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Martedì, 16 Aprile 2024
Proviamo a fare chiarezza

Le truffe sui bonus edilizi: miliardi di euro in fumo

Le cifre sottratte al fisco sono da capogiro, eppure i partiti, M5s in testa, vogliono eliminare il divieto alla cessione multipla dei crediti introdotto dal governo Draghi. La vicenda dall'inizio

Che cosa ne sarà dei bonus edilizi dopo gli scandali emersi negli ultimi giorni? Il fascicolo aperto dalla Procura di Rimini (che ha scoperto una maxi frode da 440 milioni di euro) e le inchieste di altre Procure che indagano su irregolarità analoghe hanno definitivamente messo a nudo un problema di cui finora si è parlato poco. Quanto ci costano le truffe sui bonus? E cosa stiamo facendo per evitarle? 

Facciamo un piccolo riassunto e riavvolgiamo il nastro. Iniziando col dire che molte delle frodi di cui si sta parlando sono collegate ad una particolare norma introdotta dal governo Conte 2 (decreto legge n.34 del 19 maggio 2020) che consentiva  la trasformazione della detrazione in credito di imposta "con facoltà di successiva cessione ad altri soggetti". 

L'obiettivo era quello di rilanciare il settore edilizio eliminando ogni ostacolo alla fruizione dei bonus per la ristrutturazione e l'efficientamento energetico degli edifici. Il meccanismo consentiva dunque di vendere il credito maturato a soggetti terzi, "ivi inclusi istituti di credito e altri intermediari finanziari", che avrebbero potuto cederlo a loro volta. Qualcosa però non è andata nel verso giusto. 

Già a novembre erano stati segnalati 800 milioni di crediti inesistenti connessi al meccanismo della cessione del credito e degli sconti in fattura. Il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ernesto Ruffini, aveva spiegato che erano state intercettate "numerose cessioni di crediti inesistenti soprattutto riferiti a interventi edilizi non effettuati" e che talvolta i beneficiari di questi lavori fittizi erano "persone inconsapevoli, che si sono ritrovate nel loro cassetto fiscale fatture relative a opere mai eseguite". 

Nel frattempo il conto è salito addirittura a 4 miliardi di euro. Una cifra abnorme, più della metà (per fare solo un esempio) di quanto stanziato per la rimodulazione delle aliquote Irpef.

I paletti introdotti col dl Sostegni

Da qui la decisione del governo Draghi di introdurre una stretta al meccanismo dei crediti (e delle truffe connesse). Con il decreto Sostegni ter è stato così disposto il divieto di cedere i crediti più di una volta, ma è stata altresì prevista un'eccezione per i crediti ceduti prima del 7 febbraio che potranno essere oggetto di un'ulteriore cessione.

Sulle misure anti-frode però l'esecutivo e le forze di maggioranza hanno visioni molto diverse. E le notizie che arrivano dalle Procure a quanto pare non scoraggiano i partiti, M5s in testa, che anzi studiano correttivi alla misura prevista dall'ultimo decreto Sostegni. La tentazione è quella di abolire tout cort i nuovi paletti perché sarebbero un freno alla ripresa. 

Perché il M5s non vuole paletti alla cessione del credito

In prima linea c'è il M5s che propone di introdurre procedimenti di digitalizzazione e certificazione che consentono un maggior controllo sulla circolazione dei crediti. "Giù le mani dal superbonus" dice il parlamentare del Movimento 5 Stelle Marco Croatti, secondo cui le truffe "non devono essere un pretesto per indebolire queste agevolazioni ma uno stimolo per renderle ancora più forti". Il confronto con il governo è "serrato", prosegue Croatti, serve "maggiore trasparenza e tracciabilità, ma questo non può coincidere con il blocco totale".

Ma perché i 5 Stelle sono contrari alle limitazioni sui crediti? Una delle ragioni è di tipo pratico: cambiare le carte in tavola rischia di mettere in difficoltà chi faceva affidamento sulla possibilità di cessione del credito (e magari ha già avviato i lavori). 

Secondo una nota firmata da diversi parlamentari M5s la norma "ha già ottenuto l’effetto di bloccare l'accettazione del credito da parte di istituti bancari e finanziari, proprio in virtù della previsione che non ne consente le successive cessioni. Le imprese avevano assunto impegni con clienti e fornitori, stipulando contratti che ora, alla luce delle nuove regole, le mettono in enormi difficoltà".

Le truffe gigantesche sui bonus edilizi

Certo è che con i bonus edilizi a guadagnarci (e parecchio) sembrano per ora molti malintenzionati. L'ultima presunta frode in ordine di tempo, per 440 milioni è al centro dell'inchiesta svelata l'altro ieri dalla procura di Rimini. In questo caso la compravendita riguardava soprattutto i crediti d'imposta per le locazioni, ma anche il bonus facciate e il sismabonus. A Perugia la Guardia di Finanza ha messo nel mirino due imprenditori e una società che operavano nel settore auto che avrebbero "acquistato" e "rivenduto" crediti di imposta per importi molto alti (sempre relativi a bonus edilizi), sequestrando 103 milioni di euro. Ancora prima a Napoli la Guardia di Finanza aveva eseguito un sequestro da circa 110 milioni di euro di crediti d'imposta ottenuti con il superbonus 110%.

Il meccanismo in molti casi è simile (benché complesso nelle procedure): un credito generato in maniera farlocca viene poi ceduto più volte in modo tale che per l'Agenzia delle Entrate sia difficile (se non impossibile per come è concepita la norma) risalire a chi è materialmente artefice della truffa. Una delle intercettazioni raccolte dalla Procura di Rimini è illuminante: "È pazzesco - dice uno degli arrestati -, è una cosa... vogliono essere fregati praticamente". Secondo il Sole 24 Ore, dei 4 miliardi di crediti sospetti bloccati dall'Agenzia delle Entrate, due sarebbero già stati incassati e in molti casi sono stati già riciclati su conti correnti esteri o in investimenti in criptovalute. Soldi (tanti) letteralmente andati in fumo.  
 

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