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Martedì, 16 Aprile 2024
Economia Italia

Il bonus bebè deve essere esteso anche alle mamme straniere con permesso di lavoro

L’INPS aveva escluso con una circolare tutte le cittadine straniere prive di permesso di soggiorno di lungo periodo. Ora il Tribunale di Bergamo riconosce la parità di trattamento tra genitori italiani e stranieri

Mentre il Parlamento è impegnato a rendere strutturali le misure di sostegno alla maternità, con l'ordinanza del 30 novembre 2017 il Tribunale di Bergamo ha riconosciuto il diritto al "bunus bebè" anche alle cittadine straniere titolari di permesso unico lavoro.

Parità di trattamento tra genitori italiani e stranieri

Gli 800 euro che la Legge 232/16 aveva previsto – senza operare distinzione di nazionalità – per tutte le mamme che si trovino in gravidanza (almeno al settimo mese) tra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2017, secondo l’INPS non possono essere erogate alle cittadine straniere prive di permesso di soggiorno di lungo periodo.

Una decisione, contenuta in una circolare dell'istituto di previdenza, illegittima secondo il Tribunale di Bergamo (scarica qui la sentenza bonus bebè - sentenza ).

Come spiega nella sentenza il giudice Cassia "questa esclusione contrasta non solo con il testo della legge italiana, ma anche con una direttiva dell’Unione Europea (direttiva 2011/98) che garantisce la parità di trattamento nell’accesso alle prestazioni di maternità a tutti i migranti titolari di un permesso per famiglia o per lavoro".

Le 24 mamme che avevano presentato ricorso provengono da diversi paesi (Egitto, Marocco, Senegal, Pakistan, Equador, Bolivia, India, Burkina Faso, Tunisia, Albania, Costa d’Avorio, Nigeria) ma risiedono tutte in Italia da molti anni con i loro piccoli, tutti nati in provincia di Bergamo.

Le cittadine straniere – sostenute dalla CGIL di Bergamo e assistite dagli avvocati Alberto Guariso e Ilaria Traina di ASGI (associazione studi giuridici sull’immigrazione) – potranno ora ottenere il premio alla nascita al pari delle mamme italiane.

La decisione del Tribunale di Bergamo – che fa seguito a moltissime altre analoghe decisioni riguardanti il bonus bebè - costituisce un’ulteriore sollecitazione al Governo affinché, nel decidere sulla proroga di quest’ultima misura (diversa dal premio alla nascita che cesserà comunque la sua efficacia al 31.12.2017) non ignori ancora una volta la necessità sociale e l’obbligo giuridico di non escludere le famiglie straniere da queste forme di sostegno .

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