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Lunedì, 29 Maggio 2023
Le stime

Aumenti in busta paga: chi avrà 76 euro in più al mese e chi solo 4 euro

La nuova riforma dell'Irpef avvantaggia i redditi medio-alti, molto meno quelli bassi. Per molti lavoratori il taglio delle aliquote si tradurrà in un contentino

La riforma dell'Irpef è alle porte. Con il meccanismo studiato dal governo (previo confronto con i partiti di maggioranza) le aliquote passeranno da 5 a 4 con la cancellazione del prelievo al 41% e il conseguente allargamento della platea dell'ultimo scaglione. La riforma prevede inoltre un taglio di due punti per chi oggi paga il 27% e di 3 punti per l'aliquota del 38%. In sostanza ci sarà un abbassamento della tassazione per i redditi medio-alti.  

Irpef attuale

  • 23% --> fino a 15.000
  • 27% --> da 15.000 a 28.000
  • 38% --> da 28.000 a 55.000
  • 41% --> da 55.000 a 75.000
  • 43% --> oltre 75.000

Irpef post-riforma

  • 23% --> fino a 15.000
  • 25% --> da 15.000 a 28.000
  • 35% --> da 28.000 a 50.000
  • 43% --> oltre 50.000

Riforma Irpef: come cambieranno le buste paga

Si tratta ovviamente ancora di ipotesi. Ma quale sarebbe nel concreto il vantaggio economico? Per chi ha un reddito imponibile lordo di 50 mila euro si prevede un risparmio massimo di circa 920 euro annui. Il beneficio scende man mano che si abbassa il reddito. Secondo le stime dei consulenti del lavoro chi ha un reddito di 20mila euro potrebbe pagare circa 100 euro in meno di Irpef all'anno che salgono a 300 euro per chi prende 30mila euro. A partire dai 40 mila euro il vantaggio dovrebbe essere di 620 euro ovvero 51 euro in più nella busta paga di ogni mese. 

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Oltre i 50 mila euro di reddito il beneficio si riduce: ad esempio, in caso di reddito da 60 mila euro all'anno gli sgravi raggiungeranno 570 euro netti. Un'altra novità della riforma è che il bonus di 100 euro (introdotto da Renzi e ritoccato da Conte) verrebbe riassorbito (non cancellato dunque) dalle detrazioni Irpef. Dal momento che non si conosce ancora come cambieranno le detrazioni, le stime che abbiamo riportato sopra sono per ora provvisorie. In ogni caso è ormai acclarato che il vantaggio fiscale sarà concentrato principalmente sui redditi medio alti. 

Irpef: solo 4 euro in più per chi guadagna 17mila euro

Secondo il consulente del Lavoro, Enzo De Fusco, con la nuova riforma "i vantaggi sono previste per tutte le fasce di reddito in misura diversa: 4 euro mese per le fasce di reddito più basse (17.500 euro), per passare a 76 euro mese per le fasce medie (50.000 euro), per finire con le fasce di reddito più elevate con un vantaggio mensile di 22 euro mese". Insomma, per chi ha un reddito basso la riforma dell'Irpef si tradurrà in un contentino: solo pochi euro al mese. 

Cuneo fiscale: le ultime 3 riforme hanno privilegiato i redditi medi

Vero è, come ricorda Fusco, che  da "una lettura sistematica dei tre interventi sul cuneo fiscale che sono stati previsti negli ultimi anni" a guadagnarci sono stati soprattutto i redditi tra 27.500 e 35.000 euro "il cui vantaggio medio è di 120 euro al mese". Dal 2015 il bonus Renzi aveva infatti previsto una prima riduzione del cuneo, con un vantaggio fiscale di 80 euro mese che interessava prioritariamente i redditi fino a 26.000 euro e intervenendo sulle detrazione di imposta. Successivamente con la legge di bilancio 2021 è stato previsto un secondo intervento, che integrava il bonus Renzi portandolo a 100 euro mese ed estendendo la platea ai contribuenti con un reddito fino a 40.000 euro, anche in questo caso rivendendo gli algoritmi delle detrazioni di imposta.

Se proviamo a fare un esercizio di sommatoria dei vantaggi previsti dai tre interventi sul cuneo fiscale (compresa dunque l'ultima riforma), il risultato è che a guadagnarci di più sono proprio i redditi medi, ovvero compresi tra 27.500 e 35.000 euro.  "Più penalizzati, invece, sarebbero i redditi fino 25.000 euro in quanto il vantaggio fiscale si attesta tra i 100 e i 116 euro", spiega De Fusco all'AdnKronos. Come abbiamo visto la sforbiciata dell'Irpef studiata dall'esecutivo in carica (su suggerimento, ricordiamolo, dai partiti) sarà invece concentrata principalmente sui redditi elevati e lascerà a bocca asciutta (o quasi) chi guadagna meno.

Una riforma voluta dai partiti

Del resto le avvisaglie c'erano già tutte: il documento approvato a fine giugno dall commissioni finanze di Camera e Senato dava al governo un indirizzo piuttosto chiaro, ovvero "l'abbassamento dell'aliquota media effettiva con particolare riferimento ai contribuenti nella fascia di reddito 28.000-55.000". L'esecutivo dunque si è "limitato" a esaudire i desiderata delle forze parlamentari.

E difatti uno dei pochi a lamentarsi della riforma è il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. "La manovra economica e anche il taglio dell'Irpef non rispondono alle urgenze più profonde del Paese" dice il deputato. "Non combattono con efficacia la diseguaglianza. Troppo poco a chi ha poco o ha perso molto. Troppo a chi non ne avrebbe bisogno in questo momento". Critiche sono arrivate anche da Giorgia Meloni. Secondo la leader di Fdi, la riforma colpisce "ancora il ceto medio. Se avessi dovuto decidere come spendere questa cifra in un momento come questo avrei concentrato queste risorse sul lavoro". 

Non promuove del tutto la riforma neppure  Benedetto Della Vedova, segretario di Più Europa e sottosegretario agli Esteri. "Sulla manovra la maggioranza dovrebbe evitare atteggiamenti elettoralistici. Un taglio Irpef fatto per accontentare tutti - dice -, anziché ad esempio concentrare le risorse sui lavoratori più giovani, anche se comunque positivo non lascerà tracce significative". 

Landini ai partiti: "Per i redditi bassi non ci sono risposte, ripensateci"

Dure critiche al taglio dell'Irpef arrivano invece dal segretario della Cgil Maurizio Landini. "Un'operazione che tuteli i redditi alti mentre per quelli bassi, che non arrivano a fine mese, non ci sono risposte", semplicemente "non è fattibile" dice Landini. L'ipotesi di lavoro per cui fino a 15mila euro di reddito non ci sarebbero benefici fiscali "è una cosa che non si giustifica". "Dico al governo ripensateci", ha fatto sapere il sindacalista a margine della manifestazione unitaria a Roma contro la manovra di bilancio. "E ai partiti ripeto che forse non hanno capito il messaggio sociale che arriva dal Paese. Perché se il messaggio che arriverà ai cittadini è che ci si deve arrangiare, si aumenta solo la distanza dalla politica". 

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