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Giovedì, 28 Marzo 2024
La novità da marzo

Aumenti in busta paga: gli effetti reali della riforma fiscale

Quasi duemila euro in più dal primo marzo. Ma i benefici delle due riforme dell'Irpef e dell'assegno unico non sono per tutti uguali

Sono le famiglie meno abbienti e con figli quelle che riceveranno il beneficio maggiore dall'entrata in vigore dell'assegno unico e della riforma dell'Irpef. Secondo i calcoli del Dipartimento Finanze del ministero dell'economia 1,13 milioni di famiglie che si trovano nel primo decimo di reddito equivalente - quelle appunto più vulnerabili economicamente - godranno di un beneficio pari a 1.935 euro l'anno.

L'aumento di quasi quemila euro avrà un'incidenza sul reddito lordo dell'11,6% ed è in grandissima parte ascrivibile agli effetti dell'introduzione dell'assegno unico. I benefici si riducono gradualmente per i nuclei dei decimi successivi, più ricchi, scendendo fino a circa 500 euro.

La riforma dell'Irpef contenuta nella manovra di bilancio e l'assegno unico che scatterà il primo marzo hanno, presi nel loro insieme, "un carattere redistributivo a favore dei nuclei familiari più vulnerabili e delle aree più svantaggiate del Paese" secondo l'analisi del Dipartimento Finanze del Mef. Le novità incideranno sui redditi di 22 milioni di famiglie. I maggiori benefici riguarderanno i nuclei svantaggiati e con più figli, mentre tra le aree territoriali, sottolinea il ministero dell'Economia, sarà al Sud che si ridurranno maggiormente le disuguaglianze.

Più soldi in busta paga

Va ricordato che gli aumenti sono un combinato disposto dell'entrata in vigore -dal 1° gennaio- della nuova Irpef basata su quattro aliquote e scaglioni. La legge di bilancio, infatti, ha eliminato l'aliquota del 41%, ed è intervenuta sulle due aliquote centrali, abbassandole rispettivamente dal 27 al 25% e dal 38 al 35%. 

Scaglioni Reddito Aliquote
1° scaglione fino a 15mila euro 23%
2° scaglione da 15.000 a 28mila euro 25%
3° scaglione da 28.000 a 50mila euro 35%
4° scaglione oltre i 50mila euro 43%

Modificato anche il sistema delle detrazioni anche per i lavoratori autonomi e per i pensionati.  

Reddito in euro Importo della detrazione
fino a 15.000 1.880 (non inferiore a 690. Per i lavoratori a tempo indeterminato non inferiore a 1.380)
oltre 15.000 fino a 28.000 1.910+1.190*
(28.000-reddito)/(28.000-15.000)
da 28.000 a 50.000 1.910*[50.000-reddito)/(50.000-28.000)
oltre 50.000 zero

Inoltre l'intervento ha modificato anche i 100 euro dell'ex bonus Renzi, oggi definito nella legge di bilancio "trattamento integrativo": il beneficio continua ad essere erogato come prima (e cioè in forma piena, quindi 100 euro in busta paga) solo a coloro che hanno un reddito fino a 15mila euro. L'ulteriore detrazione per redditi oltre i 28mila euro - e fino a 40mila - è stata cancellata.

Il bonus viene riconosciuto anche a chi ha un reddito complessivo compreso tra 15mila e 28mila euro, ma solo in presenza di determinate condizioni spiegate in questa circolare.

L'assegno unico spiegato dalla ministra Bonetti 

Come abbiamo visto tuttavia la maggior parte dei benefici arriva dall'assengo unico che verrà erogato a partire da marzo dall'Inps. Il sostegno economico per le famiglie con figli a carico, che sarà di 175 euro mensili per famiglie con ISEE pari o inferiore a 15mila euro a scendere progressivamente fino a. 50 euro mensili per famiglie con ISEE superiore a 40mila euro. 

Tuttavia nella combinazione tra redditi e ISEE è possibile che alcune famiglie ricevano un importo inferiore alle previsioni. L'ammontare dell'assegno è modulato non solo sulla base della condizione economica del nucleo familiare, individuata attraverso l'Isee, tenendo conto dell'età dei figli a carico, ma anche sulla situazione patrimoniale che non necessariamente inquadra la ricchezza di una famiglia. In presenza di redditi da lavoro 'medio-alti', ma non 'cospicui' e di un Isee superiore a 40.000 euro, l'erogazione di un assegno unico con valore fisso di 50 euro determinerà, per i beneficiari, un sostegno economico decisamente inferiore rispetto a quanto percepito in precedenza. Con una perdita possibile annua fino a 946 euro rispetto alla situazione precedente con due redditi da lavoro di padre e madre rispettivamente di 35mila e 18mila euro, coniugati e con due fili maggiori di 3 anni, e un Isee superiore a 40mila euro. 

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