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Martedì, 16 Aprile 2024
Cosa può succedere

Benzina e diesel, perché c'è il rischio di nuovi rincari

Da domenica 5 febbraio scatta l'embargo europeo sui prodotti raffinati provenienti dalla Russia: ogni giorno verranno a mancare circa 5 milioni di barili. L'allarme delle associazioni: "I listini dei carburanti in Italia potrebbero toccare nuovi record"

Non c'è pace sul fronte carburanti. Dopo il mancato taglio delle accise da parte del governo, un nuovo spettro aleggia sui prezzi di benzina e diesel. Da domenica 5 febbraio scatterà infatti l'embargo deciso dall'Ue sui prodotti raffinati russi, una misura che rischia di produrre nuovi aumenti dei carburanti alla pompa con danni sia sul fronte dei costi dei rifornimenti, sia dell'inflazione.

Carburanti, cosa succede il 5 febbraio

La giornata di domani rischia quindi di essere un punto di non ritorno. L'embargo europeo riguarderà tutti i prodotti raffinati provenienti dalla Russia. Si tratta del secondo embargo dopo quello alle importazioni di greggio via mare del 5 dicembre 2022. Un nuovo "scossone" che potrebbe far lievitare ancora i prezzi di benzina e diesel, che in modalità servito hanno già superato i 2 euro al litro. Gli effetti reali sui mercati europei sono comunque ancora incerto: l'Ue ha già dimezzato le importazioni di gasolio russo e aumentato le importazioni dagli Stati Uniti e da altri Paesi. Una strategia attuata preventivamente proprio per evitare peggiori conseguenze dall'embargo. Quello che però è certo è che a partire dal 5 febbraio verranno a mancare circa oltre un milione di barili al giorno, un quantitativo pari ad un quarto della domanda europea. Anche l'impatto sull'Italia potrebbe essere lieve o quantomeno non immediato. Ad un certo punto il conto dell'embargo potrebbe arrivare (basti pensare semplicemente ai costi di trasporto che saliranno rispetto a oggi, con possibili riflessi alle pompe). A quel punto sì che sarà utile contare sull'accisa mobile prevista dal governo. Perché, in sintesi, un generale incremento dei listini non può essere affatto escluso.

L'allarme delle associazioni: "Rischio nuovi rincari"

''Nuovo allarme dei consumatori sul fronte della benzina'' a causa dell'embargo sui prodotti russi, che scatterà da domani. Una misura che, secondo Assoutenti, ''rischia di determinare nuovi rincari dei carburanti alla pompa con danni sia sul fronte dei costi dei rifornimenti, sia dell’inflazione''. In una nota l'associazione ricorda che da domani ''verrà meno un milione di barili al giorno provenienti dalla Russia, spingendo i vari paesi a rifornirsi di benzina e gasolio presso altri Stati come Cina e Stati Uniti, con conseguenti maggiori costi di trasporto, senza contare le possibili speculazioni legate alla corsa agli accaparramenti''.

I listini alla pompa, secondo uno studio di Assoutenti che mette a confronto i dati del 2012 con quelli del 2022, ''potrebbero così toccare in Italia nuovi record, considerato che già oggi sulle autostrade il gasolio in modalità servito è tornato a superare quota 2,5 euro al litro su diverse tratte. Un business quello dei carburanti fruttato in Italia nel 2022 ben 9,4 miliardi di euro solo a titolo di extra-profitti''.

La quotazione media del secondo semestre del 2012 era pari a 109,85 dollari al barile, scesa a 94,65 dollari di media del 2022 (secondo semestre); nello stesso periodo il cambio euro/dollaro è passato da una media di 1,32 a una media di 1,04, con la conseguenza che in euro un barile di petrolio è aumentato in 10 anni del +9,4%. Nello stesso arco temporale i prezzi medi dei carburanti alla pompa (senza tasse e imposte) salgono del +23,4% per la benzina (da 0,757 a 0,934 euro/litro) e del +38% per il gasolio (da 0,800 a 1,104 euro/litro). Se si considera anche l’inflazione registrata tra il 2012 e il 2022 in Italia, l’extra-profitto derivante dalla differenza tra i prezzi del petrolio e quelli dei carburanti raggiunge 0,190 euro/litro per la benzina, 0,264 euro/litro per il gasolio.

Questo significa che, sulla base dei consumi di carburante registrati in Italia nel 2022, pari a 10.384 miliardi di litri di benzina e 28.526 miliardi di litri di diesel, lo scorso anno grazie alla crescita dei listini alla pompa si sono registrati extra-profitti per 9,39 miliardi di euro: 1,973 miliardi sulla verde, 7,417 miliardi sul gasolio. Soldi che sono usciti dalle tasche dei cittadini per finire in quelle di compagnie petrolifere, intermediari e distributori.

"Extra-profitti che -spiega Assoutenti- ora finiscono al vaglio di Antitrust, Mister Prezzi e del Ministro delle Imprese Adolfo Urso, cui abbiamo girato il nostro studio allo scopo di verificare l’esistenza di fenomeni speculativi sui carburanti che abbiano prodotto guadagni enormi per pochi e danni economici per milioni di automobilisti italiani".

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