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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia Italia

Caso Banca Etruria: Renzi riaccende lo scontro sulla "vigilanza" di Bankitalia

Il capo della Procura di Arezzo Roberto Rossi ridimensiona il ruolo di papà Boschi e punta il dito contro Banca d'Italia: Popolare di Vicenza voleva unirsi a Banca Etruria nonostante i conti in rosso della banca veneta. E Renzi: "Il problema non è il Pd"

"Non c'è nessun profilo penale per il padre di Maria Elena Boschi". Il procuratore di Arezzo Roberto Rossi in una audizione fiume durata oltre cinque ore ha spiegato il suo punto di vista sul crac Banca Etruria davanti alla commissione Bicamerale Banche. Pierluigi Boschi, in questo scenario, risulta assente da quelle operazioni che hanno portato Banca Etruria a finire con le gambe per aria.

Rossi chiarisce che sotto le delibere di Banca Etruria che hanno autorizzato maxi-finanziamenti irregolari, sfociati nella bancarotta, la firma dell'ex vicepresidente Pierluigi Boschi non c'era

 La discussione si sposta sul ruolo della Banca d'Italia

"La vicenda di Boschi e di Banca Etruria è un gigantesco alibi per non affrontare il vero problema, che i risparmiatori che sono stati fregati dalle banche, dai manager e dalle grandi tecnocrazie che dovevano vigilare". Lo ha detto il segretario del Pd Matteo Renzi intervistato da Massimo Giannini su Radio Capital.

"Per due anni e mezzo si è cercato di far credere che i pasticcioni eravamo noi - continua Renzi questa volta a 'L'aria che tira' su La7 - Il tempo è galantuomo". 

"Sulle banche abbiamo la coscienza e la fedina pulita. Che ci fosse un conflitto d'interessi sulla banca Etruria è falso. La colpa degli errori delle banche è innanzitutto dei manager, di chi ha dato prestiti sbagliato, di tutti quelli che non hanno governato bene. I banchieri che hanno sbagliato devono pagare".

"Hanno dipinto me come un amico dei banchieri", dice il segretario dem, "siamo andati a vedere nella Commissione d'inchiesta e abbiamo visto che la vigilanza non funzionava"

Il leader del Pd torna ad attaccare poi Bankitalia.

"Con una battuta direi che non vorrei che Vegas andasse alla Figc. La mancata vigilanza era emersa già su Ferrara, e ora anche su altre."

Cosa ha detto il procuratore Rossi in Commissione Banche

Il procuratore di Arezzo ha ricordato come Banca d'Italia chiese ad Etruria nel dicembre 2013, a seguito di ispezioni e azioni di vigilanza, "di integrarsi in gruppo di elevato standing con le necessarie risorse patrimoniali e professionali". L'unica trattativa concreta fu quella con Banca popolare di Vicenza che offrì 1 euro per azione.

Un'offerta che non venne portata all'attenzione dell'assemblea dei soci.

Per il procuratore di Arezzo quindi Bankitalia nel febbraio 2015, "stigmatizza l'operato dei vertici di Etruria e, come si legge, "il ruolo contraddittorio del presidente Rosi che nelle trattative con Vicenza, a fronte di rassicurazioni che forniva, teneva comportamenti che hanno portato all'interruzione della trattativa".

Subito dopo, ricorda Rossi, arriva il commissariamento e sanzioni al cda di Etruria proprio per non aver proceduto all'aggregazione.

"Abbiamo trovato un po' singolare che venisse incentivata questa aggregazione. Nella relazione ispettiva, già quella del 2012 su Vicenza, sembra di leggere le relazioni su Etruria. Ci sono l'inadeguatezza degli organi, i crediti deteriorati e anche le azioni baciate che almeno noi (ad Arezzo) non ce l'avevamo. L'impressione è che questo sia stato determinante nel commissariamento".

"Ora - ha concluso Rossi - approfondiremo, abbiamo fatto già richiesta ai colleghi di Vicenza di mandarci i documenti. Da quello letto a fonti aperte qui da voi nella Commissione ci è sembrato un pochino strano".

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