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Giovedì, 18 Aprile 2024
La manovra

Verso l'addio al bonus cultura 18App, i fondi a spettacoli ed editoria

Lo prevede un emendamento della maggioranza alla legge di bilancio. Si liberano 230 milioni annui. L'opposizione non ci sta e chiede il ritiro della norma. Dove finirebbero le risorse

Potrebbe scomparire il 18App, il bonus da 500 euro per i diciottenni da investire in teatri, cinema, spettacoli dal vivo, libri, abbonamenti a quotidiani e periodici, musei, concerti e mostre. Un emendamento alla legge di bilancio depositato dalla maggioranza (FdI, Lega e Fi) cancella la misura. Con questa mossa tornano disponibili (se approvato) 230 milioni di euro annui, che secondo la modifica proposta verrebbero destinate al mondo dello spettacolo e della cultura.

Per cosa viene cancellato il bonus 18app?

L'emendamento che abolisce 18App è stato firmato dal presidente della commissione Cultura della Camera Federico Mollicone (Fdi), e dagli onorevoli Rossano Sasso (Lega) e Rita Dalla Chiesa (Fi). Viene incrementato il welfare per i lavoratori dello spettacolo con l'aumento dell'indennità di discontinuità che passa da "40 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2022" a "40 milioni di euro per l'anno 2022 e 100 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2023". 

L'emendamento della maggioranza prevede anche il "Fondo per il libro", con una dotazione pari a 15 milioni di euro annui. Il Fondo è ripartito annualmente, con uno o più decreti del ministro della Cultura'', mentre 30 milioni vanno alle biblioteche dal 2024 e 2 milioni l'anno al Fondo rievocazioni storiche (dal 2019 al 2022) che diventano 5 milioni a partire dal 2023. Il 'Fondo unico per lo spettacolo', il Fus diventa 'Fondo nazionale per lo spettacolo dal vivo' ed è ''incrementato di euro 40 milioni a decorrere dall'anno 2023''.
Il Fondo cinema viene incrementato di 10 milioni e da 250 passa a 260 milioni. Cinque milioni l'anno vanno ai carnevali storici ''al fine di consentire la conservazione e la trasmissione delle tradizioni popolari in relazione alla promozione dei territori''. È poi n''incrementata di 13,3 milioni di euro nel 2023 e di 11,5 milioni annui a decorrere dall'anno 2024'' la spesa per il funzionamento dei musei statali. Con l'emendamento è istituita la ''fondazione di diritto privato denominata 'Fondazione Vittoriano', con compiti di gestione e valorizzazione del Complesso del Vittoriano''. Infine con l'obiettivo di "celebrare la vita, le scoperte e l'opera di Guglielmo Marconi nella ricorrenza dei centocinquanta anni dalla sua nascita, nonché di promuovere lo sviluppo di studi scientifici e di sperimentazioni nei settori delle telecomunicazioni, dell'innovazione e della creatività, è autorizzata la spesa di 2 milioni di euro per l'anno 2023 e di 2 milioni di euro per l'anno 2024".

Le opposizioni: "Governo faccia marcia indietro"

La proposta di abolire il bonus per i neo diciottenni ha fatto insorgere l'opposizione. "Un emendamento della maggioranza azzera la App 18. Una cosa assurda dopo che Francia, Spagna e Germania hanno introdotto un bonus cultura esplicitamente ispirato dal nostro. Il governo faccia marcia indietro e non tagli alla cultura", scrive su Twitter Dario Franceschini, ex ministro della Cultura.

Dario Franceschini su 18app

Italia viva ha presentato una petizione, prima firma Matteo Renzi, alla premier Meloni chiedendole "di intervenire per bloccare la distruzione del bonus cultura per i giovani. Sappiamo - si legge - che alcuni parlamentari di Fratelli d'Italia dicono che con la cultura non si mangia. Ma noi non siamo d'accordo: tagliare sulla cultura e sui giovani è il modo più sbagliato per costruire il futuro. Abbiamo lanciato questa idea sette anni fa e da allora molti Paesi hanno copiato la nostra idea, cominciando da Francia e Germania. Distruggere il bonus cultura solo perché l'ha introdotto Renzi significa fare del male alle nuove generazioni. E all'industria della cultura". 

"Alla Destra evidentemente non bastava non aver previsto alcuna risorsa per la cultura nella manovra presentata al Parlamento. Adesso con un emendamento alla legge di bilancio vogliono abrogare il Bonus cultura, conosciuto come '18app'", dicono gli esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione Cultura di Camera e Senato. Per i pentastellati "Il danno sarebbe enorme, perché le risorse a copertura di questo strumento sono state rese stabili nella scorsa legge di bilancio e gli operatori del settore contano su quegli introiti. Dopo la pandemia il settore culturale va sostenuto con misure che si dispiegano nel tempo, soprattutto in questa fase di crisi energetica e di calo generalizzato dei consumi. In campagna elettorale Giorgia Meloni disse testualmente 'ai giovani è stato tolto tutto, il diritto all'educazione, alla socialità, allo sport. È nostra responsabilità restituire ai ragazzi quello che gli è stato tolto'. E invece è proprio lei a togliere risorse per i giovani". 

Dalla prima edizione del 18app, nel 2016, sono stati oltre 2 milioni i ragazzi che ne hanno usufruito, con un valore totale della spesa in cultura che supera il miliardo di euro

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