Benzina, il prezzo sale ancora: "Lo sconto di 30 centesimi è inutile"
Secondo i dati del Mite, il prezzo medio della verde è salito a 2,073 al litro, mentre quello del gasolio è arrivato a 2,033 euro al litro. Le associazioni dei consumatori denunciano: "Sconto inutile, sarà una batosta per gli italiani"
Nonostanta l'apparente calma nei distributori, il prezzo medio della benzina verde continua a salire, arrivando a 2,073 al litro, con un rialzo di 1,05 centesimi, pari ad un +0,51%). La brutta notizia, l'ennesima ormai sul caro-carburante, arriva dalle rilevazioni del ministero della Transizione ecologica effettuate nella settimana tra il 20 e il 26 giugno. Rispetto alla settimana precedente, sempre secondo i dati del Mite, aumenta anche il gasolio che si attesta a 2,033 euro al litro (+2,7 centesimi pari ad un rialzo dell'1,39%). Benzina e diesel continuano quindi a veleggiare verso il prezzo di 2,1 euro al litro, al netto dello sconto di 30,5 centesimi prorogato dal Governo fino al 2 agosto.
"Lo sconto di 30 centesimi è inutile"
Uno sconto giudicato "inutile" dal segretario generale di FederAgenti, l'associazione degli agenti di commercio sul territorio nazionale, Luca Gaburro: ''La misura deve essere accompagnata da una seria e rigorosa politica di controllo dei prezzi alla pompa di benzina. Che in 5 mesi si sia controllato solo il 6% dei distributori, metà dei quali è risultato non a norma, dà la misura di quanto ancora si possa e si debba fare. Federagenti - prosegue il segretario generale - rappresenta gli agenti di commercio, lavoratori che in media percorrono 50.000 km l'anno". "Proprio a tutela della categoria, è necessario mettere in atto maggiori controlli del prezzo nelle stesse strutture di rifornimento e - conclude Gaburro - come già richiesto più volte alle istituzioni competenti, l'associazione sollecita l'attuazione di misure ad hoc per la categoria di agenti di commercio sul territorio nazionale, colpita duramente da rincari esorbitanti e assolutamente non giustificati''.
La stangata sulle vacanze
I rincari dei carburanti coincidono con l'arrivo delle vacanze estive, con un elevato rischio "batosta" per le famiglie, come denunciato dal Codacons: "Sulle vacanze estive degli italiani sta per abbattersi una maxi-stangata legata agli spostamenti per raggiungere le località di villeggiatura. Oggi un litro di benzina costa oltre 1/4 in più rispetto allo stesso periodo del 2021, con il prezzo che sale del 27,7% su base annua; il gasolio costa addirittura il 37% in più. Per un pieno di benzina si spendono in media 22,5 euro in piu' rispetto al 2021, spesa che sale a +27,4 euro per un pieno di gasolio". "La maggiore spesa su base annua - calcola il Codacons -raggiunge oggi quota +540 euro a famiglia in caso di auto a benzina, e addirittura +658 euro in caso di auto diesel, solo per i maggiori costi di rifornimento e senza contare gli effetti indiretti sui prezzi al dettaglio. È evidente che il taglio delle accise prorogato al 2 agosto non è una misura sufficiente - attacca il presidente Carlo Rienzi - Ciò che realmente serve è bloccare i prezzi di benzina e gasolio alla pompa a tornare a listini amministrati dallo Stato".
Benzina, da inizio guerra +12,1%
Immediata la reazione anche di Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori: "Non c'è pace per gli automobilisti. Le speculazioni proseguono indisturbate senza che nessuno intervenga. Anche se il rialzo settimanale non è da record, in appena 7 giorni un pieno di benzina da 50 litri sale di oltre 50 cent (0,53), uno di gasolio di 1 euro e 39 cent".
"Da quando è iniziata la guerra - prosegue Dona - nonostante il taglio di 30,5 cent del Governo, un litro di benzina costa oltre 22 cent in più, con un rialzo del 12,1%, pari a 11 euro e 20 cent per un pieno da 50 litri, mentre il gasolio è maggiore di oltre 31 cent al litro, con un balzo del 18,1%, pari a 15 euro e 57 cent a rifornimento. Rispetto all'inizio dell'anno, la benzina e' aumentata del 20,6%, pari a 17 euro e 72 cent per un pieno di 50 litri, 425 euro su base annua, il gasolio e' lievitato del 28,3%, 22 euro e 43 cent a rifornimento, equivalenti a 538 euro annui - ha concluso Dona - Un disastro. È di tutta evidenza che la proroga del Governo fino al 2 agosto è come cercare di svuotare il mare con un secchiello se non si ferma prima questa pericolosa escalation dei prezzi, ormai fuori controllo. Bisogna tornare ai prezzi amministrati o ridurre l'Iva dal 22 al 10 per cento, alzando anche il taglio delle accise di altri 10 cent, altrimenti non se ne esce".