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Venerdì, 29 Marzo 2024
Il costo della vita

I prezzi alle stelle e la "tassa occulta" che colpisce i conti correnti

L'Istat conferma il +4,8% di gennaio, l'inflazione si attesta ai valori più alti dal 1996. Volano i prezzi dei beni energetici, ma aumenta anche il costo dei prodotti alimentari

Il costo della vita si impenna. L'Istat conferma il dato sull'inflazione di gennaio con un indice nazionale dei prezzi al consumo che registra un aumento dell'1,6% su base mensile e del 4,8% su base annua (da +3,9% del mese precedente), attestandosi ai valori più alti da aprile 1996. L'Istituto segnala come l'ulteriore e marcata accelerazione dell'inflazione su base annua è dovuta prevalentemente ai prezzi dei beni energetici (la cui crescita passa da +29,1% di dicembre a +38,6%), in particolare a quelli della componente regolamentata (da +41,9% a +94,6%), e in misura minore ai prezzi dei beni energetici non regolamentati (da +22,0% a +22,9%). In deciso aumento anche i prezzi dei beni alimentari non lavorati (da +3,6% a +5,3%), mentre l'inflazione rallenta nel settore dei trasporti (da +3,6% a +1,5%).

Su base mensile, rileva l'Istat, l'aumento dell'indice generale è dovuto per lo più ai prezzi dei beni energetici regolamentati (+43,8%) e in misura minore a quelli degli energetici non regolamentati (+3,0%). Pesa comunque anche l'aumento dei beni alimentari non lavorati (+2,0%), degli alimentari lavorati (+1,3%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,1%) e dei beni durevoli (+0,8%).

I venti di guera certamente non aiutano. E già si parla di nuovi aumenti di benzina e diesel dovuti alla crisi tra Russia e Ucraina. In caso di conflitto la quotazioni del greggio potrebbero addirittura salire fino a 120-130 dollari, anche 150 dollari in presenza di un embargo delle esportazioni russe. Scenari impensabili, perché anche la Russia ha bisogno di esportare. Se la situazione in Ucraina dovesse peggiorare, le forniture di petrolio e gas dalla Russia all'Europa potrebbero essere interrotte per un tempo più o meno lungo, facendo aumentare ulteriormente i prezzi all'ingrosso. Non si tratta di una certezza, ma di una possibilità sul tavolo. 

"Una tassa occulta da 76 miliardi"

L'inflazione dunque sta erodendo in maniera massiccia il potere di acquisto e i risparmi degli italiani. "Oggi l'inflazione è al 4,8% e corrisponde a una tassa 'occulta' su conti correnti da 76 miliardi di euro, calcolata sul totale complessivo di 1.604 miliardi lasciati in banca dalle famiglie italiane" ha spiegato di recente a 'Omnibus', su La7, Lando Maria Sileoni, il segretario generale della Fabi (il principale sindacato bancario nazionale). In sostanza, ha detto Sileoni, "ogni persona che ha i soldi sul conto corrente e come se perdesse il 4,8% di potere d'acquisto e quindi ha comunque un effetto negativo diretto anche, ma non solo, sui consumi". "Se la Banca centrale europea, come sembra, dovesse aumentare il costo del denaro - ha aggiunto - potrebbero aumentare anche i tassi di interesse sui conto correnti ma anche quelli che i cittadini pagano su mutui e prestiti". 

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