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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Banche, torna la paura: la corsa per salvare la Popolare di Bari

Chi ha già affrontato la crisi delle banche venete rivede i segnali di una storia già scritta. È iniziato il conto alla rovescia per un intervento pubblico che appare sempre più impellente

Il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi si riunirà domani giovedì 5 dicembre per esaminare il dossier Popolare di Bari, la banca pugliese per cui il governo starebbe predisponendo un piano di salvataggio da veicolare attraverso Mediocredito Centrale, l'istituto bancario controllato da Invitalia, ovvero dal Ministero dell'economia. Una riunione "informativa" ma che sta assumendo i tratti di un salvataggio pubblico.

Banche, la protesta delle "vittime" della Popolare

Secondo quanto fatto trapelare da ambienti della maggioranza si starebbe valutando l'idea di inserire nella manovra finanziaria una cornice normativa per un intervento pubblico che potrebbe culminare con l'ingresso dello Stato nel capitale dell'istituto. Un'operazione che viene stimata in un miliardo di euro. Il rischio è quello di trovarsi davanti alla crisi conclamata della Banca popolare di Bari che vede i propri indici di patrimonializzazione al di sotto dei limiti minimi come segnalato dagli ispettori di vigilanza.

Dai sindacati trapela lo sconforto per il destino del capitale degli azionisti: il 26 novembre il consiglio di amministrazione della Banca ha rimandato per la quarta volta la presentazione del piano industriale. Chi ha già affrontato la crisi delle banche venete rivede i segnali di una storia già scritta. 

"Gli uomini soli al comando per tanto tempo portano alla rovina del sistema - spiega a Today.it Giuliano Xausa del sindacato Fabi - lo abbiamo già visto con Etruria, Vicenza e Veneto Banca".

Crisi Banca Popolare di Bari, sindacati e lavoratori "preoccupati per il futuro"

Sotto accusa è il sistema delle banche popolari, istituti il cui controllo è fortemente accentrato e spesso in capo ad una sola famiglia, capaci per decenni di costruire un rapporto fiduciario con i clienti nei territori. Tutto però salta nel 2015 quando la riforma che sancise la fine del corporativismo nel mondo creditizio toglie il velo di Maya da un sistema fatto di bilanci sotto indagine e azionariati che scontano valutazioni troppo spesso slegate dalla realtà.

Oggi parlare della Popolare di Bari vuol dire parlare di una banca con 69 mila azionisti, 2700 dipendenti, oltre 350 sportelli e che ha iscritto nell'ultimo bilancio perdite per 420 milioni di euro e il 15% degli impieghi in crediti deteriorati.

Che cosa succede alla Banca Popolare di Bari

Una immagine su tutte rimbalza negli anni: durante la processione di San Nicola, il 7 maggio, la statua del santo nero fa 'l'inchino' davanti alla banca Popolare di Bari. Non solo folklore per un istituto di credito che dalla sua nascita nel 1960, ha fatto del radicamento al territorio la sua ragion d'essere. Da punto di riferimento della città la Banca comincia un round di acquisizioni che la porterà negli anni 2000 a diventare il primo gruppo creditizio autonomo del Mezzogiorno, arrivando ad aprire 4000 sportelli in 13 Regioni.

banca popolare bari filiali-2

"Capaci di dialogare con famiglie, imprese ed istituzioni e dare risposte precise e veloci" si legge così nella mission dell'istituto che ora si trova in difficoltà. Una crisi che segue la parabola delle Banche popolari. Uno schema già visto in Etruria, e ancor prima in Vicenza e Veneto Banca.

La Banca popolare di Bari, con i suoi quasi 70mila soci rappresenta ancor oggi una eccezione nel panorama creditizio, restando l'ultima banca familiare italiana. A guidarla da sempre la famiglia Jacobini, i banchieri del capoluogo pugliese.

Nel 2017 qualcosa comincia però a minare la fiducia nella cassaforte della città. La procura di Bari manda la guardia di finanza a scartabellare i bilanci per verificare la tenuta dell'istituto di credito. Sono i mesi del crac delle banche venete e la famiglia Jacobini a Bari si affretta a difendere la Banca: "L'istituto è solidisissimo. Noi con quanto accaduto alle popolari Venete, che qualcuno paragona al nostro caso, non abbiamo nulla, ma proprio nulla a che fare".

compensi cda banca popolare bari bilancio 2018-2


Come ricorda un articolo di La Repubblica la stessa Bankitalia, in un'ispezione del 2013, aveva dato un giudizio "parzialmente sfavorevole" sui modelli di gestione della Popolare di Bari, ma aveva benedetto l'anno successivo l'operazione Tercas, l'acquisto della banca con sede a Teramo che ha portato nella pancia del gruppo oltre a 250mila clienti e 4,5 miliardi di raccolta, 750 milioni di perdite e 1,4 miliardi di sofferenze.

Qui il pensiero corre alla stessa modalità da cui si originò la crisi di Veneto Banca e Popolare di Vicenza: la Popolare di Bari affronta un aumento di capitale di 800milioni di euro.

Nel gennaio 2015 il governo Renzi vara la riforma delle popolari obbligando i dieci istituti più grandi a dismettere i panni di società cooperative e dare solidità ai proprio bilanci diventando società per azioni. 

Il consiglio di amministrazione diminuisce del 20% il valore delle azioni e i risparmiatori chiedono conto dei propri investimenti. Tuttavia la trasformazione in Spa si incaglia e così si arriva ad oggi. Sono 69 mila i soci-clienti della Banca Popolare di Bari che hanno acquistato titoli a 9,50 euro nel 2015 e ora non possono scambiarli nemmeno a 2,38.

Il countdown è partito: entro il 18 dicembre il consiglio di amministrazione dell’istituto deve varare il piano industriale e la trasformazione in Spa. La banca pugliese da un anno viola le soglie minime di patrimonio dopo perdite per mezzo miliardo legate - come abbiamo visto - anche all'acquisto nel 2014 della Banca di Teramo: una operazione che ha zavorrato tutto l'attivo della banca Barese. Fu la Riforma delle popolari ad aprire la crisi dell'istituto nel 2015 e oggi 70mila soci si trovano in mano azioni che non hanno valore. In più 21mila clienti sono esposti al bail-in se la banca dovesse saltare. 

Per capire lo stato delle cose basta sfogliare il bilancio dell'istituto di credito pugliese. 

banca popolare bari bilancio 2018-2

Se questi erano i dati del bilancio 2018, a Giugno 2019 l’incidenza del totale dei crediti deteriorati sugli impieghi è aumentata, passando dal 15,4% di dicembre 2018 al 15,5%. 

Quello che spaventa è il giudizio allegato al bilancio dalla società di revisione Pricewaterhouse. La società di revisione metteva in mostra come già al 31 dicembre 2018 il patrimonio netto si era ridotto in misura superiore al terzo del capitale portando il gruppo a non soddisfare i requisiti patrimoniali minimi.

giudizio pwc su banca popolare bari-2

Per far fronte alla situazione era richiesto un piano industriale che avrebbe dovuto comprendere la cessione della Cassa di Risparmio di Orvieto. "La mancata realizzazione entro il 31 dicembre 2019 dell'operazione rappresenta - secondo quanto scrive la società di revisione PricewaterhouseCoopers - una incertezza significativa che può far sorgere dubbi sulla capacità della banca di continuare ad operare".

In data 13 giugno 2019 è pervenuta un’offerta vincolante da parte di una società finanziaria (SRI Group Global Limited) interessata all’acquisto della partecipazione di controllo (73,57%) che BP Bari detiene nella Cassa di Risparmio di Orvieto. Ma l'operazione aveva subito lungaggini: ad ottobre scorso fu la stessa banca a dover smentire le voci di uno stop alla trattativa assicurando come fossero ancora in corso le interlocuzioni con l’investitore per la definizione dell’accordo di cessione. In compenso la Popolare Bari ha proceduto nel luglio scorso a due operazioni di cartolarizzazione per 2,9 miliardi di euro che hanno dato ossigeno ai conti. 

Durante l'estate inoltre nel corso di una operazione di maquillage della dirigenza, si è dimesso il presidente Marco Jacobini sostituito da Gianvito Giannelli, eroe locale per come gestì il ruolo da curatore della fallita società del Bari Calcio portandola - nonostante tutto - ai play off

Banca Popolare Bari, dove si trova

Ora più che mai appare di stretta contingenza salvare l'istituto. Le ipotesi è quello di un prestito ponte da 100 milioni di euro per superare la fine dell’anno, poi un intervento del Fondo Interbancario e l'ingresso dello stato tramite il Mediocredito.

Anche perché come osserva il Corriere Economia, "se Popolare Bari salterà sarà un problema per tutto il territorio". Per capire quale sia il territorio basta guardare ancora una volta i numeri pubblicati nell'ultimo bilancio del gruppo. La Popolare Bari, che con le sue filiali raggiunge quasi tutta Italia, raccoglie quasi il 16% del mercato dei depositi della Basilicata, il 14% dell'Abruzzo, il 6% della Puglia. Inoltre al 2018 erano oltre 69mila i soci della Popolare che ad oggi si trovano in mano azioni che valgono molto meno del capitale investito. 

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