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Venerdì, 19 Aprile 2024
Prezzi fuori controllo

Bollette, il nuovo decreto in arrivo e il piano di emergenza per risparmiare gas

I partiti in pressing sul governo. Meloni: "Tagliamo tutti gli oneri allo Stato". Il Pd chiede di calmierare i prezzi e raddoppiare il credito di imposta sull'energia. Si studiano anche alternative per ridurre i consumi nelle case e negli uffici

Con i prezzi del gas schizzati sopra i 330 euro al megawattora (oltre 10 volte quelli dello scorso agosto) il tema delle bollette torna al centro della campagna elettorale. I costi folli del combustile al mercato Ttf di Amsterdam mettono in crisi non solo i portafogli degli italiani, ma soprattutto la sostenibilità delle imprese energivore alcune delle quali potrebbero non arrivare all'autunno. Non c'è più tempo. Per questo i partiti chiedono al governo di intervenire. Vediamo come.

La proposta lanciata ieri sera da Giorgia Meloni è quella di tagliare tutti gli oneri che finiscono nelle casse pubbliche. ''Le bollette? Questo non è un tema che non possiamo far finta di non vedere..." ha detto la leader di Fdi alla kermesse di 'Affari Italiani'. "Che cosa si potrebbe fare? Il governo in carica può fare qualcosa subito. Propongo una cosa per cui non serve lo scostamento: parametriamo le bollette di quest’anno su quelle dell’anno scorso e tagliamo tutti gli oneri allo Stato. Se sono d'accordo anche le altre forze politiche, ci troviamo domani in Parlamento e approviamo una proposta per abbattere le bollette. Lo Stato non ci deve guadagnare sull'aumento delle bollette. Fdi è disposta ad andare lunedì in Parlamento per votare una proposta che possa abbattere i costi delle bollette del 30%". 

La proposta del Pd

Il segretario del Pd Enrico Letta torna invece sulla sua proposta di calmierare i prezzi. In che modo? Fissando un tetto "al prezzo dell'elettricità", scrive su Twitter, ma anche raddoppiando "il credito d'imposta per l'energia che consenta il recupero di parte degli enormi aumenti in corso. Ne va della tenuta del Paese".

Secondo Francesco Boccia, responsabile Regioni e Enti locali della Segreteria nazionale PD e capolista al Senato in Puglia, la proposta del Pd "può essere attuata con decreto legge e può bloccare in tempo reale gli aumenti. Sia per i prezzi amministrati in fase transitoria, sia per gli aiuti alle imprese per gli aumenti subiti, così come il contratto luce sociale per le famiglie. Oggi la risposta immediata è l'unica cosa che chiedono imprese e famiglie. Ed è quello che abbiamo il dovere di garantire tutti, nessun partito escluso". 

"Siamo in emergenza assoluta - dice ancora Boccia - così come lo eravamo durante la pandemia e ne usciamo, oggi come allora, solo unendo le forze in Europa, così come in Italia. Il decreto che si appresta a varare il Governo deve essere sostenuto da tutte le forze politiche così come sarà necessario unire le forze e le posizioni da portare e rappresentare con forza in Europa". 

La Lega chiede uno scostamento di bilancio

Salvini però ha un'altra ricetta. "Tra le proposte concrete e realistiche che la Lega formulerà al Presidente Draghi (in attesa di un eventuale e fortemente richiesto scostamento di bilancio, che si auspica sarà realizzato dal nuovo governo di centrodestra), Salvini - fa sapere la Lega - intende suggerire: tassazione degli extra profitti, proroga immediata degli sconti su carburanti e bollette in scadenza a settembre, semplificazione e maggiore informazione su tutti gli strumenti già attivi per ottenere sconti e dilazione dei pagamenti a vantaggio delle famiglie".

Le altre proposte della Lega prevedono il via libera al nucleare, potenziamento e costruzione di nuovi termovalorizzatori, revisione delle politiche europee su Green Deal, ma soprattutto un Pnrr sull'energia da almeno 30 miliardi, in accordo con l'Europa, per superare l'autunno e l'inverno aiutando famiglie e imprese". 

Il leader di Azione Carlo Calenda l'altro ieri si è spinto addirittura più in là chiedendo la sospensione della campagna elettorale. "Siamo in emergenza nazionale. Grazie a Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giuseppe Conte. Il Governo Draghi ha le mani legate" ha scritto su Twitter. "Ma servono 10 miliardi per le imprese, sganciamento rinnovabili dal gas e 30 miliardi sulle famiglie. Ora. Le forze politiche sospendano la campagna elettorale e si dichiarino pronte a supportare il piano del governo, rigassificatore incluso, e un eventuale scostamento di bilancio".

Verso un nuovo decreto?

Il governo intanto sarebbe al lavoro per un nuovo decreto. Secondo Laura Castelli, viceministro all'Economia, "ci sono i margini" per un nuovo provvedimento da varare "per calmierare gli effetti del prezzo del gas". Draghi finora non ha voluto seguire la strada di uno scostamento di bilancio. Ma di fronte a un quadro in peggioramento tutto potrebbe cambiare. Di sicuro l'esecutivo lavora per arrivare a un tetto europeo del gas, tema di cui si discuterà nei prossimi giorni a livello europeo. "La presidenza ceca del Consiglio dell'Unione europea convocherà una riunione urgente dei ministri dell'Energia per discutere misure specifiche per affrontare la situazione energetica". Lo ha scritto nelle scorse ore su Twitter il premier ceco, Petr Fiala. Ma si cercano anche altre soluzioni. Tra le ipotesi il rinnovo dei crediti d'imposta per le imprese (che sono stati rifinanziati solo fino al 30 settembre) e la vendita di pacchetti di energia a prezzi calmierati. 

Termosifoni accesi dopo e spenti prima?

Intanto ci si prepara anche all'inverno. Se la parola razionamenti è ancora un tabù, 'Repubblica' oggi scrive che il governo starebbe valutando di ritardare l'avvio dei riscaldamenti e posticiparne l'accensione in primavera. Per risparmiare un po' di gas il via libera all'accensione dei termosifoni potrebbe dunque arrivare una settimana dopo. Allo stesso tempo, alla fine del periodo invernale, i caloriferi potrebbero essere spenti 7 giorni dopo. Sia nelle case che negli uffici. 

Il piano di emergenza

Le misure che il nostro Paese avrebbe messo a punto prevedono tre livelli di emergenza, a seconda dell'aggravarsi della situazione. Tra quelle già scattate c'è la riduzione della temperatura negli uffici pubblici che non potrà essere superiore a 19°C in inverno e inferiore ai 27°C in estate. Prevedendo lo scenario più grave che porterebbe all'applicazione delle misure del terzo livello d'emergenza, i tagli sarebbero invece più drastici. Nelle case private le temperature dovranno essere ridotte di 2°C e verrebbe limitato anche l'orario di accensione. Ai Comuni potrebbe essere chiesto di ridurre l'illuminazione pubblica nelle strade e sui monumenti fino al 40% dei consumi totali. Gli uffici pubblici potrebbero chiudere in anticipo e anche ai negozi potrebbe essere chiesto di serrare le porte entro le 19. I locali, invece, non dovrebbero restare aperti oltre le 23. 

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