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Giovedì, 21 Settembre 2023
ECONOMIA

"Se aumenta l'Iva, 847 euro di tasse in più a famiglia"

Commercianti e consumatori dicono che se scatterà la clausola di salvaguardia inserita nell'ultima manovra economica gli italiani riceveranno in regalo 54 miliardi in più di tasse in un triennio

ROMA - Se il governo non dovesse riuscire ad evitare l'attuazione delle "famigerate clausole di salvaguardia", aumenti di Iva e accise, tra ricadute dirette e indirette, costerebbero 847 euro in più di tasse l'anno a famiglia. L'obiettivo dell'esecutivo, che il sette aprile darà il via libera al nuovo quadro economico definito dal Def, il documento di programmazione economica e finanziaria, è quello di evitare l'emergenza. Ma i saldi devono rimanere invariati. E quindi, per non fare scattare l'aumento dell'Iva che colpirebbe tutti gli italiani, il governo ha due strade: risparmiare di più tagliando o spendendo meno o sostituire l'aumento con altre tasse.

Adusbef e Federconsumatori sottolineano gli "effetti disastrosi sull'economia" se dovessero scattare le clausole di salvaguardia. Per questo "è indispensabile che il governo trovi le risorse eliminando sprechi e privilegi e potenziando la lotta all'evasione". Nel dettaglio, secondo i calcoli dell'Osservatorio nazionale Federconsumatori, il passaggio dell'Iva dal 10 al 12% il prossimo anno costerebbe 176 euro a famiglia, cui andranno aggiunti altri 90 euro per l'ulteriore aumento al 13% previsto per il 2017. Un totale già di 266 euro cui va sommati il 'salasso' da 461 euro in due anni per il passaggio dell'Iva al 22% progressivamente al 25,5% e 28 euro di aumenti delle accise sui carburanti.

Pesanti poi anche le ricadute 'indirette' degli aumenti dell'Iva su gas, elettricità e delle accise sui carburanti (che incidono su costi di produzione e costi di trasporto). A regime si tratterebbe di altri +87 euro annui a famiglia (pari a +0,3% su tasso di inflazione). Una scelta che sarebbe «irresponsabile», commentano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti: oltre 800 euro sarebbero «Un importo insostenibile, soprattutto in un momento delicato e difficile come quello che il Paese sta attraversando. Tale aggravio comporterebbe una ulteriore contrazione della domanda interna, con risvolti drammatici per l'intero sistema economico».

Ai consumatori si è aggiunta la voce della Confcommercio. «Appezziamo sia i toni sia i contenuti delle recenti dichiarazioni del presidente del Consiglio e di altri esponenti della maggioranza sulla necessità di evitare l'attivazione delle clausole di salvaguardia, come peraltro la Confcommercio chiede da tempo al governo e che, a partire dal 2016, innalzerebbero l'Iva con costi per le famiglie pari a oltre 54 miliardi nel triennio 2016-2018». Secondo i commercianti «soltanto nel 2016 le tasse potrebbero crescere di quasi 13 miliardi di euro». «È bene acquisire e diffondere la consapevolezza che un tale evento cancellerebbe le già complicate chance di ripresa dei consumi e dell'economia nel complesso. Purtroppo le parole non bastano a disinnescare il pericolo e, pertanto, è necessario da subito reperire risorse adeguate attraverso un'accelerazione della spending review, disegnata dai tecnici ma attuata dalla politica, la quale deve assumersi, con coraggio, la piena responsabilità di spezzare il circolo vizioso tra più spesa e più tasse».

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