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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Prezzi alle stelle

L'aumento vertiginoso delle bollette (anche) con lo smart working

C'è un collegamento tra il lavoro da casa e il rialzo dei costi delle utenze domestiche. Le stime sui rincari per luce e gas a febbraio 2022, in attesa di un nuovo intervento del governo

Prima della pandemia appena l'11% degli occupati lavorava da remoto. Nel 2021 i lavoratori agili sono saliti al 32,5%. Una modalità che nel complesso piace ai lavoratori, anche se la maggior parte di essi lamenta problemi legati all'aumento dei costi delle utenze domestiche. Un grattacapo che si fa ancora più incalzante in questo primo trimestre 2022, per la corsa senza freni delle tariffe delle bollette (+131% per l'energia elettrica e +94% per il gas naturale rispetto al primo trimestre del 2021, secondo i dati forniti dall'autorità per l'energia Arera). Tra luci, dispositivi elettronici e riscaldamenti a pieno ritmo, anche lo smart working, va da sé, contribuisce a far schizzare gli importi delle bollette.

Gli aumenti delle bollette a febbraio per chi lavora in smart working

Parliamo di aumenti vertiginosi. Secondo Selectra, servizio gratuito che confronta le offerte di luce, gas e internet, c'è stato un rincaro fino al 230% rispetto a un anno fa. In base all'analisi sui costi dello smart working per gli italiani, chi lavora da casa full time e si affida ancora al servizio di maggior tutela, a febbraio 2022 spenderà 57 euro in più nella bolletta mensile della luce (+230%, per un totale di 102 euro) e 159 euro in più per la bolletta del gas (+220%, per un totale di 290 euro) rispetto a febbraio 2021.

Chi lavora da casa full time ma è passato al mercato libero, invece, pagherà sempre di più rispetto all'anno scorso, ma riuscirà a risparmiare a febbraio 2022, rispetto al tutelato, 45,5 euro sulla bolletta della luce e 32 euro su quella del gas. Rispetto a chi è rientrato in ufficio (e quindi a casa ha un consumo di luce e gas ridimensionato), un lavoratore in smart working nel servizio di maggior tutela a febbraio 2022 spenderà 17 euro in più per la luce e 39 euro in più per il gas. Sul mercato libero, invece, si parla di 10 euro in più per la luce e 32,5 euro per il gas per il lavoratore da remoto rispetto a chi va in ufficio. Ricordiamo che nel mercato di maggior tutela il prezzo viene stabilito dall'autorità per l'energia e cambia ogni tre mesi, mentre nel mercato libero il fornitore può stabilire il suo prezzo che può essere fisso per uno o due anni.

Cosa farà il governo contro il caro bollette

Dopo gli interventi dei mesi scorsi per cercare di attenuare gli aumenti delle bollette, il governo si è impegnato ad affrontare nuovamente il problema. In che modo? Al momento ci sono pochi dettagli sulle misure e sulle tempistiche, e soltanto un'ipotesi circolata nelle ultime ore: una nuova azione a sostegno di famiglie e imprese, con la promessa di un "intervento ampio tra i 5 e i 7 miliardi di euro", e l'estensione degli sgravi a più cittadini e aziende rispetto ai bonus attualmente in vigore. Il tempo stringe, e non sarà facile reperire tutte queste risorse in tempi brevi.

E cosa succede con lo smart working dal 1° aprile

Bollette a parte, con la fine probabile dello stato di emergenza (in scadenza il 31 marzo prossimo), il lavoro da remoto è destinato a cambiare, almeno rispetto alla forma in cui l'abbiamo conosciuto durante l'emergenza sanitaria. Servirebbero accordi individuali tra l'azienda e il lavoratore. Unica eccezione è la pubblica amministrazione, dove esistono già accordi individuali per normarlo. Attualmente, infatti, il governo ha accordato alle aziende di usufruire in maniera massiccia dello smart working anche senza aver contrattato la modalità lavorativa con i dipendenti.

Con la fine dello stato di emergenza si verrebbe però a creare un problema di non poco conto legato a questo aspetto. In assenza di nuove misure di semplificazione, infatti, la scelta del lavoro agile rischia di diventare un boomerang per le aziende. Le imprese che decidono di adottare lo smart working, dal 1° aprile si troveranno a dover gestire una mole di lavoro non indifferente poiché soggette alla comunicazione obbligatoria dell'accordo individuale. Per questo i sindacati spingono per l'adozione di un regime semplificato sulle procedure, simile a quello attualmente vigente.
 

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