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Sabato, 20 Aprile 2024
Proviamo a capire meglio

Cos'è questa storia del bonus al 75% (con lo sconto in fattura) per i lavori in casa

Il caso dell'agevolazione per eliminare le barriere architettoniche. Non sono poche le imprese che la consigliano per cambiare le finestre o ammodernare i bagni, ma per evitare di incappare in qualche guaio è necessario farsi consigliare da un esperto

Ma davvero è possibile ristrutturare il bagno di casa o cambiare gli infissi spendendo il 75% in meno? E usufruendo, peraltro, dello sconto in fattura? In rete (e non solo) fioccano le offerte di imprese edili che invitano i potenziali clienti ad approfittare del bonus per l'eliminazione delle barriere architettoniche. L'agevolazione è stata introdotta con la legge di bilancio del 2022, ma all'inizio è passata perlopiù in sordina. Col tempo però qualcuno si è accorto che le maglie della normativa sono in realtà più larghe di quanto, forse, era lecito aspettarsi. E che il bonus, oltre a essere più conveniente di altre agevolazioni per i lavori di edilizia, offre anche la possibilità di optare per lo sconto in fattura e la cessione del credito.

Ma di cosa parliamo nello specifico? Andiamo con ordine e cerchiamo di capire cosa prevede la normativa, quali sono i requisiti per accedere al bonus e a cosa stare attenti per evitare spiacevoli sorprese. Come spiega l'Agenzia delle Entrate, l'agevolazione consiste in una detrazione del 75% sulla spesa ed è pensata "per la realizzazione di interventi finalizzati al superamento e all'eliminazione delle barriere architettoniche in edifici già esistenti".

Tutti i bonus del 2023: cosa si può ancora usare

Per usufruirne è necessario rispettare i requisiti previsti da un decreto del 14 giugno 1989 che si occupa proprio di barriere architettoniche. È previsto un tetto di spesa che varia da 30 a 50mila euro a seconda della tipologia di edificio e il rimborso avviene sotto forma di detrazione fiscale (cioè sull'Irpef pagata) in cinque anni. Come spiegavamo sopra però è possibile cedere il credito o chiedere lo sconto immediato all'azienda che esegue i lavori). Infine va precisato che l'agevolazione, prevista inizialmente solo per il 2022, è stata di recente prorogata fino al dicembre del 2025. 

Cosa prevede il decreto del 1989 (da tenere d'occhio per avere il bonus)

Bene, il punto è: cosa prevede il decreto che dovrebbe stabilire gli ambiti di applicazione del bonus? Si tratta, come detto, di una legge che risale al 1989 firmata dal ministro dei Lavori pubblici dell'epoca e che stabilisce le "prescrizioni tecniche necessarie  a  garantire  l'accessibilità, l'adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata".

Nel testo vengono forniti tutta una serie di criteri tecnici per rendere gli immobili scevri da ostacoli per le persone con mobilità limitata. Ad esempio viene stabilito che la luce netta della porta di ingresso deve essere almeno di 80 centimetri e quella delle altre porte di 75. Che l'altezza delle maniglie degli infissi esterni deve essere compresa tra 100 e 130 centimetri, oppure che nei bagni "devono essere garantite, con opportuni accorgimenti spaziali, le manovre di una sedia a ruote necessarie per l'utilizzazione degli apparecchi sanitari". Insomma, per ottenere il bonus del 75% è necessario eliminare le barriere che limitano la mobilità dei disabili e ci sono tutta una serie di accorgimenti da rispettare affinché i lavori eseguiti siano in linea con il decreto che fissa le regole sull'accessibilità degli edifici.

Chi ha diritto all'agevolazione?

Nel testo della legge di bilancio che ha introdotto l'agevolazione non viene fatta menzione di altri paletti. Il bonus (o detrazione, che dir si voglia) dunque non è riservato solo alle persone con disabilità, ma a tutti coloro che intendono rendere la propria abitazione fruibile anche a chi ha problemi di mobilità se il proprio immobile non soddisfa determinati criteri. L'unica indicazione, come spiegavamo sopra, è che gli interventi siano effettuati in edifici già esistenti e siano pensati espressamente per il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche nel rispetto del decreto già citato del 1989. 

E per quali lavori?

Le maglie effettivamente piuttosto lasche della legge hanno fatto sì che quest'agevolazione venga spesso consigliata al posto del più canonico "bonus ristrutturazione": in primis perché lo sconto è maggiore (il 75% contro il 50%), in secondo luogo per la possibilità di avere lo sconto in fattura o di poter cedere il credito a terzi.

Per ottenere il bonus però è necessario accertarsi che gli interventi che andremo a eseguire possano effettivamente rientrare nella casistica di quelli previsti per l'eliminazione delle barriere. Di fatto oggi molte imprese sul mercato offrono uno sconto del 75% su lavori anche piuttosto impegnativi (e costosi) come appunto il rifacimento del bagno o la sostituzione degli infissi. Qualche esperto però mette in guardia da un'interpretazione troppo estensiva della legge.

Il bonus del 75%, spiega su YouTube il geometra Danilo Torresi, è stato pensato "per determinati e specifici interventi che vanno a consentire a persone con ridotte capacità motorie e sensoriale di potersi muovere senza ostacoli all'interno di un immobile". Non è insomma un'agevolazione "pensata per grosse ristrutturazioni" e dunque, si chiede il geometra, cosa accadrebbe se l'Agenzia delle Entrate dovesse un domani "fare delle precisazioni molto stringenti"? Per questo, "portare dentro altre opere, magari con la scusa delle opere assorbite, correlate e necessarie per completare l'intervento, non so quanto possa tenere".

"Magari si può fare tutto", spiega ancora l'esperto, "ma io farei attenzione a cavalcare una soluzione apparentemente fattibile che secondo me è un'interpretazione troppo ampia della possibilità che dà realmente questo bonus. Sarebbe opportuno che l'Agenzia chiarisse". Insomma, l'agevolazione c'è ed è fruibile. Ma per evitare un domani di incappare in qualche problema è bene farsi seguire da un tecnico esperto che sappia come muoversi e quali sono gli interventi effettivamente realizzabili. 

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