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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Il bonus di fine anno da 500 euro

L'idea di un "regalo" per chi è stato almeno due settimane in Cassa Integrazione nel 2020 arriva da Palazzo Chigi. Ma i ministri sono contrario. Intanto arriva il via libera al rinvio delle scadenze fiscali

Un bonus di Natale da 500 euro per chi è stato in cassa integrazione per almeno due settimane durante il 2020. L'idea arriva direttamente da Palazzo Chigi e si tratta di una chiara riedizione del bonus Befana che Giuseppe Conte propose nel 2019 insieme all'incentivo ai pagamenti elettronici che poi però fu rinviato. E oggi, spiega La Stampa in un articolo a firma di Alessandro Barbera, anche il regalo di fine anno per i cassintegrati rischia di fare la stessa fine. 

Il bonus di fine anno da 500 euro 

Il quotidiano racconta che la proposta di un bonus natalizio da cinquecento euro per chi ha subito almeno otto settimane di cassa integrazione è arrivata sul tavolo dei ministri venerdì, poco prima della mezzanotte e dopo sette ore di riunione fiume on line, mentre si discutono le norme del quarto Decreto Ristori. Il governo, come si scriveva nei giorni scorsi, sta lavorando al rinvio delle scadenze fiscali di novembre e dicembre (acconto Irpef, dichiarazione dei redditi e Iva) e sul tavolo arriva la proposta di Conte che però viene accolta con non troppo entusiasmo dai presenti alla riunione, ovvero i tre vice di Gualtieri – il Pd Antonio Misiani, la grillina Laura Castelli, Maria Cecilia Guerra di Leu – e il responsabile economico di Italia Viva Luigi Marattin.

L'idea di Palazzo Chigi è infatti costosa (arriva a 1,7 miliardi di euro) e dovrebbe arrivare nelle tasche dei cassintegrati attraverso l'Inps, attualmente accusata dei ritardi burocratici che hanno costretto molti ad aspettare mesi per ottenere l'assegno. In più, degli otto miliardi da impegnare nel decreto ristori, già cinque serviranno per i rinvii fiscali: con il bonus di fine anno per i cassintegrati per le altre categorie rimarrebbero solo spiccioli. Intanto il decreto-ter appena varato garantirà ristori in automatico alle regioni che cambiano fascia di rischio e  mette in campo oltre 1,4 miliardi per rifinanziare il fondo previsto dal decreto bis per i contributi a fondo perduto da destinare ai settori colpiti e nella lista dei codice Ateco delle attività economiche penalizzate che riceveranno gli indennizzi perché in zona rossa entra anche il commercio al dettaglio di calzature e accessori.

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I ristori per il commercio, il bonus baby sitter e il rinvio delle scadenze fiscali

L'agenzia di stampa Agi ha scritto ieri che i negozi di scarpe avranno un ristoro del 200% rispetto a quanto previsto in precedenza. Viene quindi rafforzata anche la dote per il credito d'imposta per gli affitti commerciali, la cancellazione della seconda rata Imu, l'estensione della proroga del versamento Irpef, Ires e Irap per autonomi e partite Iva, la sospensione dei versamenti tributari e dei contributi previdenziali, il congedo per i genitori con i figli a casa a causa della chiusura delle scuole e il bonus baby sitter. In arrivo anche un fondo da 400 milioni di euro per consentire ai sindaci di adottare misure urgenti di solidarieta' alimentare. Le risorse saranno erogate a ogni comune entro 7 giorni dall'entrata in vigore del dl. Stanziati altri 100 milioni per l'acquisto e la distribuzione dei farmaci per la cura dei pazienti affetti dal Coronavirus.

Il provvedimento è coperto per oltre 1,2 miliardi con i fondi stanziati ma non utilizzati per la cig con i precedenti decreti Cura Italia e Agosto. Altri 500 milioni sono garantiti dal fondo speciale per la riassegnazione dei residui passivi della spesa di parte corrente e 100 milioni dai residui passivi della spesa in conto capitale. Ulteriori 50 milioni dalla soppressione della norma del decreto bis che prevedeva la possibilita' di individuare ulteriori codici Ateco che potessero beneficiare dei contributi a fondo perduto. Infine 60 milioni arrivano dal Fondo per pagare i debiti della P.a. istituito con il decreto Rilancio. Il Mef monitorera' il rispetto del tetto di spesa nell'utilizzo delle risorse. Il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, ha assicurato che c'e' ancora un margine di deficit di circa 6 miliardi da utilizzare per restare, grazie anche all'andamento delle entrate, sotto il tetto del 10,8% fissato.

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