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Sabato, 20 Aprile 2024
Come funzionano

I bonus aziendali per i lavoratori dipendenti: cosa succede nel 2023

L'aliquota dei premi di produttività scende dal 10 al 5 per cento. Ma il compenso aggiuntivo spetta a una quota minoritaria di lavoratori

Tra le misure messe nero su bianco nella bozza della legge di bilancio c'è anche la detassazione dei così detti premi di produttività. Parliamo in sostanza di bonus che l'azienda può erogare ai propri dipendenti al raggiungimento di determinati obiettivi e che ora sono soggetti all'applicazione di un'imposta forfettaria del 10% per i lavoratori con redditi fino a 80mila euro lordi e a patto che il premio non superi i 3mila euro annui. Con le modifiche inserite nella manovra l'aliquota scenderà al 5% con il medesimo limite di reddito. I premi di produttività possono essere sia individuali che collettivi.

La scelta se erogarli o meno è comunque una decisione del datore di lavoro, ma possono essere definiti anche dai contratti collettivi aziendali o territoriali. È prevista inoltre la possibilità per il dipendente di ricevere questo compenso aggiuntivo non in denaro sonante, bensì in prestazioni di welfare come spese mediche, asili nido, buoni pasto e via dicendo. In questo caso il premio non è soggetto a nessuna tassazione aggiuntiva, ma la "conversione in welfare" può avvenire solo se prevista dall'accordo tra le parti. È doveroso chiarire che questi bonus spettano a una fetta minoritaria dei lavoratori e per di più non sono a carico dello Stato, bensì - come abbiamo visto - dell'azienda. Secondo il segretario della Cgil Maurizio Landini la contrattazione aziendale (che oltre ai premi di risultato prevede anche altri tipo di benefici) riguarda infatti "solo il 20% dei lavoratori". La novità è che per il 2023 l'aliquota verrà ridotta del 5% e dunque, a parità di spese per l'azienda, i dipendenti che ne beneficiano otterranno più soldi in busta paga.

I fringe benefit

I premi di produttività non vanno confusi con i fringe benefit, espressione con cui si intende una forma di retribuzione erogata dall'azienda in beni e servizi al lavoratore. Qualche esempio: i buoni acquisto, pc o telefoni aziendali, alloggi in affitto al dipendente o alla famiglia. Con il decreto Aiuti quater la soglia esentasse di questi bonus è stata aumentata da 600 a 3mila euro ed è stato stabilito che nel novero dei benefit possono rientrare anche le somme erogate per pagare le bollette. Le novità introdotte con il decreto Aiuti resteranno in vigore però solo per qualche settimana: fino al 31 dicembre 2022. Al momento non risulta che ci sia l'idea di prorogarle.  

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