"Le bollette energetiche raddoppieranno, così il costo è insostenibile anche per ceto medio"
Le spese di luce e gas sono destinate a raddoppiare nello scenario migliore. Il presidente di Arera, Stefano Besseghini, in un’intervista a Today.it chiede l'intervento dell'Ue
Ci aspetta un autunno difficile sul fronte delle bollette, con le spese di luce e gas pronte a raddoppiare (nello scenario migliore). La stangata arriverà a settembre, con la revisione delle tariffe Arera - Autorità di regolazione per energia reti e ambiente - ma gli effetti sulle imprese energivore, su intere filiere produttive, sulle piccole e medie imprese si fanno già sentire. Gli imprenditori si ritrovano a dover scegliere il male minore: continuare a lavorare in perdita; alzare i prezzi scaricandoli sul consumatore finale (alimentando così la spirale inflazionistica che si sta abbattendo sul nostro Paese); chiudere i battenti.
Qualche piccolo passo in avanti per bloccare la corsa dei prezzi è stato fatto: dal prossimo primo ottobre il ricalcolo delle tariffe del gas non sarà più basato sulle quotazioni a termine del mercato all’ingrosso olandese, ma sulla media dei prezzi effettivi del mercato all’ingrosso italiano. Inoltre, l'aggiornamento dei prezzi sarà mensile e non più trimestrale. Tutto questo però non basta, servono misure strutturali. Bisogna ridurre i consumi e la dipendenza energetica dalla Russia, ha dichiarato il presidente dell’Arera, Stefano Besseghini, in un’intervista a Today.it. “Con questi livelli di prezzi – ha detto Besseghini - il costo dell’energia diventa insostenibile anche per altri settori dell’economia e per le famiglie del ceto medio, a meno che non intervenga l’Unione Europea”.
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Come sarà l’autunno sul fronte delle bollette di luce e gas?
“In questi mesi i prezzi del gas, che influenzano quelli dell’energia elettrica, hanno avuto picchi elevati e da giugno lo scenario si è ancora più aggravato. Tra riduzione dei flussi dalla Russia e siccità, i prezzi si sono impennati fino a raddoppiare rispetto agli ultimi mesi e dieci volte quelli degli ultimi cinque anni. Tutto questo si trasferirà al sistema, con impatti sulle filiere industriali, sull’approvvigionamento e sulle bollette dei cittadini. La situazione, quindi, è molto complicata e si prevedono un autunno e un inverno difficili. Uno strumento in mano alle famiglie è il risparmio energetico; già da ora è sensato consumare meno, per spendere meno singolarmente ma anche per far scendere la domanda generale producendo un calo del prezzo e in qualche misura ridurre anche la dipendenza energetica”.
Le risorse messe a disposizione dal Decreto Aiuti bis riusciranno a sostenere imprese energivore e famiglie vulnerabili?
“Da quando è iniziata l’ascesa dei prezzi, il governo ha messo a disposizione circa 30 miliardi di euro in strumenti a sostegno della generalità dei consumatori e con interventi mirati dell’industria energivora e delle famiglie vulnerabili. Il Decreto Aiuti proroga misure già usate, come il bonus alle famiglie più povere, cioè con un’Isee fino a 12 mila euro. Il bonus sociale oggi arriva a oltre tre milioni di famiglie, prima dell’automatismo avviato nel 2021 erano 700 mila. Inoltre nel decreto viene prorogato il credito d’imposta per le imprese e il taglio degli oneri di sistema. Queste norme mitigano un po' i costi ma non risolvono il problema, per farlo servirebbero risorse molto più ingenti. Intanto abbiamo rivisto il calcolo del costo della materia prima nelle bollette del gas. Da ottobre sarà agganciato al mercato PSV italiano e non più al TTF europeo e la periodicità da trimestrale diventerà mensile. Questo ci permetterà di aggiornare le tariffe basandoci su un prezzo più attuale e non su quello fissato mesi prima, anche per rispondere ai segnali di difficoltà degli operatori nel chiudere i contratti per il prossimo inverno. Se a ottobre il prezzo scenderà, per il tetto europeo o per altri motivi, i benefici si potranno trasferire tempestivamente in bolletta”.
I rincari delle bollette rischiano di diventare insostenibili anche per il ceto medio?
“Con questi livelli di prezzi il costo dell’energia diventa insostenibile anche per altri settori dell’economia e per le famiglie del ceto medio non c’è dubbio, a meno che non intervenga l’Unione Europea. Esiste una vasta categoria di consumatori non destinataria di aiuti su cui il raddoppio delle bollette, già elevate, avrà impatti molto pesanti. In autunno bisognerà valutare se, e come, intervenire, sperando che la Ue venga in aiuto. Bisogna capire infatti che il consumo di energia non è un buon indicatore di capacità reddituale. Un basso consumo può caratterizzare un pensionato monoreddito così come una giovane single ad alto reddito, che vive poco in casa”.
Si parla già di possibili razionamenti energetici. La cosa interesserà anche le famiglie italiane? Se sì, in che misura?
“È uno scenario che potrebbe verificarsi solo nel caso in cui Mosca decida di chiudere del tutto i rubinetti, ma non credo avvenga perché ne avrebbe un danno anch’essa. Nell’ipotesi peggiore in ogni caso, lo scenario peggiorerebbe e la Commissione Europea dovrà intervenire con meccanismi d’urgenza, magari con tetti temporanei al prezzo del gas. Per quanto riguarda i possibili razionamenti in caso di stop totale del gas russo, bisogna distinguere tra industria e consumi civili. Con questi prezzi, l’industria sceglie inevitabilmente una riduzione dei consumi e questo danneggia la crescita economica. Per la clientela domestica la situazione è più difficile; serve contenere i consumi su base volontaria, ma in emergenza serviranno misure più incisive. È bene ricordare però che la sicurezza sugli approvvigionamenti spetta al Ministero, le valutazioni sono loro e saranno una priorità del nuovo Governo. Io credo che si possano compensare cali di fornitura con nuovi approvvigionamenti. È il caso dell’Algeria, le cui forniture verso il nostro Paese sono state intensificate dall’attuale esecutivo subito dopo lo scoppia della guerra russo-ucraina”.
Con quali strumenti si può bloccare la corsa dei prezzi del gas?
“Spingere con decisione sulla riduzione dei consumi per ridurre la centralità del gas, esplicitare la proposta di un tetto al prezzo del gas o un altro meccanismo che permetta di avere un maggiore controllo sui prezzi al TTF. Inoltre, potrebbe sospendere temporaneamente il mercato degli Ets, i titoli legati all’emissione di CO2, con effetto in particolare sul mercato dell’energia elettrica. Qualsiasi intervento, europeo o nazionale, deve però tenere conto che il sistema energetico è estremamente complesso. Tutela dei consumatori e tenuta degli operatori di mercato sono due variabili da coniugare sempre, in un delicato equilibrio che, come dimostrano le recenti vicende in Germania, vede i primi inevitabilmente sostenere le difficoltà dei secondi. Infine, c’è un provvedimento da rendere stabile in futuro, quando sarà finita l’emergenza; vale a dire trasferire gli oneri di sistema, almeno le parti con finalità sociale, sulla fiscalità generale che è progressiva”.