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Venerdì, 19 Aprile 2024
Turni massacranti e contratti precari

Chi sono gli schiavi di Babbo Natale

Dal Black Friday al 25 dicembre: perché le proteste potrebbero ritardare la consegna dei regali. L'inchiesta di Dossier

Comprare online i regali la sera, dopo il lavoro, quando i negozi sono ormai chiusi. Si paga, si clicca e l'ordine è fatto. Ma dietro quel click c'è una rete di migliaia di persone in agitazione per i turni massacranti, il controllo digitale dei loro spostamenti e la precarietà dei contratti: piccoli trasportatori, subappaltatori, forzati del porta a porta che, dal Black Friday al 25 dicembre, ogni anno vivono il loro mese più difficile. Non a torto vengono considerati gli schiavi di Babbo Natale.

Nonostante l'accordo sindacale firmato in ottobre, la Cgil nei giorni scorsi ha avviato la campagna #MakeAmazonPay, "fate pagare Amazon", per chiedere migliori condizioni al colosso americano del commercio in rete. Sotto accusa gli stipendi troppo bassi dei precari. E i loro ritmi di lavoro, che per Dossier ha vissuto da vicino Irene Fassini, accompagnando nel suo turno l'autista di un'impresa in subappalto. Ma proteste e blocchi intorno ai grandi depositi della logistica scoppiano all'improvviso anche tra i dipendenti di aziende italiane e non è escluso che, nelle prossime settimane, possano ritardare le consegne natalizie.

Il trucco delle fatture

Il giro d'affari miliardario del commercio online, come in altri settori, ha richiamato imprenditori non sempre cristallini. Al di fuori dei rapporti con le grandi aziende, comunque regolati da contratti e da ferrei codici di condotta per i fornitori, va infatti peggio. È la giungla dei subappaltatori. Ed è qui, come hanno raccontato Alfredo Faieta su Dossier e Massimiliano Melley su MilanoToday, che da anni è entrata in campo la 'ndrangheta. 

DOSSIER - L'inferno di un corriere - di Irene Fassini

DOSSIER - Il capo è un algoritmo - di Irene Fassini

Centottantasei consegne in un giorno (foto Irene Fassini/MilanoToday)-2

"La criminalità organizzata usa i sub-subappalti della logistica perché permettono di riciclare quantità enormi di denaro", racconta a Today.it un piccolo trasportatore, che opera in Lombardia, Toscana e Lazio e chiede l'anonimato perché è quotidianamente alle prese con la concorrenza sleale della rete criminale.

DOSSIER - Così la 'ndrangheta si è bevuta la spuma - di Alfredo Faieta 

MILANOTODAY - E i giudici salvano l'azienda dai boss - di Massimiliano Melley

Il meccanismo lo spiega così: "Il trucco non funziona con le grandi piattaforme dell'e-commerce, dove tutto è tracciato, ma con alcune reti italiane. La ditta A in subappalto, di solito una cooperativa intestata a stranieri - racconta il testimone - consegna cento pacchi per conto del committente B, ma ne fattura duecento. In questo modo B fa sparire in fondi neri l'equivalente riportato nelle fatture false e rimborsa ad A soltanto le spese fiscali e un cinque per cento del valore per il disturbo. Su un giro d'affari di migliaia e migliaia di consegne all'anno, diventa difficile per la guardia di finanza dimostrare la falsa fatturazione. Diciamo che, in questi ambienti di subappalto estremo, per ogni pacco consegnato ce n'è un altro fantasma che viene fatturato: ma non esiste. In questo modo vengono riciclati e fatti sparire milioni di euro. E per i trasportatori come me, grandi o piccoli, lavorare sotto il controllo della 'ndrangheta non è il massimo dell'allegria".

La novità dei sindacati

Il tracciamento stretto di dipendenti e percorsi da parte delle grandi piattaforme, a cominciare da Amazon, impedisce qui l'infiltrazione della criminalità. Ma, secondo il sindacato, gli addetti alle consegne se la passano altrettanto male. "Ci sono più di dieci sistemi di controllo sul lavoratore tramite telecamere, geolocalizzazione e mappatura degli spostamenti - spiega Francesco Melis, rappresentante di Nidil, l'organizzazione della Cgil per l'assistenza alle nuove identità di lavoro -. Con questi meccanismi, sono in grado di individuare il responsabile di un calo".

Una manifestazione davanti a un deposito di Amazon (foto Ansa)-3

L'inchiesta di Dossier racconta di turni con 150 consegne al giorno: una ogni tre minuti nell'arco delle otto ore. Tempi che ovviamente si dilatano fin tanto che il furgone non viene svuotato. Amazon, però, a differenza di altre aziende e cooperative italiane del settore, è anche all'avanguardia nei rapporti con il sindacato. Il 12 ottobre 2022, dopo l'esperienza negli Stati Uniti, ha firmato il primo accordo con le organizzazioni di categoria di Cgil, Cisl e Uil.

"Questa prima intesa ha portato a un aumento della retribuzione del due per cento - spiegano allo sportello della Cgil - un aumento del buono pasto da 5 a 7 euro e 500 euro in buoni acquisto". Ma i benefit riguardano, ovviamente, i lavoratori interni. È il mondo esterno a sfuggire a ogni regola. A cominciare da noi clienti, che protestiamo non appena ci accorgiamo che il nostro acquisto è in ritardo.

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