Perché l'energia costa così tanto e quanto è destinata a durare questa situazione?
"Il governo deve insistere sul tetto al prezzo del gas, è una strada che va perseguita con determinazione", ha dichiarato Mauro Zanini, presidente del centro studi Ircaf, in un'intervista a Today.it
Il caro bollette atteso per l’autunno potrebbe essere molto più pesante di quanto inizialmente stimato, visto che i prezzi del gas restano alti (anche se in calo negli ultimi giorni). Stamane alla borsa di Amsterdam le quotazioni del gas naturale sono scivolate sotto i 235 euro al megawattora, contro la media di 300 euro registrata fino a una settimana fa. Siamo arrivati al paradosso: conviene usare un generatore a nafta piuttosto che pagare l'energia elettrica.
Secondo le stime dell’Ircaf - Istituto ricerche consumo ambiente e formazione - con i nuovi rincari attesi dal 1° ottobre le famiglie e le imprese italiane spenderanno oltre il 127% in più rispetto allo scorso anno. Molto più del doppio stimato inizialmente. Quale sarà l’impatto del caro energia sulle famiglie, sulle imprese e sull’economia italiana? Quanto è destinata a durare questa situazione? Ne abbiamo parlato con Mauro Zanini, presidente del centro studi Ircaf, in un’intervista a Today.it.
- Come si forma il prezzo del gas e dell’energia elettrica
- Effetti del caro energia sulle famiglie: +2.192 euro l'anno
- Gli interventi del governo Draghi
- La speculazione sui prezzi del gas
- Il tetto al prezzo del gas e le resistenze di alcuni paesi Ue
- Quanto gas consuma l’Italia e da dove arriva
- Con il caro energia lievitano gli introiti delle rinnovabili
- Diversificare e ridurre i consumi
"Le bollette energetiche raddoppieranno, così il costo è insostenibile anche per ceto medio"
Come si forma il prezzo del gas e dell’energia elettrica
Nonostante lo stop alle forniture della Russia verso l'Europa, il prezzo del gas naturale registra una flessione importante rispetto ai massimi toccati la settimana scorsa. Ma come si forma il prezzo del gas? Si parte dalla quotazione della materia prima sul mercato all’ingrosso di Amsterdam, il TTF (Title Transfer Facility). Si tratta di un mercato virtuale all’ingrosso dove sono scambiati i futures, contratti che danno il diritto di comprare un bene ad una certa data e a un certo prezzo. A questo prezzo si aggiungono tutte le altre componenti di costo (trasporto, vendita, distribuzione, iva e altre componenti), così si arriva al prezzo finale del gas in bolletta.
Prendendo a riferimento le quotazioni sulla borsa di Amsterdam del 31 agosto scorso, quando il prezzo medio della materia prima più desiderata del momento valeva 239 euro a Mwh, equivalenti a 260 centesimi a metro cubo (mc), per ottobre si arriva a stimare un prezzo finale del gas pari a 300-310 centesimi al metro cubo. Con questi prezzi, le bollette non solo raddoppieranno, ma saranno ancora più care del previsto, spiega Mauro Zanini, presidente del centro studi Ircaf, in un’intervista a Today.it. L’aumento delle bollette di luce e gas atteso dal 1° ottobre, con la revisione delle tariffe dell’Arera, "sarà ben più corposo e non sarà solo il doppio", visto che ora siamo a 239 euro a Mwh e che il raddoppio era stato calcolato su 200 euro a Mwh. "Con l’evoluzione di questi ultimi giorni e con quello che potrà succedere a settembre, il raddoppio delle bollette probabilmente sarà un dato sottostimato – afferma Zanini -. Quindi l’aumento sarà ben più corposo se non ci sarà l’intervento da parte del governo nei prossimi giorni teso a ridurre l’impatto di questa bomba energetica che si sta abbattendo sulle famiglie e sulle imprese".
Bollette triplicate, il dramma delle aziende: costi extra per 40 miliardi
Effetti del caro energia sulle famiglie: +2.192 euro l'anno
Le bollette di luce e gas per una famiglia potrebbero arrivare a costare quasi 4.000 euro l’anno, 3.920 per essere precisi, rispetto ai 1728 euro del 2021 e ai 1468 euro del 2020. Secondo i calcoli dell’Ircaf, se il prezzo finale del gas nel domestico (mercato tutelato) dovesse aggirarsi sui 300 centesimi di euro al metro cubo (queste le ultimissime proiezioni), solo nel 4° trimestre si registrerà un rincaro della bolletta del gas di 1092 euro, che sommato ai primi tre trimestri di quest’anno comporta una spesa media per famiglia tipo di circa 2474 euro. Questa cifra risulta essere più alta di ben 1377 euro rispetto al 2021 (+126 % sul 2021 e +151% sul 2020).
Se sommiamo la bolletta di gas ed energia 2022, il costo annuo della famiglia tipo è pari a 3920 euro. Questo vuol dire che una famiglia tipo spenderà circa 2192 euro in più rispetto al 2021 (+127%) e 2452 euro in più sul 2020 (+167%). Queste le elaborazioni Ircaf sui dati Arera con tariffe del Mercato di Maggior Tutela riferita a una famiglia tipo con consumi standard di 2700 Kw/h monoraria residente potenza 3 kW e 1400 mc di Gas Annui uso promiscuo residente.
Bollette e rincari, autunno da brividi: la speranza dei "prezzi amministrati"
Gli interventi del governo Draghi
La cosa triste è che questa previsione di spesa di gas ed energia elaborata dall’Ircaf tiene conto dell’estensione anche per il prossimo 4° trimestre della proroga del governo degli attuali interventi adottati nei trimestri precedenti:
- proroga azzeramento oneri di sistema (queste voci incidono del 20% circa sul prezzo finale della bolletta);
- riduzione Iva al 5% su tutti i consumi di gas;
- rafforzamento bonus energia e gas;
- proroga del taglio delle accise sulla benzina.
I nuovi aumenti dunque saranno disastrosi, rischiamo la recessione economica. "Con i prezzi così elevati molto probabilmente si arriverà ad un’inflazione del 10% - dichiara Zanini -. L’impatto arriverà soprattutto dal 1° ottobre con il rincaro delle bollette: di fatto avremo che a novembre-dicembre l’inflazione supererà già il 10%, come sta già avvenendo in Inghilterra. Questo è l’avvio di un processo di recessione per l’alto costo dell’energia, delle materie prime e anche un calo della domanda che coinvolgerà le famiglie, l’economia in generale. Sono aumenti che si riverseranno anche sui prezzi degli alimentari, sui prodotti, sulla vita in generale. In altri paesi fuori dall’Europa – continua il presidente del centro studi Ircaf - queste tensioni sul gas metano non ci sono, da noi sì visto che l'Europa consuma 1/10 di tutto il metano che si consuma nel mondo".
Povertà energetica, il caro bollette rischia di fare il doppio delle 'vittime' rispetto al Covid
La speculazione sui prezzi del gas
Il Governo in carica sollecitato da tutte le forze politiche sta studiando risposte da dare al Paese, in un quadro in forte peggioramento, esposto alla speculazione senza limiti che solo ora sembra attenuarsi, dopo l’aprirsi di uno spiraglio per la riforma del mercato energia e di un tetto massimo del prezzo del gas a livello europeo. La speculazione, infatti, resta un problema importante. Quanto pesa la speculazione sui prezzi del gas? "Oggi i mercati sapendo che diversi paesi europei difficilmente riusciranno ad essere autosufficienti, ad arrivare a febbraio-marzo 2023 con il gas, alzano l’asticella della speculazione – spiega Zanini -. Basta una frase, una piccola cosa per far reagire un mercato schizofrenico, che tende a far salire sempre più i prezzi. La speculazione sfrutta la situazione. Ecco perché riuscire a stabilire un tetto al prezzo del gas è fondamentale a livello europeo, ma ci sono resistenze in Olanda, Germania. Alcuni paesi europei non vogliono stabilire il tetto al prezzo del gas perché temono che si possano inasprire i rapporti con la Russia".
Ue verso tetto a rinnovabili e nucleare (e non al gas), e tagli ai consumi elettrici
Il tetto al prezzo del gas e le resistenze di alcuni paesi Ue
Come possiamo bloccare questa inarrestabile corsa dei prezzi dell’energia? In molti spingono per un tetto massimo a livello internazionale sul costo del gas alla borsa di Amsterdam. Favorevole anche Zanini: "Questa è una battaglia giusta da portare avanti, anche se il governo ha poteri limitati. Il governo deve insistere per trovare le dovute alleanze affinché a settembre la Commissione Ue sia in grado di formulare una proposta per andare in questa direzione. Purtroppo ci sono molte resistenze– osserva Zanini -, non è semplice trovare una mediazione tra i paesi dell’Unione europea. Ci sono paesi meno esposti (per quanto riguarda le fonti di energia, la provenienza) dal ricatto che oggi sta facendo la Russia con il metanodotto Nord Stream e quindi meno sensibili a stabilire un tetto perché hanno un impatto meno pesante sulle bollette. Sicuramente però questa è una strada che va perseguita con determinazione".
Quanto gas consuma l’Italia e da dove arriva
Nelle giornate molto fredde in Italia si arrivano a consumare 400 milioni di metri cubi di metano al giorno: in due giorni, due giorni e mezzo, si arriva già ad un miliardo di metri cubi. In un anno il consumo di gas dell’Italia arriva a 70 miliardi di metri cubi di metano, in Europa sono 413 miliardi di metri cubi, nel mondo 4mila miliardi. Ora le scorte sono circa all’80%, ma cosa accadrà se l’inverno sarà particolarmente freddo? In tal caso si passerà ai razionamenti. Il governo ha già stabilito un primo piano di riduzione dei consumi ma in caso di emergenza saremo costretti a maggiori sacrifici. Come mai siamo a rischio razionamenti? Perché il 47% di energia elettrica che consumiamo nelle case, ma anche nella società in generale, viene prodotta con il gas metano. Le altre sono fonti rinnovabili (30-35% circa a seconda degli anni, se c’è molto vento, molto sole) o fonti fossili.
Il gas però non è come il petrolio, lo si riceve con i metanodotti, scelte strategiche fatte decenni fa. Le forniture in Italia arrivano dalla Russia a Tarvisio, dall’Olanda con un metanodotto che passa attraverso la Germania e la Svizzera, poi abbiamo la Tap dall’Azerbaigian che passa attraverso la Grecia e poi arriva a Melendugno in Puglia, ed infine il gasdotto dalla Libia e quello più importante che viene dall’Algeria. "L'Algeria sta diventando un fornitore strategico per l’Italia – afferma Zanini -, sono state rinegoziate le condizioni, ma non è che domani parte tutto. Con l’Algeria gli oneri sono stati molto elevati, tanto che lo Stato algerino con questi nuovi accordi fatti con l’Italia e con la Spagna per fornire il gas ha incassato 16-17 miliardi in più". Il 25% del gas totale, invece, arriva in Italia con le navi gasiere.
Con il caro energia lievitano gli introiti delle rinnovabili
Se il Paese soffre per il caro energia, c’è invece chi ci guadagna: le società che producono energia rinnovabile. Perché? Perché i costi di produzione delle energie rinnovabili sono molto più bassi rispetto a quelli che producono energia da fonti non rinnovabili, ma tutti vendono agli stessi prezzi. "L’energia elettrica prodotta con le fonti rinnovabili ha un costo molto contenuto, 15 centesimi per chilo di energia o meno per fare un esempio, ma lo paghiamo in bolletta 31 centesimi – spiega Zanini -. Dal 1° di ottobre, però, questo prezzo potrebbe raddoppiare e arrivare a 60-70 centesimi a kilowatt. Ciò vuol dire che chi produce energia da fonti rinnovabili avrà maggiori introiti visto che i costi sono sempre quelli". E così nasce la tassa sugli extra-profitti, come meccanismo di compensazione per riequilibrare le distorsioni che si sono venute a creare con il caro energia. In una prima versione del Decreto Aiuti la tassa ammontava al 10% del fatturato delle aziende, nella versione approvata in via definitiva con il decreto Aiuti Bis è salita al 25%. "Oggi la situazione non è di equità, perché c’è troppa differenza e alla fine le bollette le pagano le famiglie, le imprese, il sistema – ricorda Zanini -. L’idea di fare un provvedimento nazionale che stabilisca che il prezzo dell’energia prodotta con le rinnovabili non possa essere remunerato a quei livelli, ossia quanto costa oggi il metano, potrebbe portare ad un contenimento delle bollette anche su questo versante. Naturalmente la cosa non è semplice, perché ci sono interessi in campo e ci sono anche regole internazionali".
La stretta sui riscaldamenti da ottobre per l'emergenza gas
Diversificare e ridurre i consumi
Zanini, infine, pone l’accento sull’importanza della diversificazione delle fonti di approvvigionamento dell’energia e sulla riduzione dei consumi per contrastare il caro bollette. "Abbiamo anche bisogno di puntare su un piano di risparmio e efficientamento energetico, che in parte è già stato avviato con il bonus 110% e tutte le norme dal 2008 in poi, vuoi il 50% per le ristrutturazioni, vuoi per altri incentivi che riguardano la caldaia, gli infissi. Continuare su questa strada è importante, per ridurre la dispersione termica e puntare sempre di più sull’efficientamento. Bisogna insistere e continuare su questo versante".
L’altro versante – continua il presidente del centro studi Ircaf - è quello di snellire le procedure, le autorizzazioni per le rinnovabili che possono avere un forte ulteriore sviluppo, soprattutto con l’eolico, anche a 70 chilometri dalle coste. "Ci sono già dei progetti con il Pnrr che vanno in questa direzione, soprattutto nel Salento ma anche nel Mar Adriatico. L’eolico è una fonte primaria da sviluppare, ma anche l’energia solare con pannelli fotovoltaici. L’altra sfida sarà poi quella delle comunità energetiche, che autoproducono energia per soddisfare il proprio fabbisogno rivendono alla rete la parte eccedente per avere un rendimento. Costruire delle comunità energetiche che riguardino sia le famiglie che le imprese è molto importante, rappresenta un’alternativa sempre più valida rispetto alle fonti fossili".
In questa fase di transizione energetica il gas resta un elemento fondamentale, ecco perché bisogna a tutti i costi bloccare la speculazione sui prezzi, intervenendo sia a livello nazionale che europeo, il prima possibile, prima che l’inflazione ci ingoi nella spirale della recessione.