Vola lo spread, crollano le banche: l'effetto referendum scuote la Borsa
Record negativo delle azioni di Mps nel primo giorno di conversione dei bond della banca senese. Piazza Affari maglia nera tra le Borse europee affossata dalle incertezze legate all'impatto di una possibile vittoria del no al referendum costituzionale
L'instabilità politica non piace ai mercati finanziari, l'ennesima riprova oggi a Piazza Affari maglia nera tra le Borse europee, affossata dalle banche su cui continuano a pesare le incertezze legate all'impatto di una possibile vittoria del no al referendum costituzionale. L'indice principale Ftse Mib chiude in pesante ribasso del -1,81%.
Resta alta la tensione anche sul mercato obbligazionario in vista del 4 dicembre, con lo spread che viaggia in area 187 punti e il rendimento del Btp decennale saldo sopra il 2%.
Banche sorvegliate speciali a Milano: a gettare oggi ulteriore benzina sul fuoco il Financial Times sui rischi per il sistema bancario italiano in caso di una sconfitta del Sì al referendum. Il Banco Popolare perde il 3,7%, Unicredit il 3,5%, Bpm il 3,5%, Bper il 3,1%, Intesa il 2,4%.
In Borsa non riesce a trattare Monte dei Paschi di Siena, in scia alle spinte ribassiste nel primo giorno di scambi dopo il raggruppamento delle azioni e si avvicina al minimo storico di 16,79 euro ad azione Mps è in questa settimana sotto i riflettori: da oggi partono i cinque giorni in cui i possessori di 10 bond subordinati della banca senese potranno effettuare la conversione in azioni. Ufficialmente, l’obiettivo di raccolta è un miliardo e un buon riscontro potrebbe alleggerire almeno in parte la tensione sul referendum di domenica. La linea di galleggiamento è fissata un miliardo e mezzo di euro di ricapitalizzazione: un’eventuale vittoria del “no” al referendum con annesso il probabile crollo dei mercati potrebbe non far saltare automaticamente l’operazione.
