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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Bollo auto, ok alla nuova rottamazione: come funziona

Il Decreto Crescita ha varato la nuova rottamazione che vale anche per il bollo auto. E' una misura che si riferisce alle imposte locali dei Comuni che hanno affidato la riscossione a società private: stabilire termini e modalità di adesione spetta agli enti locali. Facciamo il punto

Bollo auto, il Decreto Crescita ha varato la nuova rottamazione (che riguarda anche le multe, Imu e Tasi). Di cosa si tratta? In poche parole, Regioni, Province e Comuni hanno ora la possibilità di usufruire della pace fiscale sia per le entrate tributarie che non. Si tratta di una sorta di sanatoria per chi ha il tributo regionale arretrato da pagare: i debitori avranno agevolazioni e sconti previsti dalla rottamazione per il loro debito residuo sul bollo auto. Ma andiamo con ordine. La rottamazione riguarda quei Comuni che nel corso degli anni passati non hanno affidato ad Equitalia o ad Agenzia Entrate Riscossione (Ader) la riscossione stessa.

Pace fiscale, come funziona la rottamazione del bollo auto

Nello specifico, l’art.15 del Decreto Crescita ripropone la rottamazione relativa alle ingiunzioni degli enti territoriali come Regioni, Province e Comuni, andando ad adottare la vecchia disciplina e soprattutto lasciando libera scelta agli enti locali di aderire o meno alla pace fiscale. Ricordiamo che la rottamazione era stata già disciplinata per gli enti che avevano deciso di affidare la riscossione ad Equitalia o Agenzia delle Entrate, mentre per quelli che avevano deciso di affidare la riscossione e società di carattere privato, la questione non era stata trattata.

Bollo auto, cosa succede in sostanza con la nuova misura di rottamazione? E' possibile ampliare lo spettro della pace fiscale ed eliminare le varie differenze nel trattamento dei soggetti. Ci riferiamo alle differenze di trattamento nei confronti dei cittadini residenti nei Comuni che hanno affidato la riscossione esattoriale a società private, rispetto a quelli residenti nei Comuni che hanno affidato la riscossione all’Agenzia delle Entrate Riscossione. Inoltre, gli enti locali, hanno avuto a disposizione 60 giorni dall’entrata in vigore del Decreto Crescita, per la comunicazione tramite i propri siti internet, dell’interesse o meno ad aderire alla pace fiscale tramite la rottamazione di multe, bollo auto, Imu e Tasi.

La nuova rottamazione si riferisce alle cartelle esattoriali ed alle ingiunzioni, sia di natura tributaria che non, notificate nel periodo di tempo che va dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2017. Il riferimento è a tutte le imposte di carattere locale, con l’esclusione di:

  • somme a titolo di recupero di aiuti dello Stato di carattere illegittimo;
  • tutti i crediti derivati da varie procedure di condanna da parte della Corte dei Conti;
  • tutte le sanzioni di carattere penale;
  • tutte le sanzioni diverse da quelle contributive e tributarie.

Le modalità e i termini per poter aderire alla rottamazione sono disciplinati e comunicati dagli enti locali come i Comuni stessi. Il recente Decreto Crescita ha affidato ai vari Comuni il compito di andare a disciplinare tutti gli aspetti di carattere applicativo della sanatoria. Saranno dunque i Comuni a dover comunicare ai cittadini i termini e le condizioni di adesione. Nello specifico, agli enti locali spetta la disciplina:

  • del termine relativo alla presentazione della domanda connessa alla rottamazione;
  • il numero totale delle rate previste, ricordando che la scadenza finale non deve andare oltre settembre 2021;
  • il termine entro cui, l’ente locale oppure il concessionario abilitato è tenuto a comunicare tutti gli importi dovuti al debitore stesso.

Non sarà tollerato alcun ritardo nei pagamenti delle rate dovute.

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