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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Soldi

Chi avrà 400 euro in più in busta paga nel 2022

Quanto inciderà, a conti fatti, il combinato disposto di nuove detrazioni fiscali e sconto contributivo a partire dal 1º gennaio? Ecco le simulazioni

Chi avrà alcune decine di euro in più in busta paga ogni mese grazie a riforma del'Irpef e alla decontribuzione "eccezionale", ovvero che durerà un solo anno, dal 1 gennaio al 31 dicembre 2022? Facciamo un po' d'ordine. I nuovi scaglioni Irpef sono una cosa. La riduzione dei contributi prevista dalla legge di bilancio un'altra.

Aumenti busta paga: cosa succede dal 1º gennaio

A incidere di più sul "netto in busta" ogni mese saranno le novità nel calcolo dell'Irpef, ma un impatto ci sarà anche con la decontribuzione da gennaio a dicembre 2022: è il riconoscimento dell'esonero dalla trattenuta, in busta paga, di una parte dei contributi dovuti all'Inps dai lavoratori per la pensione. Uno sconto minimo, pari a 0,8% e senza alcuna conseguenza negativa sulla futura pensione: la somma non pagata ce la mette lo stato. Lo sgravio non si applica non si applica ai rapporti di lavoro domestico (quindi, alle buste paga di colf e badanti) e arriva a patto che la retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non ecceda l’importo di 2.692 euro mensile, maggiorato, per la competenza del mese di dicembre, del rateo di tredicesima. Insomma, calcolatrice alla mano, la riduzione dei contributi è per lavoratori con retribuzioni sotto ai 35mila euro all'anno.

Il Sole 24 Ore ricorda oggi che il contributo a carico dei lavoratori costituisce per gli stessi anche un onere deducibile dal reddito imponibile ai fini Irpef consentendo quindi di pagare meno Irpef. Quindi, diminuendo la trattenuta del contributo previdenziale nei riguardi del lavoratore ne consegue che si realizza un fisiologico aumento del reddito imponibile su cui pagare l’Irpef: dettagli certo, ma non trascurabili.

Le simulazioni

Il limite mensile di 2.692 euro è una soglia determinante: il beneficio perso in un determinato mese non può essere recuperato a conguaglio di fine anno anche se complessivamente il lavoratore raggiunge una retribuzione inferiore a 35mila euro.

Di fatto, calcola il quotidiano di Confindustria, con le nuove detrazioni fiscali e lo sconto contributivo applicate sulle retribuzioni annue lorde tra 17.250 euro e 35mila euro, da tutte le simulazioni si evince che il vantaggio più elevato si tocca per gli stipendi prossimi a 17.250 euro (ossia, 1.326 euro lordi al mese per 13 mensilità) il cui beneficio complessivo annuo è pari a 409 euro, di questi 318 euro a seguito del regime fiscale più favorevole e 90 euro derivante dallo sconto contributivo dello 0,8% (22%). Euro netti, non lordi.

A salire, diminuiscono i vantaggi: con stipendi di 26mila euro il vantaggio netto è di circa 250 euro, e per oltre il 50% è generato dallo sconto contributivo. Con 32mila euro di retribuzione annua, il vantaggio di 215,69 euro l’anno è per 2/3 attribuibile allo sconto contributivo.

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