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Martedì, 23 Aprile 2024
Consumi e oneri

La bolletta al microscopio: cosa paghiamo davvero

Voci di spesa che poco hanno a che vedere con gli effettivi consumi di energia

Paghiamo, e non poco, ma esattamente cosa? In questi giorni si parla molto dei rincari per le bollette in arrivo in autunno: secondo il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, viaggerebbero al momento attorno al 40% per l'elettricità e al 31% per il gas. Questi aumenti potrebbero essere almeno in parte depotenziati con un intervento del governo. L'ipotesi che circola in queste ore è che l'esecutivo stia lavorando alla sterilizzazione dell'Iva. Altra strada sarebbe invece quella di un intervento una tantum, con un provvedimento ad hoc che vale 3 miliardi di euro, per ridurre i cosiddetti oneri generali di sistema in bolletta.

"Bisogna ragionare su come è costruita una bolletta, va riscritto il metodo di calcolo. Lo stiamo facendo", ha garantito il ministro Cingolani. Già, ma come è costruita una bolletta e cosa paghiamo davvero? Una cosa è certa, in attesa di una soluzione da parte del governo: molte voci di spesa hanno poco a che vedere con gli effettivi consumi di energia. Secondo un'indagine di SOStariffe.it sulle tariffe del mercato libero applicate a chi ha già abbandonato il regime di maggior tutela, l'incidenza dei consumi effettivi sulla bolletta non supera il 37% a seconda della tipologia di cliente (single, coppie e famiglie composte da quattro persone).

Cosa paghiamo in bolletta

Analizziamo la bolletta "al microscopio", dalla spesa effettiva per il servizio ricevuto agli oneri di sistema. La prima pagina della bolletta indica il costo medio unitario del kilowattora/standard al metro cubo, come rapporto tra la spesa totale e i consumi fatturati, secondo le indicazioni dell'Autorità per l'energia, le reti e l'ambiente (Arera). Qui rientra anche la spesa per la materia energia, che raggruppa i costi di approvvigionamento dell'energia elettrica o del gas e quelli per la vendita al dettaglio. Rispetto al totale dell'esborso, questi due elementi pesano rispettivamente per quasi il 52% e il 75% nella fattura elettrica e per il 38% circa e il 6,2% in quella del gas.

Con l'esborso destinato a coprire la materia energia, figura la spesa per il trasporto e la gestione del contatore che costituisce, tra luce e gas, più o meno un 16-17% del totale e che va a coprire i costi per trasportare e distribuire sulle reti l'energia utilizzata nelle nostre abitazioni e per gestire e leggere i contatori, oltre ai dati delle loro letture. L'altra voce consistente e "discussa" è quella relativa agli oneri di sistema, introdotti nel tempo da specifici provvedimenti normativi. Si tratta di spese che vanno a finanziare attività di interesse generale per il sistema elettrico nazionale. Vediamo quali nello specifico.

Gli oneri generali "Asos" e "Arim"

Negli ultimi anni, gli oneri generali di sistema hanno rappresentato una quota crescente e sempre più significativa della spesa totale annua di energia elettrica degli utenti finali. L'Arera ha più volte insistito sulla necessità di una loro revisione che potrebbe passare dal trasferimento degli stessi nella fiscalità generale. Il governo interverrà proprio in questa direzione? Lo capiremo nei prossimi giorni. Sta di fatto che le aliquote degli oneri generali da applicare a tutte le tipologie di contratto sono distinte in oneri generali relativi al sostegno delle energie rinnovabili e alla cogenerazione (Asos) e oneri generali rimanenti (Arim).

Nella prima categoria sono inclusi innanzitutto gli oneri che vanno a supportare gli incentivi alle fonti rinnovabili e alla "cogenerazione Cip 6/92". Quest'ultimo è un provvedimento, adottato dal governo nel 1992, che premia l'energia prodotta da terzi e ceduta alla rete elettrica nazionale che sia stata prodotta da fonti verdi, rifiuti o impianti ad alta efficienza. All'interno della componente Asos ci sono poi anche i costi che coprono le agevolazioni per le imprese a forte consumo di energia elettrica, note anche come imprese energivore.

Gli oneri rimanenti pesano per il 20% circa su tutto il pacchetto e si trovano sotto la voce "Arim". In questo caso le spese pagate dai consumatori sono varie: si va dallo sviluppo tecnologico e industriale agli oneri per la messa in sicurezza del nucleare e per le compensazioni territoriali, dal sostegno della ricerca di sistema alle compensazioni per le imprese elettriche minori, dagli esborsi a sostegno dei regimi tariffari speciali per il servizio ferroviario universale e merci a quelli necessari per garantire il bonus elettrico, l'agevolazione prevista in bolletta per le famiglie in disagio economico.

Non finisce qui. L'Iva - al 10% per un'utenza domestica, al 22% per gli altri casi - e le accise rappresentano l'ultima voce in bolletta. Sono identiche per ogni fornitore. Nell'ultimo aggiornamento trimestrale dell'Arera, questa componente ha pesato per 2,89 centesimi di euro sulla bolletta elettrica (il 12,6% del totale della spesa) e per 30,17 centesimi di euro in quella del gas (35,6%) considerando il totale di accise, Iva e addizionale regionale. E poi c'è il canone Rai, ma questa è un'altra storia.
 

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