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Venerdì, 29 Marzo 2024
Riso amaro

Perché il prezzo del riso aumenterà

L'Italia ne è il principale produttore europeo. Sono all'orizzonte ritocchi ai prezzi sugli scaffali dei supermercati. "Colpa" degli allevamenti, del caro energia, dell'inflazione e non solo. I produttori sono in difficoltà. Cosa succede al cibo più consumato al mondo?

Il prezzo del grano tocca vette mai viste prima, e le difficoltà per reperire quello tenero, con cui si fa il pane, sono in aumento. Sembra un momento ottimale per un'alternativa eccellente come il riso, un alimento di cui l'Italia è il principale produttore europeo, e la cui domanda negli ultimi dieci anni è aumentata di oltre il 10%. Invece no. Sono all'orizzonte aumenti dei prezzi anche per il riso. "Colpa" degli allevamenti, anche. Infatti proprio il boom dei prezzi di grano e mais sta facendo aumentare la domanda di riso di bassa qualità in molti Paesi asiatici per sostituire grano e mais nelle razioni degli animali d’allevamento. 

La Cina è da tempo uno dei mercati di mangimi più vasti del pianeta. Gli importatori, proprio a causa della carenza di grano e mais, provano in queste settimane ad acquistare volumi extra di riso di qualità inferiore (il riso rotto durante il processo di macinazione) per immagazzinare razioni alimentari per gli animali degli allevamentin intensivi.  Ciò comporterà un rialzo dei prezzi del riso, che è un alimento base in tutto il mondo. E succede in una fase in cui in livelli d'inflazione sono preoccupanti. Mettete dentro il calderone il caro energia, e la frittata è bella che fatta.

Insomma, "rischiamo di non riuscire più a garantire le forniture", sostiene Mario Francese, presidente dell’Airi, l’associazione che riunisce le industrie risiere italiane, che rappresenta il 93% del riso prodotto in Italia. Le sue parole hanno trovato spazio sul Sole 24 Ore qualche giorno fa. Il tema è passato abbastanza sottotraccia, ma quando gli aumenti del prezzo del riso, più prima che poi, saranno evidenti anche nei supermercati, senz'altro se ne tornerà a parlare con maggiore convinzione. Non si tratta di una nicchia, ma di un segmento economico da 1,5 miliardi di euro di fatturato in un anno.

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I costi per i produttori sono aumentati molto: "Lo dico con realismo e senza alcuna drammatizzazione - ha anche detto Francese - tanto per fare un esempio, per la nostra industria il costo dell’energia nell’ultimo anno è aumentato del 400%, e questo già prima del conflitto. Perché da febbraio, quando è cominciata la guerra in Ucraina, è ulteriormente raddoppiato". Anche la materia prima agricola è aumentata, "poiché i risicoltori a loro volta hanno visto crescere i loro prezzi di produzione: così, in un anno, il costo del riso originario, quello che si usa per fare il sushi, è passato da 350 a 770 euro alla tonnellata, il ribe è passato da 330 a 570 e l’arborio e il carnaroli, rispettivamente, sono aumentati del 25 e del 60%". 

In pratica siamo arrivati a un punto in cui la domanda delle industrie supera l’offerta dei coltivatori. Sul fronte riso, noi italiani siamo protagonisti assoluti in Europa. In Italia si producono oltre 200 varietà di riso, dalle nostre risaie arriva il 40% di tutto il riso prodotto in Europa e nel nostro Paese la domanda di riso, così come dei suoi prodotti derivati, è in costante crescita da tempo. L'import di riso nel 2021 (considerato nel complesso tra lavorato, semigreggio, risone e rotture) è aumentato di 16.100 tonnellate (+7,5%), secondo le stime di Anacer sulla base dei dati Istat. Inoltre il 2021 è stato un anno particolare, nel quale sono diminuite anche le vendite all'estero di riso italiano (-53.600 tonnellate, pari a -7% considerato nel suo complesso tra lavorato, semigreggio, risone e rotture).

I prezzi sugli scaffali dei supermercati sono destinati a salire, c'è poco da fare: "Già nell’autunno come industria avevamo chiesto un intervento sui listini - diceva al quotidiano di Confindustria il presidente dell’Airi Francese - ma la Gdo ha accolto la nostra richiesta con freddezza e solo minimamente. Ora, alla luce degli ulteriori aumenti dovuti al conflitto, noi produttori da soli non siamo più in grado di sostenere gli aumenti". Produrre sottocosto non è uno scenario plausibile. A breve i prezzi saliranno.

L'annuncio della Russia di sospendere le esportazioni di grano, riso, orzo e mais nell'Unione Economica Euroasiatica (EEU) fino al 31 agosto non impatta direttamente sulla situazione italiana. Ma in una situazione di difficoltà dei mercati la speculazione si estende dall'energia alle materie prime agricole. Il riso in linea di massima costa sempre di più rispetto al grano, ma l’impennata dei prezzi di quest’ultimo ha ridotto drasticamente la differenza fra i due cereali, facendo in modo che il grano diventasse più costoso anche di alcuni tipi di riso di qualità inferiore. Ad esempio il riso della Thailandia è salito del 5%, arrivando a 421,50 dollari a tonnellata. Anche i prezzi del riso di Vietnam e India sono aumentati: quello indiano è arrivato a quota 320 dollari a tonnellata.

Shirley Mustafa, economista della FAO, ha spiegato che in futuro potrebbe esserci un maggiore interesse per il riso di qualità inferiore da destinarsi all’alimentazione animale se il mercato di grano e mais continuerà su questa strada. Ci potrebbero essere conseguenze negative su vasta scala: il rischio è, ad esempio, che le nazioni più povere come l’Africa e l’Asia vedano crollare la sicurezza alimentare visto che questi paesi solitamente fanno affidamento sulla disponibilità a basso costo di questo alimento base.

Il riso, presente con centinaia di varietà nella dieta quotidiana dei popoli di ogni continente, è il cibo più consumato al mondo. Costituisce i due terzi dell’alimentazione quotidiana per tre miliardi di persone e dà lavoro, e di conseguenza da mangiare, a quasi un miliardo di anime,

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