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Martedì, 23 Aprile 2024
L’intervista

Bollette e rincari, autunno da brividi: la speranza dei "prezzi amministrati"

Il caro energia, la guerra, la siccità e la speculazione si possono affrontare con un solo antidoto: i prezzi amministrati. “Chiediamo più Stato e meno mercato sui beni di prima necessità e sui prodotti energetici”, ha dichiarato Furio Truzzi, presidente di Assoutenti, in un’intervista a Today.it

In questa estate rovente gli italiani hanno avuto a che fare con un rincaro generalizzato dei prezzi di beni e servizi, dagli alimentari ai viaggi (+2.625 euro l’anno a famiglia stima l’Unione nazionale consumatori), a causa del caro energia, della guerra in Ucraina e della siccità. Dietro questa escalation dei prezzi, però, si nasconde anche l’ombra della speculazione, che contribuisce a far lievitare il costo della vita portando l’inflazione su livelli che non si vedevano ormai da quasi quarant’anni. L’hanno chiamata la tempesta perfetta, ma il peggio deve ancora venire. Ci aspetta un lungo inverno e probabilmente nuovi rincari se la Russia deciderà di bloccare le esportazioni di gas all’Europa e se i governi non prenderanno adeguate contromisure. Cosa succederà? I prezzi degli alimentari sono destinati ad aumentare? Le bollette di luce e gas raddoppieranno? I prezzi dei carburanti torneranno a salire? Le previsioni di Furio Truzzi, presidente di Assoutenti, non fanno ben sperare ma ci sono alcune misure che il governo potrebbe adottare per evitare il peggio. La più importante è sicuramente quella dei prezzi amministrati, ha dichiarato Truzzi in un’intervista a Today.it.

Bollette più care fino al 140% per le imprese, in 250mila rischiano il lavoro

L’inflazione continua a correre facendo registrare a luglio prezzi in crescita degli alimentari del 10% rispetto allo scorso anno. Le famiglie italiane devono aspettarsi una nuova stangata in autunno?

“Sicuramente sì, perché ci saranno ulteriori tensioni inflattive derivanti dall’aumento dell’energia, dal costo delle materie energetiche che stanno alla base di tutta la filiera. Questo significherà trasporti più cari, conservazione più cara, spedizione più cara. L’esempio più eclatante che faccio è quello dell’anidride carbonica che per gli eccessivi costi di produzione è praticamente irreperibile”.

Il taglio dell’iva sui prodotti alimentari potrebbe essere la soluzione al problema?

“Potrebbe aiutare ma noi preferiamo la strada dei prezzi amministrati. Per noi la soluzione è ritornare a quando ci occupavamo di inflazione in maniera seria in questo Paese. Attorno alla metà degli anni ’80 e primi anni ’90 affrontammo il caro inflazione seguendo due criteri: prezzi amministrati, con panieri di beni calmierati e inflazione programmata. Il governo chiama al tavolo le imprese di produzione e distribuzione e concerta una politica di contenimento dei prezzi”.

La crisi del grano e i maxi profitti delle 4 big mondiali dei cereali

I prezzi dei generi alimentari stanno aumentando a causa del caro energia, della guerra e della siccità. Secondo l’Economist però a pesare come un macigno su questi rincari è soprattutto la speculazione. Cosa ne pensa?

“La speculazione è intrinsecamente connessa ai fenomeni che abbiamo descritto prima. In un momento di volatilità dei mercati, dove la domanda e l’offerta si fanno più aggressivi per le note ragioni, è chiaro che la speculazione vende a prezzi improbabili ciò che può costare molto meno. La speculazione di questo tipo è legale, dettata da un’economia di mercato, per questo chiediamo più Stato e meno mercato sui beni di prima necessità e sui prodotti energetici”.

… però non rischiamo una crisi alimentare?

“Allo stato attuale la crisi alimentare, nel senso di mancanza dei beni, non la vedo dietro l’angolo. Se invece per crisi alimentare intendiamo che le famiglie riducono i consumi perché i prezzi sono troppo alti allora è ovvio che ci può essere una crisi alimentare delle famiglie. In pericolo sono soprattutto quelle più povere che mangeranno molto meno, come sta già avvenendo. Un fenomeno che stiamo indagando e che sinora si aggira sul 3-4%”.

Gli italiani non mangiano più carne

Gli italiani sono preoccupati anche per il caro bollette, soprattutto in vista della stagione invernale, periodo in cui si fa un maggior uso di gas. Si parla addirittura di possibili aumenti delle tariffe del 100%. Prevede nuovi rincari e possibili razionamenti?

“Se non ci saranno interventi saranno possibili sia rincari che successivi razionamenti perché con questi costi è difficile che i compratori di energia siano in grado di soddisfare tutta la loro clientela. Per quanto ci riguarda siamo favorevoli a un’idea di prezzo massimo per megawattora per l’energia. Ad esempio, il Pd proponeva 100 euro: ci sembra una cifra oltremodo generosa perché la nostra analisi ci dice che il 60% dell’energia prodotta in Italia non costa più di 40 euro”.

Teniamoci forte: le bollette potrebbero aumentare del 100%

Quali altre misure potrebbero essere adottate per evitare l’ennesimo rincaro delle bollette?

“Sicuramente oltre a quella del prezzo amministrato, cioè vale a dire di un prezzo imposto, la riforma stessa del prezzo. Oggi il prezzo dell’energia viene determinato con un sistema di calcolo che favorisce la speculazione. In termini tecnici si chiama price cap, bisogna passare a un metodo di calcolo di prezzo ancorato ai valori di produzione dell’energia. Questa è l’unica via per bloccare il rialzo dei prezzi, non ne vedo altre”.

I prezzi dei carburanti sono arrivati a livelli più accettabili grazie alla proroga del taglio delle accise decisa con il decreto Aiuti bis. Per il futuro possiamo sperare in una riduzione dei prezzi di benzina e diesel?

“Anche qui è importante quello che si diceva all’inizio sul fenomeno speculativo perché la riduzione delle accise è da giugno che la facciamo eppure l’effetto vero di contenimento del costo del carburante sta avvenendo in queste due settimane. Questo sta avvenendo per due ragioni: la prima è un crollo dei consumi dopo le partenze estive; la seconda e più importante è la speculazione internazionale. Nonostante il ribasso del prezzo del petrolio, in particolare del Brent, il prezzo della benzina non diminuisce perché ha un altro suo criterio di calcolo che si basa sul mercato cosiddetto Platts. Questo mercato ha le sue logiche internazionali perché si basa su investimenti e scommesse. Per cui a costante riduzione delle accise ci sono stati dei momenti in cui la benzina superava anche i 2 euro al litro mentre adesso è sotto 1,80 euro. La speculazione è la grande nemica del prezzo del carburante nonostante le accise”.

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