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Giovedì, 25 Aprile 2024
il dito e la luna

Il price cap diminuisce le bollette?

Molti guardano a un tetto al prezzo del gas come una misura decisiva per ridurre i prezzi, ma non è tutto così semplice come sembra

La proposta della Commissione europea sul price cap al gas non è piaciuta a nessuno. I tentativi dell'Ue di raffreddare l'aumento dei prezzi delle bollette con un tetto al prezzo del gas finora sono stati vani. Al termine del Consiglio Ue straordinario sull'Energia, il sottosegretario tedesco agli Affari economici e all'Azione per il clima, Sven Giegold, ha sintetizzato la faccenda in poche ma efficaci frasi: "Il price cap non sarà approvato così com'è ora, perché sono tutti scontenti e questo non è il tipo di scontentezza normale per un compromesso". Il price cap è considerato decisivo per diminuire i prezzi. E se invece fosse addirittura dannoso? Today ne ha parlato con Simona Benedettini, consulente indipendente per le politiche e la regolazione dei mercati energetici.

Il price cap tanto discusso

L'idea di mettere un tetto al prezzo del gas ha innescato persistenti discussioni, dividendo i 27 Stati dell'Ue in due gruppi. Italia, Francia, Spagna, Polonia, Portogallo, Grecia insieme ad altri 9 Paesi Ue da una parte a chiedere con insistenza un price cap, mentre dall'altra la Germania a rappresentare l'opposizione alla misura in un blocco con dentro anche Austria, Danimarca e Paesi Bassi.

L'aumento dei prezzi delle bollette di gas e luce in Italia: cosa cambia con il price cap

I tedeschi affermano che un limite al prezzo potrebbe rendere più difficile attrarre nuove forniture di gas, necessarie in un momento in cui i Paesi dell'Ue sono impegnati a sostituire i volumi dalla Russia ormai residuali nell'economia degli approvvigionamenti, mentre il gruppo dell'Italia considera il price cap decisivo per diminuire le bollette. Perché ci sono posizioni così contrastanti su una misura che dovrebbe ridurre i prezzi? Intanto bisogna dire che il prezzo del gas è influente perché crea il prezzo dell'elettricità e contribuisce a produrla.

La proposta "inutile"

Dopo mesi di interlocuzioni con gli Stati membri la Commissione europea, l'organo esecutivo dell'Unione Europea, ha fatto la sua proposta: un price cap all'indice Ttf di Amsterdam, la principale borsa del gas e punto di riferimento per la formazione dei prezzi in Europa, che entrerebbe in funzione in presenza di due condizioni: 

  • Ttf oltre i 275 euro al megawattora per oltre le due settimane;
  • Ttf che supera di 58 euro il prezzo di riferimento del gas naturale liquefatto (Gnl) per 10 giorni di negoziazione consecutivi.

I prezzi del gas Ttf di Amsterdam: le bollette in Italia aumentano

Trattandosi di un regolamento, il Consiglio avrà il potere di apporre delle modifiche che di fatto potrebbero stravolgerlo del tutto, ma la proposta non è piaciuta a nessuno e ha fatto parecchio discutere per le condizioni che azionerebbero il tetto. "La questione non sta tanto nel valore del tetto proposto dalla Commissione Europea, quanto nelle condizioni - spiega a Today Benedettini -. Si tratta di condizioni difficilmente verificabili che, di fatto, rendono il tetto proposto inattuabile. Il motivo di queste condizioni così improbabili sta essenzialmente nelle forti perplessità dell'Ue sulla misura".

Le posizioni dei Paesi dicono tutto sul price cap

La Commissione spera che un tetto possa ugualmente frenare l'aumento incontrollato dei prezzi. Ma perché la soglia non è piaciuta a nessuno? 

Sul price cap si è ripresentata una divisione tra Paesi di Nord e Sud Europa - tra i cosìddetti "frugali" e meno frugali - simile a quella già vista prima dell'adozione del Next Generation Ee - o anche Recovery Fund o Recovery Plan - che ha poi dato vita al Pnrr. Ci sono due motivi principali per cui non si riesce a trovare la soglia "giusta" di un price cap a livello europeo: 

  • "C'è il rischio che si incoraggino contrattazioni fuori dai mercati regolamentati - ha detto Benedettini a Today -. Ma soprattutto, un tetto impedisce ai segnali di prezzo di formarsi in modo efficace e quindi ai produttori di compiere scelte di investimento efficienti. Questo aumenta il rischio, nel lungo periodo, di ritrovarsi nuovamente in una condizione di disequilibrio tra domanda e offerta di gas e di prezzi alti; 
  • In secondo luogo, i Paesi europei hanno mix energetici differenti e alcuni ne potrebbero beneficiare più di altri: "Il rischio di comportamenti strategici potrebbe fare del cap un boomerang per i consumatori", ha sottolineato Bendettini. 

In sintesi, il price cap potrebbe addirittura essere dannoso e causare una minore disponibilità di gas sui mercati con un conseguente - e ulteriore - aumento dei prezzi. In più, spingerebbe i Paesi europei ad entrare in conflitto a causa dei loro mix energetici differenti. Ad esempio, nel 2021 l'Italia ha ricavato oltre il 51 per cento del suo fabbisogno di elettricità dal gas, mentre la Francia solo per il 6 per cento.

La dipendenza dell'Italia dal gas per produrre elettricità rispetto alla Francia

Di questi aspetti è sempre stata cosciente la Commissione: "L'adozione di un tetto al prezzo del gas naturale presenta numerose criticità, e questo lo dice  anche la Commissione Europea nella sua proposta - osserva Benedettini -. Affinché il tetto eserciti realmente un effetto deterrente rispetto a comportamenti opportunistici dei Paesi esportatori, in primo luogo la Russia, l'Europa dovrebbe essere pronta a mantenere in piedi il tetto a qualsiasi costo. Ma questo è pressoché impossibile poiché in caso di interruzione delle forniture russe e, più in generale, di comportamenti opportunistici di altri Paesi, volti a ridurre strategicamente l'offerta per fare aumentare i prezzi, l'Europa ha già detto che sospenderebbe il tetto. E questo ha senso, perché dovremmo renderci attrattivi sul mercato per attirare il gas mancante".

Il price cap il dito e i consumi la Luna

Forse, però, si sta guardando al lato sbagliato della cosa e le difficoltà nel trovare un accordo comune su un tetto ai prezzi potrebbero dimostrare che l'unica via per "raffreddare" i mercati nell'immediato è una riduzione dei consumi. Se ne era già parlato riguardo i bonus del governo sulle bollette. 

Supereremo l'inverno senza il gas russo? I bonus del governo potrebbero peggiorare le cose

Alleggerire le bollette dei consumatori con degli sgravi è stato senz'altro legittimo, ma come sostengono diversi osservatori, in un periodo di scarsità gli incentivi dovrebbero rivolgersi alla riduzione dei consumi e non all'aumento. Dopo un ottobre straordinariamente mite, le temperature invernali iniziano a farsi sentire: di conseguenza i consumi di gas in Italia sono in deciso aumento.

Clicca qui per visualizzare il grafico sui consumi di gas

Anche se ancora a un livello inferiore rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, i consumi in aumento e l'incertezza delle forniture aumentano i dubbi sulla tenuta del sistema. A fine inverno l'Italia rischierebbe di ricorrere per la prima volta nella storia alle riserve strategiche, un altro evento che avrebbe effetti catastrofici sui prezzi. 

Quanto gas abbiamo per l'inverno

L'Unione Europea di oggi è il risultato di un progetto politico iniziato 70 anni fa e basato anche su un'unione di tipo energetico. Il principale risultato del lungo dibattito sul price cap è un mancato accordo che rischia di distogliere dalle soluzioni reali e che debilita l'Unione proprio sul tema dell'energia, lo stesso tema che aveva portato alla sua nascita. 

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