conseguenza ha alzato i prezzi e i porti al nord e al centro non hanno posti liberi".

Circa il 40% delle imprese dell'economia del mare opera nei servizi di alloggio e ristorazione: parliamo di 70mila aziende di varie dimensioni. Per loro i vari Decreti Sostegni e Ristori si sono sempre rivelati non bastevoli. Il ministro Franco ha parlato, entro la fine dell'anno, "di un graduale stop agli aiuti" creati in larga parte con aumento del debito. L'estate 2021 sarà sufficiente per ripartire o l'onda lunga dei lockdown si sentirà ancora per molto?
"Nel settore turistico, nel 2020, secondo l’ultimo rapporto Istat, a seguito della pandemia da covid-19, in tutti i Paesi europei i flussi turistici subiscono un profondo shock. Nei primi 8 mesi del 2020, Eurostat stima che il numero delle notti trascorse nelle strutture ricettive nell’Unione europea sia pari a circa 1,1 miliardi: un calo di oltre il 50% rispetto allo stesso periodo del 2019. Complessivamente nei mesi del lockdown, la variazione, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, è pari a - 91%, nel mese di giugno 2020, i flussi turistici iniziano timidamente a risalire, mentre il trimestre estivo (luglio, agosto e settembre) vede un recupero parziale, in particolare nel mese di agosto. La ripresa è decisamente più robusta per la componente domestica nazionale mentre risulta molto limitata, anche nel mese di agosto, per quella estera. Dunque se consideriamo che gli esperti di settore ritengono che il 2021 sarà l’anno dei viaggi a corto raggio o entro regione, in particolare il litorale pontino potrebbe attrarre nei prossimi mesi flussi turistici non inferiori a quelli riferiti alla scorsa stagione, peraltro penalizzata nel periodo iniziale da condizioni meteorologiche non favorevoli nel mese di giugno. Considerando che in provincia di Latina gli italiani rappresentano il 90% delle presenze, le previsioni più caute lasciano presumere che, seppur in modo più contenuto, le destinazioni pontine possano almeno replicare la scorsa stagione. I campeggi hanno aumentato i fatturati ma gli alberghi e i ristoranti hanno perso più della metà degli introiti. Idem per chi fa trasporto passeggeri in mare o per mobilitá o per escursionismo. Andremo verso una stabilizzazione, in negativo, di questa tendenza. Serve vaccinare la popolazione e raggiungere l'immunità di gregge prima dell'estate".

Al suo insediamento, lei ha parlato della formula delle 8R: resilienza e resistenza, revisione statutaria, riequilibrio economico finanziario; rafforzamento dei rapporti con il sistema camerale e le associazioni territoriali; riposizionamento istituzionale; rilancio di una nuova immagine e del nuovo ruolo dell'associazione; recupero di credibilità. E' un programma davvero molto ambizioso, ma che deve avere giocoforza un inizio. Da dove si parte e qual è la prima urgenza?
"L’Assonautica andrà ad elaborare la propria azione sotto l’egida dell’innovazione tecnologica e dello sviluppo sostenibile, funzionali ad un rilancio occupazionale dei territorio ed alla nascita di realtà imprenditoriali Green oriented, con anche azioni di divulgazione scientifica per la presentazione di progettualità tecniche di interesse strategico e trasversale al settore dell’Economia del Mare. Il mio impegno sarà orientato allo sviluppo di queste tematiche con una Presidenza fortemente improntata all’equilibrio, all'innovazione e al cambiamento sia da un punto di vista strettamente finanziario che associativo, per una nuova stagione di pacificazione e rilancio. Ed é su questi temi e con questa vision che chiedo a tutti di sostenere questo nuovo corso che voglio sintetizzare con la formula delle 8 "R".

La nautica "del tempo libero" è spesso vista come un settore elitario, fatto di yacht esclusivi e ricchezza, non avvicinabile. Come attirare più persone? Quali iniziative e strumenti possono far capire che il mare è molto più accessibile di tanti altri prodotti turistici a torto considerati più a buon mercato? Dev'essere "svecchiato" il modo di comunicare il mare?

"L'immagine della nautica oggi é penalizzante per tutti ma questo dipende soprattutto da due fattori: la nautica popolare non fa notizia e chi investe di piú in comunicazione fa l'asso piglia tutto, vale a dire i cantieri e i mega porti che fanno pubblicità. Ma in Italia, su mezzo milione di barche solo 150.000 superano i 10 metri. Un dato che fa comprendere che di fatto la nautica è piú popolare di quello che si percepisce. Serve avvicinare la gente comune al mare. Assonsutica da anni si batte per una nuova patente nautica su potenze e dimensioni contenute e ci stiamo riuscendo. Langue peró una risposta sugli scivoli pubblici gratuiti per l'accesso al mare. L'età media dei diportisti che monitoriamo da un decennio con lo studio del settore Yachtman portrait é salita a 67 anni ed il dato é in peggioramento.  Le lobby della portualità turistica devono capire che servono misure di apertura alle fasce meno benestanti della popolazione o il settore va in crisi profonda. Per dare nuova clientela al settore servono nuove leve, nuova gioventù che non può arrivare altro che dalla nautica libera e carrellabile. Con riferimento alla portualità turistica, il ruolo della Associazione sarà quello di promuovere lo sviluppo della nautica da diporto, del turismo nautico e di tutte le attività economiche, produttive, sociali e sportive ad esso collegate. Nel merito, quindi, penso al ruolo dell’Assonautica nel facilitare e sostenere interventi di riqualificazione delle strutture portuali e diportistiche, dei servizi, degli impianti e delle attrezzature di dotazione e, quindi, digitalizzazione e messa in rete dell’intero sistema portuale. Ridisegnare i percorsi di qualificazione delle strutture portuali, promovendone lo sviluppo e la valorizzazione, anche con standard di servizio in grado di qualificare i porti stessi in tema di garanzie sulla qualità delle infrastrutture, di efficienza dei processi e di sostenibilità ambientale. Penso, allora, all’idea di una rete dei porti turistici ed al progetto Quality Marine, il cui obiettivo sarà quello di creare strumenti standardizzati ed omogenei utili a mappare la rete di strutture qualificate e certificate, in grado di attrarre nuovi e vecchi diportisti ed arginare la perdita di fatturato esplosa nel post Covid-19".

La cantieristica navale è un settore forte: in Italia si costruiscono eccellenze destinate in ogni angolo del mondo. Cosa fare per sfruttare questo tipo di indotto a vantaggio dell'economia e del lavoro italiano?
"Siamo i primi costruttori al mondo sul Global order book attualmente 268 su 621 super e mega yacht in costruzione al mondo battono bandiera italiana. I secondi sono i turchi con 77 e i paesi bassi con 68. La misura media é sui 40 metri. San Lorenzo, Azimut e Benetti da soli hanno il 22% del mercato. Per fare meglio, anche se sembra impossibile, occorre aiutare i cantieri con meno burocrazia, serve dare nuovi spazi per lavorare al coperto nelle aree dove si trovano.  Serve fare nuovi porti con posti di dimensioni adeguate, alzare gli standard dell'accoglienza che sono molto lontani nella maggior parte dei porti ed agevolare i proprietari di mega yacht a spostarsi in fretta dagli aeroporti verso le coste periferiche. Assonautica sta lavorando anche su questo. Dove gli armatori si trovano meglio si sviluppa la cantieristica di servizio. Un mega yacht dipende dalla manutenzione per il 5 % del suo valore ogni anno".

Mare e ambiente. Le imprese marittime possono essere un traino alla sostenibilità ed esempio anche per altre realtà commerciali? Quale dev'essere la direzione per diventare sempre più pilastro della green economy?
"Il mare è sempre stato una delle più grandi sfide dell’uomo, spazio da conquistare e nel contempo risorsa da tutelare e proteggere; dalla risorsa mare l’uomo ricava costantemente alimenti, materie prime e potenzialmente anche energia sfruttando la forza delle correnti, delle onde, delle maree, delle correnti di marea oltre al gradiente termico tra superficie e fondali. Così, il mare, presentandosi come un’importante leva sulla quale fondare parte dello sviluppo economico, deve stimolare un attento studio su tutte quelle attività che sono il frutto, o possono trovare giovamento, dalla presenza di questa risorsa come migliorare il livello di conservazione delle risorse e dell’ambiente, attraverso la massima riduzione dell’impatto ambientale; rafforzare la competitività delle diverse filiere ed integrando azioni di tutela delle risorse ambientali con la proposizione di strategie integrate di gestione; migliorare la governance del sistema impresa promuovendo modelli organizzativi che garantiscano lo sfruttamento sostenibile della fascia costiera e delle aree marine; promuovere la ristrutturazione del settore garantendo una formazione specifica e dedicata alle nuove generazioni per l’acquisizione di nuove competenze per una gestione innovativa delle attività afferenti l’Economia del Mare".

Filiera ittica, trasporti marittimi, cantieristica navale: cosa potrà, e dovrà, chiedere al Governo Draghi per il settore che rappresenta nei prossimi mesi? Cosa si aspetta dall'Esecutivo e dove possono esserci spazi di crescita?

"Stiamo lavorando ad un sistema che metta in rete le aziende ricettive e che non dipenda da booking. Ne parleremo a breve con Ministro Garavaglia. Per il resto lavoriamo ad una mobilità aerea smart su avio ed idrosuperfici per incrementare l'incoming di alto livello dal Nord Europa. La macroregione adriatico ionica sarà il nostro primo campo di prova di sviluppo del nuovo modo di fare turismo".

La pandemia, pur nella sua drammaticità, ha costretto tutti a un "reset" riflessivo (si pensi all'uso mai sfruttato con particolare linearità dello smart working per aziende digitali). Qual è il "reset" dell'economia del mare? In cosa non bisogna ripetere gli errori degli anni passati?

"L’Assonautica deve poter sviluppare un proprio punto di osservazione, riflessione e condivisione delle dinamiche economiche che interessano, nell’economia del mare, i propri ambiti di competenza. Dobbiamo rafforzare il ruolo dell’Assonautica nazionale, delle singole strutture provinciali e dei partner Istituzionali da coinvolgere nell’iniziativa, così da assistere le imprese attraverso azioni, progetti ed interventi di semplificazione amministrativa, piani di investimento in innovazione tecnologica, di processo, di prodotto ed i tipo organizzativo, di sviluppo industriale e commerciale, per mezzo di comportamenti sostenibili, ecocompatibili ed innovativi, facilitando e promuovendo, nel contempo, fenomeni di aggregazioni di piccole e medie imprese operanti nelle filiere produttive legate alla risorsa “Mare”".

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