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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Bollette a 28 giorni, respinta la richiesta di sospensiva sui rimborsi: cosa succede ora

Rimborsi più vicini dopo che il Consiglio di Stato oggi ha respinto la richiesta di sospensiva presentata da Telecom contro la delibera AGCOM del 2017

Oggi il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di Telecom Italia di estendere la sospensione dei rimborsi ai clienti, nell’ambito della controversia sulle bollette a 28 giorni, fino alla decisione nel merito del proprio ricorso. Il Consiglio di Stato, in altre parole, ha rigettato il ricorso presentato da Telecom contro la delibera AGCOM del 2017 che stabiliva i rimborsi in favore degli utenti danneggiati economicamente dall’invio di bollette ogni 28 giorni, anziché mensilmente. Secondo i giudici della Sesta sezione, la richiesta di Telecom non è assistita “da sufficienti profili di fondatezza, tali da giustificare, allo stato, la sospensione dell’impugnata sentenza”, si legge nell’ordinanza pubblicata oggi.

Lo scorso 21 maggio, i giudici avevano già respinto analoghe richieste da parte di Vodafone, Wind e Fastweb. I ricorsi di Vodafone, Fastweb e Wind sono stati discussi ieri nel merito, sempre davanti alla Sesta sezione del Consiglio di Stato. I giudici si sono riservati di decidere con dispositivo di sentenza entro sette giorni.

Entro una settimana il dispositivo finale anche per le altre compagnie. 

Bollette a 28 giorni e rimborsi: cosa succede dopo la decisione del Consiglio di Stato

Cosa succede ora? Dinanzi al Consiglio di Stato era intervenuto il Codacons, dalle cui denunce ad Agcom e Antitrust è nata tutta la vicenda delle bollette a 28 giorni, con un atto di intervento in cui si chiedeva ai giudici di Palazzo Spada di confermare le decisioni dell’Autorità e del Tar e di rigettare il ricorso dell’operatore telefonico.

“Attendiamo la decisione del Consiglio di Stato sui ricorsi promossi dalle altre società, e se saranno respinte le loro istanze si aprirà la strada ai rimborsi diretti in favore degli utenti, che dovranno ricevere una somma compresa tra i 30 e i 50 euro ciascuno per le maggiori spese sostenute a causa dell’illegittima pratica delle bollette a 28 giorni – afferma il presidente Carlo Rienzi –. Le compagnie telefoniche, come denunciato dal Codacons nei giorni scorsi, stanno giocando d’anticipo offrendo ai propri clienti indennizzi sottoforma di minuti e traffico internet gratis, ma i consumatori devono prestare massima attenzione: tali offerte sono infatti a costo zero per le società della telefonia e potrebbero non compensare il credito vantato dagli utenti per le fatturazioni a 28 giorni”.

Bollette a 28 giorni, perché c'è speranza per i rimborsi

Il caso delle bollette a 28 giorni scoppiò nell'autunno del 2017, quando si scoprì che le compagnie telefoniche inviavano le fatture ai loro clienti basate su quattro settimane (28 giorni appunto) e non su base mensile, con il risultato che ogni famiglia si trovava a pagare 13 bollette l'anno invece che 12. Questa strategia, considerata da molti un "trucco scorretto", è stata più volte oggetto di multe e provvedimenti da parte dell'Agcom, dell'Antitrust, prima di arrivare alla legge che ha vietato alle compagnie telefoniche questa pratica, obbligandole a tornare alla fatturazione mensile. Le compagnie sono quindi tenute a restituire agli utenti quanto incassato in più nel periodo tra giugno 2017 e aprile 2018. I rimborsi dovevano arrivare entro il 31 dicembre 2018, termine poi spostato al 31 marzo 2019 e infine slittato.

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