Bollette e benzina: cosa fa il governo contro il caro energia
L'esecutivo sta valutando le risorse a disposizione per nuovi aiuti a imprese e famiglie. Dalle rate agli sgravi fiscali, ecco le ipotesi sulle nuove misure
Il governo ancora in carica sta valutando le risorse da usare per finanziare nuovi aiuti alle imprese e alle famiglie, in difficoltà a causa del caro energia, mentre in vista delle elezioni del 25 settembre i partiti stanno facendo pressing affinché nuovi sostegni siano coperti con uno scostamento di bilancio. La linea del presidente del Consiglio, Mario Draghi, e del ministro dell'Economia, Daniele Franco, è però chiara: il governo non vorrebbe ricorrere a un aumento del deficit. Da Palazzo Chigi spiegano che "prima occorre trovare le risorse” e poi si possono prendere i relativi provvedimenti. Vediamo quali sono le ipotesi sulle nuove misure contro il caro energia.
Bollette e benzina: le nuove misure del governo contro il caro energia
In primis c'è la proroga del taglio delle accise sui carburanti, ovvero la conferma della riduzione di 30,5 centesimi al litro del prezzo della benzina e del gasolio. Lo sconto attuale scade il prossimo 20 settembre e ogni mese in più costa un miliardo di euro. Un'altra ipotesi riguarda la messa a disposizione di un pacchetto di settimane di cassa integrazione gratuita per le imprese costrette a fermare o a ridurre temporaneamente la produzione per via del caro energia. Sul tavolo c'è anche l'ipotesi del rafforzamento del credito d'imposta sui maggiori costi delle bollette, che è del 25% degli stessi per le imprese energivore e gasivore e del 15% per le altre, ed è stato già finanziato anche per le bollette del terzo trimestre dell'anno con 3,4 miliardi di euro nel decreto legge aiuti bis. Le proposte sul tavolo prevedono l'aumento delle aliquote del credito d'imposta, la sua estensione anche agli esercizi commerciali e la proroga al quarto trimestre del 2022.
E veniamo al capitolo delle bollette delle abitazioni private. Potrebbe essere potenziata la rateizzazione delle somme, che attualmente è prevista per il primo semestre 2022 e con un massimo di dieci rate. Un'altra ipotesi, ma più costosa, riguarda un rafforzamento del bonus sociale per le famiglie a basso reddito fino a 12mila euro di Isee o l'ampliamento della platea dei beneficiari. Sul tavolo, infine, vi sono anche norme regolamentari: da quelle per rafforzare il piano di risparmi dei consumi a quelle per velocizzare la messa in funzione dei rigassificatori.
E ancora: è allo studio per le imprese che consumano più energia elettrica e gas un meccanismo per cedere loro a prezzi calmierati l'energia prodotta da fonti rinnovabili e il gas estratto in Italia. I tecnici segnalano però che, anche in questo caso, servirebbe una copertura finanziaria. Secondo le regole europee, infatti, oggi il prezzo di tutta l'energia è agganciato al prezzo di quella prodotta col gas, le cui quotazioni sono alle stelle.
Il problema delle risorse
Le risorse necessarie per soddisfare tutte queste richieste ammonterebbero a una ventina di miliardi di euro. Il problema è che, nonostante gli incassi delle entrate tributarie siano stati superiori al previsto e siano stati utili per finanziare in parte i precedenti decreti, al momento assicurerebbero solo pochi miliardi. Per reperire altre risorse c'è chi ipotizza un aumento della tassa sugli extraprofitti delle imprese del settore energia (ora del 25%). Soluzione però problematica visto che le imprese contestano il prelievo e finora il governo ha incassato poco più di un miliardo rispetto ai dieci preventivati. La certezza è che per avere un quadro preciso dei fondi da poter utilizzare si dovranno aspettare i dati di agosto sul gettito fiscale.