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Giovedì, 28 Marzo 2024
Mossa anti-inflazione

La Bce alza ancora i tassi: cosa succede ora

Per i governi aumenta il costo del debito pubblico mentre per le famiglie mutui e prestiti diventano più cari

La Banca centrale europea continua ad alzare i tassi d'interesse ad un ritmo di 50 punti base alla volta per frenare l’inflazione. Lo ha fatto anche oggi, confermando le attese degli analisti. I tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale salgono così rispettivamente al 3,50%, al 3,75% e al 3%. Cosa succede ora? Per i governi aumenta il costo del debito pubblico mentre per le famiglie mutui e prestiti diventano più cari.

Bce: l'inflazione "resterà elevata a lungo"

Con molta probabilità questo non sarà l’ultimo rialzo dei tassi, visto che l'inflazione "dovrebbe rimanere troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato", si legge nel comunicato della Bce che accompagna la decisione odierna sul costo del denaro. Si prevede dunque un'ulteriore stretta nei prossimi mesi, finché i prezzi al consumo non raggiungeranno l’obiettivo fissato dalla Bce del 2%. Per il momento gli esperti della banca centrale europea stimano che l'inflazione si collocherà in media al 5,3% nel 2023, al 2,9% nel 2024 e al 2,1% nel 2025.

"L'elevato livello di incertezza accresce l'importanza di un approccio fondato sui dati per le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di riferimento, che saranno determinate dalle sue valutazioni sulle prospettive di inflazione alla luce dei nuovi dati economici e finanziari, dalla dinamica dell'inflazione di fondo e dall'intensità di trasmissione della politica monetaria".

Lagarde: "Stiamo monitorando le tensioni sui mercati"

"Stiamo monitorando le tensioni sui mercati", ha dichiarato la presidente della Bce Christine Lagarde in conferenza stampa, specificando che a febbraio l'inflazione è risultata essere "più elevata delle stime" e che le previsioni di crescita nell’area euro sono al ribasso. Nello specifico, le proiezioni di crescita nel 2023 sono state corrette al rialzo nello scenario di base all’1% "per effetto sia del calo delle quotazioni energetiche sia della maggiore tenuta dell’economia al difficile contesto internazionale" mentre il rafforzamento della crescita nel 2024 e nel 2025 all'1,6% "risulta inferiore rispetto alle proiezioni di dicembre, di riflesso alla politica monetaria più restrittiva. Il mercato del lavoro resta "forte" e "in buona salute" mentre la produzione industriale "dovrebbe aumentare".

Bce: "Il settore bancario dell’area euro è resiliente"

Riguardo alle tensioni sul settore bancario determinate dal fallimento della Silicon Valley Bank (Svb) e ai timori di tenuta di Credit Suisse, la Bce ha dichiarato che "il settore bancario dell’area dell’euro è dotato di buona capacità di tenuta, con solide posizioni di capitale e liquidità. In ogni caso, la Bce dispone di tutti gli strumenti necessari per fornire liquidità a sostegno del sistema finanziario dell’area dell’euro, qualora ve ne sia l’esigenza, e per preservare l’ordinata trasmissione della politica monetaria". 

"Siamo pronti a rispondere alle turbolenze del mercato per fare in modo che l'inflazione torni attorno al target del 2%", ha concluso la Lagarde sottolineando di essere "pronta a intervenire ove necessario per preservare la stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria nell’area dell’euro".

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Tajani: "La Bce non si sta muovendo nella giusta direzione"

La decisione di oggi della Bce non fa che alimentare il dibattito sul problema debito pubblico. L'aumento del costo del denaro comporta un aumento del costo del debito pubblico, poiché i governi si ritrovano a dover pagare interessi più alti sui loro prestiti, con dei risvolti negativi sul bilancio. Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani non perde occasione per dire che la Bce "non si sta muovendo nella giusta direzione, anche se oggi c'è stato un inizio di ripensamento. A nostro giudizio non è un buon modo di affrontare l'inflazione. Io condivido quello che dicono il governatore di Bankitalia e il presidente di Confindustria, con questa linea si mettono in difficoltà famiglie e imprese... Negli Usa c'è un'altra situazione". 

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Mutui variabili: impatto sulla rata del 6% in più

Brutte notizie per chi ha contratto un mutuo a tasso variabile. La decisione di oggi della Bce di alzare di altri 50 punti il costo del denaro comporterà un aumento del 6% circa sulle rate del mutuo. Secondo una stima di Mutuionline, "rispetto a febbraio dello scorso anno la rata di un mutuo variabile, da 140mila euro a 20 anni è aumentata, fino a questo momento, del 25,3% (da 625 euro a 783 euro), e per un mutuo da 250mila a 30 anni è cresciuta del 43,7% (da 793 a 1.139 euro). Con l'ulteriore aumento la rata a 20 anni toccherà quota 819 euro e a 30 anni 1.212 euro, con un ulteriore aumento della rata rispettivamente del 4,6% e del 6,4% rispetto ad oggi".

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