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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Le cose da sapere

Il bonus 200 euro è a rischio con questa crisi di governo?

Alcune misure sui tavoli di Palazzo Chigi o delle Camere potrebbero subire uno stop a causa delle tensioni politiche che hanno aperto una crepa nell'esecutivo. Cosa succede con l'incentivo una tantum che molti italiani dovrebbero ricevere a fine luglio

Mario Draghi ha deciso di dimettersi dopo che il Movimento 5 stelle di Giuseppe Conte non ha votato la fiducia sul decreto legge Aiuti al Senato. Dimissioni respinte dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha chiesto al presidente del Consiglio di valutare la tenuta del governo nella "sede propria", cioè in Parlamento. Nei prossimi giorni, a partire da mercoledì 20 luglio, quando Draghi si presenterà in Parlamento per spiegare ai partiti le motivazioni alla base della sua scelta, vedremo a quale esito porterà lo strappo apertosi nella maggioranza.

Sta di fatto che la crisi politica in corso, oltre a mettere alla prova la tenuta del governo, potrebbe avere effetti su diversi provvedimenti in agenda ancora non completamente attuati (dalle pensioni agli stipendi, come abbiamo spiegato qui). Ecco perché i contribuenti iniziano a chiedersi se le dimissioni di Draghi avranno delle conseguenze anche sull'erogazione del contributo una tantum da 200 euro, l'incentivo introdotto per aiutare i cittadini a far fronte parzialmente all'aumento dei prezzi degli ultimi mesi, che molti italiani dovrebbero ricevere a luglio.

Bonus da 200 euro: cosa succede con la crisi di governo

Il bonus da 200 euro è stato introdotto con il decreto legge Aiuti ed è previsto per lavoratori dipendenti, lavoratori domestici, stagionali, disoccupati, pensionati e beneficiari del reddito di cittadinanza. Oltre a rientrare in una delle categorie di beneficiari, per avere accesso all'incentivo una tantum bisogna avere anche un reddito inferiore ai 35mila euro annui. La copertura stanziata per questo contributo è di 6 miliardi di euro. Ma il bonus 200 euro in busta paga è a rischio con questa crisi di governo? No: la misura non verrà annullata neanche con l'eventuale caduta del governo, come invece potrebbe accadere per altri provvedimenti come il taglio del cuneo fiscale.

La differenza con le altre misure del governo a rischio è che il bonus è già stato ratificato e approvato nel decreto legge Aiuti, quindi la sua erogazione verrà portata a termine anche se questo governo dovesse cambiare. L'unica conseguenza che potrebbe scaturire dalla crisi di governo attuale è la mancata estensione del bonus in questione. Il governo aveva infatti ipotizzato la possibilità di estendere il contributo anche ai mesi di agosto e settembre. Un'ipotesi che non si concretizzerebbe se a Palazzo Chigi dovesse insediarsi un nuovo esecutivo.

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Peraltro il bonus è già arrivato ad alcune categorie comprese tra i beneficiari: è il caso, ad esempio, dei pensionati che lo hanno ricevuto con il cedolino di luglio 2022. Potrebbe essere già arrivato anche per qualche lavoratore dipendente, nonostante la maggior parte lo riceverà con lo stipendio di luglio e quindi a fine mese, se non all'inizio di agosto. L'erogazione è prevista a luglio anche per i beneficiari del reddito di cittadinanza e i lavoratori domestici. Discorso diverso, invece, per titolari di Naspi, disoccupati e beneficiari dell'ex indennità covid, che riceveranno il bonus a ottobre, ma sempre senza nessun rischio: il decreto è stato definitivamente approvato in Senato e quindi il bonus arriverà a tutti coloro cui spetta.

Il problema del bonus 200 euro per gli autonomi

L'unico "problema" rimane quello che riguarda da vicino lavoratori autonomi e professionisti che risultino iscritti alle casse previdenziali di riferimento e che nel 2021 non abbiano superato i 35mila euro di reddito Isee. Anche queste categorie attendono il bonus, ma a differenza degli altri beneficiari non si sa ancora con precisione né quando l'indennità verrà erogata né con quali modalità. Autonomi con partita Iva e professionisti aspettano ancora il decreto attuativo dei ministeri del Lavoro e dell'Economia, un provvedimento in ritardo di un mese (doveva essere varato entro il 17 giugno scorso). Il fondo da 500 milioni di euro però è già stato stanziato, e i ministeri continueranno a lavorare anche in caso di un nuovo governo.

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