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Venerdì, 26 Aprile 2024
"Inaccettabile" / Firenze

La Bekaert muore: no alla proroga della cig, scattano 113 licenziamenti

L'azienda è stata inamovibile, rifiutando le proposte delle sigle sindacali: nelle prossime ore partiranno le lettere di licenziamento per i dipendenti dello stabilimento di Figline Valdarno, in provincia di Firenze

Niente da fare per i 113 lavoratori della Bekaert di Figline Valdarno, in provincia di Firenze: per loro ci sarà il licenziamento, che potrebbe scattare anche nelle prossime ore. Alla fine sono risultate vane le trattative che ieri si sono protratte fino a tarda sera al Ministero dello Sviluppo economico: l'azienda è stata inamovibile e non ha voluto cedere alla proroga per la cassa integrazione. L'atto finale di un lungo braccio di ferro tra i sindacati e la Bekaert, che si conclude nel peggiore dei modi: le lettere di licenziamento per tutti.

Bekaert, confermati i 113 licenziamenti

Come riportato dalle sigle sindacali,  ''l'azienda, a fronte della richiesta del sindacato di sospendere i licenziamenti previsti e prorogare la cassa integrazione, per favorire la riuscita del progetto di reindustrializzazione, è stata "irremovibile nel dire no". Stamattina la Fiom Cgil ha fatto un presidio di protesta davanti alla fabbrica a Figline di Valdarno: in seguito una delegazione di lavoratori e sindacalisti è stata ricevuta dal sindaco di Figline-Incisa Giulia Mugnai.

Un comportamento inaccettabile da patte dell'azienda, secondo Daniele Calosi, segretario generale Fiom Cgil Firenze Prato:"Siamo in questa situazione perché il 24 febbraio scorso Fim, Uilm e Regione Toscana hanno firmato i licenziamenti: se l'azienda ha avuto un atteggiamento inaccettabile, la Regione purtroppo non ha saputo svolgere un ruolo politico in questa vertenza. E' un paradosso licenziare mentre è in atto il blocco dei licenziamenti: per questo patrocineremo come sindacato eventuali cause che i lavoratori vorranno intentare. Al sindaco stamani abbiamo chiesto di aprire un coordinamento tra le istituzioni del territorio per costituire un bacino di lavoratori da cui possano attingere imprese in cerca di personale, tramite gli incentivi previsti".

Dopo la fine dell'incontro di ieri sera, Calosi aveva spiegato: ''Ad oggi c'erano le condizioni affinché questa storica azienda potesse avere un futuro nella filiera dell'acciaio e dentro un progetto più ampio legato la rilancio di Piombino. Attraverso l'utilizzo di tutti gli ammortizzatori sociali a disposizione, avremmo potuto garantire il passaggio dei lavoratori ad un'altra società in costanza del rapporto di lavoro, senza consentire ad un eventuale soggetto subentrante di scegliere se e quali lavoratori Bekaert assumere. Pandemia e crisi di Governo hanno rallentato il progetto di reindustrializzazione del sito di Figline e Bekaert in quasi tre anni di vertenza non ha mai portato al tavolo ministeriale un soggetto con un piano industriale. L'unico piano industriale arrivato al Ministero è stato quello della Cooperativa di lavoratori che non è mai stato preso in considerazione dal tavolo. Ci siamo resi comunque disponibili a siglare nei prossimi giorni un protocollo che, in caso di futura reindustrializzazione dello stabilimento di Figline o di avvio di un'attività industriale anche in un sito limitrofo, preveda che chi subentrerà, se beneficerà di finanziamenti pubblici, costruisca con istituzioni e organizzazioni sindacali, le condizioni affinché vi siano le garanzie occupazionali per tutti i lavoratori licenziati da Bekaert''.

Per Silvia Spera, responsabile dell'Area politiche industriali per la Cgil nazionale, ''la multinazionale ha tenuto un atteggiamento inaccettabile e arrogante. Questa vertenza, come altre aperte al Mise, ha dimostrato l'urgenza e la necessità di prorogare il blocco dei licenziamenti, come richiesto unitariamente da Cgil Cisl e Uil al Governo Italiano in questa fase drammatica per i lavoratori''.

Per Elena Aiazzi della Cgil Firenze, ''si consuma per l'ennesima volta un dramma sociale causato da aziende predatorie che carpiscono il saper fare dei lavoratori e se ne vanno lasciandosi alle spalle drammi umani e territori feriti".

Il sindaco di Firenze Nardella: ''Si cancella il lavoro dei dipendenti''

"Noi non intendiamo cedere su Bekaert. Questa vertenza è innanzitutto difesa della vita e del lavoro di centinaia di persone che vengono abbandonate a sé stesse ed inoltre - sottolinea Dario Nardella, sindaco della Città Metropolitana di Firenze - rappresenta il volto vero di un modello di non sviluppo, quanto piuttosto di ricchezza dissociata dalla responsabilità sociale. È un grande problema europeo e non poche concentrazioni d'impresa approfittano di un'assenza di sanzione e requisizione che andrebbe invece configurata a livello comunitario". "Si prendono in giro e si ridicolizzano le Istituzioni - aggiunge Nardella - per massimizzare un profitto che cancella la vita di chi lo ha fatto crescere. Non intendo farmi oltraggiare, quanto piuttosto mettere in campo con le altre Istituzioni e i lavoratori un progetto di reindustrializzazione dell'azienda e del territorio. Ringrazio i parlamentari fiorentini e toscani che si sono attivati in questa direzione".

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