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Venerdì, 19 Aprile 2024

Alberto Berlini

Giornalista

Il prezzo del bitcoin e il genio della lampada

Il valore del Bitcoin e delle alte cripotovalute è da sempre oggetto di speculazioni che ne fanno crescere repentinamente e allo stesso modo crollare il prezzo. Questi scossoni non sono rari, ma le correzioni di maggio sono state le più gravi nella loro breve storia, circa 1.000 miliardi di dollari di valore di mercato.

Nelle ultime settimane in particolare ci sono due uomini dietro le montagne russe cui assistono gli investitori. Uno è l'ormai divo del web, il patron di Tesla e SpaceX, Elon Musk. L'altro è Nayib Bukele, eccentrico presidente dello stato centramericano di El Salvador che - primo al mondo - ha equiparato il Bitcoin alla moneta a corso legale, il dollaro statunitense. Ma Paraguay, Argentina, Brasile, Nicaragua, Panama e Messico potrebbero seguire l'esempio.

In El Salvador i depositi in bitcoin sono aumentati di quattro volte rispetto a un anno fa, effetto anche del modo in cui il presidente Nayib Bukele ha propagandato il potenziale della criptovaluta come valuta di rimessa per i salvadoregni all'estero, un capitale da cui l'economia dello stato centramericano dipende fortemente (circa un quinto del PIL, uno dei rapporti più alti al mondo, ndr). Ma quanto è reale la volontà di innovare realmente il sistema economico e finanziario? E quanto è invece preda di interessi speculativi? La stessa agenzia di rating Moody's ha spiegato che la mossa del governo salvadoregno potrebbe mettere in pericolo il programma di finanziamento firmato dal paese con il Fondo monetario internazionale poiché "comporta rischi per il sistema finanziario e la stabilità del regime monetario".

Ma allora perché Nayib Bukele ha forzato così la mano? Il bitcoin, in teoria, offre un modo rapido ed economico per inviare denaro attraverso i confini senza fare affidamento sui canali di rimessa tradizionali e spesso costosi. E per il governo salvadoregno potrebbe apparire un metodo facile e non oneroso per gestire le transazioni. Tuttavia permangono dubbi sula possibilità di una conversione in dollari. A meno di non volere acquistare beni e servizi proprio in bitcoin. E qui arriva Elon Musk. L'imprenditore statunitense ha portato ad una nuovo rally del bitcoin (aumenti del 12% in 24 ore) spiegando al solito via Twitter che Tesla potrà riprendere a consentire le transazioni Bitcoin per l'acquisto dei suoi prodotti "quando almeno il 50% dei miners utilizzeranno energia pulita per produrre i bitcoin" (rimandiamo a questa breve scheda per fugare i dubbi su chi siano i minatori e su come vengano coniate le criptovalute).

Quello di Musk è un passo indietro rispetto a una presa di posizione con la casa di auto elettriche aveva precluso la possibilità di acquisti con le criptomonete per via del loro impatto sull'ambiente, affossandone di fatto il mercato appena il maggio scorso. Ma ora arriva anche l'endorsment del gestore di hedge fund americano Paul Tudor Jones che alla Cnbc ha detto di apprezzare Bitcoin "per diversificare il portafoglio" di investimenti paragonando di fatto quello delle criptomonete al mercato delle materie prime.

Siamo quindi alle porte di una nuova follia collettiva nella corsa al bitcoin? Sui social è diventato un meme aggiungere alla proprio foto profilo l'effetto laser eyes simbolo di chi sostiene la criptovaluta. E c'è chi sostiene che possa arrivare in futuro a quota 100.000 dollari. Prima di correre ad aprire uno dei tanti portafogli digitali per commerciare in criptovalute però forse è il caso di piantare bene i piedi per terra. 

Per fortuna c'è il presidente della Consob, Paolo Savona, a tracciare forse la più evocativa delle immagini: "Il genio è uscito dalla lampada e non si riuscirà a riportarlo dentro" ha detto evocando i bitcoin nel suo discorso annuale al mercato. Savona chiede una regolamentazione internazionale per fermare una speculazione che appare tremendamente simile a quella sui mutui subprime del 2008 (ricordate il mercato dei debiti in cui alla fine non si sapeva chi doveva pagare cosa a chi?, ndr). Savona evoca o spettro tremendamente bene: "L'informatica finanziaria è una lampada prodigiosa dalla quale è uscito il genio. Le autorità non riusciranno a riportarlo dentro, perché esso agisce nella sfera immateriale controllabile solo cambiando protocollo di scambio delle informazioni, ossia frammentando l'unità del mercato mondiale e così riducendo il saggio di competitività internazionale. La piramide di bit, l'unità di misura dell'informatica, è cresciuta enormemente ed è penetrata nel mercato degli strumenti tradizionali perdendo il contatto territoriale implicito nella loro trattazione su basi legali".

Se la volatilità fa intrinsicamente parte degli investimenti, nessun asset di investimento mostra una imprevidibilità simile al Bitcoin: un investimento in questi progetti equivale a giocare alla roulette, dove si ha la stessa possibilità di raddoppiare il capitale o di perdere tutto. Richiudere il genio nella lampada sarà difficile ma sarà bene approcciarsi a questo ramo della finanza con lo stessa modalità con cui si guarda al volo degli uccelli alla sera per capire che tempo farà domani. Le criptovalute richiedono perseveranza, abilità e fortuna: è un'attività da non raccomandare alla maggior parte delle persone, neanche con una quota marginale dei propri risparmi. Almeno fino al giorno in cui il bottegaio sotto casa accetterà di vendermi un litro di latte per qualche percentuale di bitcoin e quando pagherò con la moneta del vecchio conio mi congederà con mai così meritato "Ok, boomer".

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