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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Bancomat, il costo dei prelievi potrebbe cambiare: ecco come

La proposta presentata da Bancomat Spa modifica i termini per le commissioni applicabili ai non clienti. Ma a decidere sarà l'Antitrust

I termini per il prelievo del contante agli sportelli del bancomat potrebbero cambiare. Lo scorso 22 ottobre Bancomat Spa ha infatti presentato all’attenzione dell’Antitrust “un progetto relativo a un nuovo modello di remunerazione per le operazioni di prelievo in circolarità con carta Bancomat”. Di che si tratta? La novità riguarda i prelievi in contante effettuati presso gli sportelli Atm di una banca diversa da quella emittente. Il nuovo modello, si legge nell’ultimo bollettino pubblicato sul sito dell’autorità garante, prevederebbe “la sostituzione delle commissioni interbancarie con l’applicazione al titolare della carta di una eventuale commissione definita in via autonoma da ciascuna banca proprietaria dell’ATM e che eroga, dunque, il servizio di prelievo attraverso le proprie apparecchiature”. In sostanza, con il sistema attualmente in uso, la banca proprietaria dello sportello ATM ottiene dalla banca emittente il pagamento di una commissione di 50 centesimi. Non sempre però questi costi finiscono al cliente finale, essendo talvolta “coperti” dal nostro istituto di credito.  

Bancomat: così potrebbe cambiare il costo delle commissioni

Con la nuova riforma ogni banca proprietaria dell’Atm potrà decidere autonomamente i costi che i clienti di altre banche dovranno sostenere per poter prelevare i contanti. “Tale commissione - si legge nel bollettino dell’Antitrust - sarebbe resa nota al titolare della carta prima dell’autorizzazione all’operazione di prelievo”. Insomma, per quei clienti che hanno diritto al prelievo gratuito presso tutti gli sportelli le cose potrebbero cambiare. “Tale modifica del modello di remunerazione - spiega ancora l’autorità garante -, ad avviso di Bancomat, sarebbe giustificata dall’aumento dei costi sostenuti dalle banche nella gestione degli ATM, legati all’evoluzione tecnologica di tali apparecchiature e ai maggiori rischi collegati ad iniziative fraudolente più sofisticate; costi che, in molti casi, sarebbero maggiori rispetto all’ammontare della commissione interbancaria”.

Affinchè la riforma vada in porto c’è però bisogno dell’ok dell’Antitrust. Le associazioni dei consumatori sono già sul piede di guerra: il timore - intuile dirlo - è che i costi della riforma verranno pagati dai clienti.

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