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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

Cambiano di nuovo le buste paga: dopo il bonus da 100 euro arriva il taglio dell'Irpef

Sul tavolo dell'esecutivo ci sono varie opzioni: l'obiettivo è ridurre il carico fiscale sui redditi medio-bassi

Con la riforma dell’Irpef, in questi giorni al centro delle discussioni dell’esecutivo, potrebbe sparire dalla busta paga anche il bonus di 100 euro (ex bonus Renzi poi potenziato con il decreto sul taglio al cuneo fiscale) che tuttavia continuerebbe a venire erogato sotto forma di risparmio sulle tasse.

Lo scrive oggi "Repubblica" spiegando che oltre al bonus spariranno anche le deduzioni da lavoro dipendente. L’idea (non gradita da tutti all’interno della maggioranza) è quella di rottamare le cinque aliquote Irpef ed adottare il modello tedesco che invece non prevede scaglioni. Il vantaggio più evidente sarebbe quello di non avere più salti di aliquota, un meccanismo che oggi penalizza alcuni lavoratori a scapito di altri. Un dipendente che guadagna poco più di 28mila è soggetto ad esempio ad un aliquota di 11 punti superiore rispetto ad uno stesso dipendente il cui compenso è inferiore di poco alla soglia della terza aliquota.  

Con il modello tedesco, che non prevede aliquote fisse, tutto ciò verrebbe meno: ogni fascia di reddito avrebbe la sua aliquota "personalizzata" fatta praticamente su misura per ciascun contribuente. 

Il bonus di 100 euro accorpato nella riforma dell'Irpef

Quanto alle deduzioni e al bonus Renzi, "Repubblica" spiega: 

"Questi sconti fiscali verranno incorporati nell’algoritmo e dunque risulteranno già nell’aliquota media personalizzata che ciascuno di noi pagherà e che potrebbe avere comunque un tetto massimo del 43 per cento per evitare un eccesso di progressività".

In poche parole, il "bonus" sparirà solo come voce in busta paga, ma i 100 euro verrebbero comunque corrisposti al lavoratore nel calcolo della nuova aliquota. Nessuno dovrebbe prendere di meno, anzi… 

Riforma Irpef, chi pagherà meno tasse

Secondo il quotidiano di largo Fochettii, con l'introduzione del modello tedesco arriverebbe anche una sforbiciata alle tasse per i redditi tra i 15 e i 20mila euro e per quelli intorno ai 40mila. Il risparmio sarebbe rispettivamente del 2 e 3% rispetto alle aliquote attuali ed andrebbe (è evidente) maggiormente a benificio della classe media rispetto ai redditi bassi. Ne deriverebbe un vantaggio fiscale che per le fasce di reddito comprese tra 15 e 20mila euro si sommerebbe a quello del bonus di 100 euro. 

Come cambiano le buste paga: le ipotesi sulla riforma dell’Irpef

Sul tavolo comunque ci sono varie ipotesi e il modello tedesco è solo una di queste. Nel suo programma di governo il M5s aveva proposto il passaggio da cinque a tre aliquote 23% per redditi da 10mila a 28mila; 37% da 28mila e uno a 100mila euro; 42% oltre i 100mila. Un’altra possibilità di cui si è parlato sui giornali è quella di accorpare le due aliquote centrali del 38 e 41% in una del 36%: in questo caso il risparmio fiscale sarebbe a tutto vantaggio dei redditi medi, una Italia Viva dal canto suo si è già detta contraria al sistema senza aliquote che invece è caldeggiato soprattutto dal Partito Democratico. 

E le coperture?

Quanto alle coperture arriverebbero dalla lotta all’evasione fiscale e dal taglio alle tax expenditures, ovvero ad alcuni dei 500 sconti fiscali attualmente in vigore (ad esempio quello sui così detti "sussidi ambientalmente dannosi" tanto inviso ai 5 Stelle). La strada per tagliare detrazioni e sussidi è tuttavia irta e lastricata di ostacoli. 

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